Le principesse Disney: la donna dagli anni Trenta a oggi. Parte 1
Le ultime generazioni di bambine sono cresciute con le “principesse” Disney: i film delle care vecchie videocassette che non ci si stancava mai di vedere; le bambole che davano la possibilità di toccare con mano quelle creature viste al cinema e poi in televisione; ogni oggetto – dai gioielli al set di scuola – con la loro immagine sopra … Certo oggi la Disney non sforna più così tante principesse; complice forse anche il passaggio dall’animazione , disegnata a mano, a quella digitale. Le bambine, nate negli ultimi anni, hanno tutte le fatine, streghette, sirenette e principessine possibili e immaginabili sfornate dalle serie televisive animate che ogni giorno seguono sui media. Le “ principesse classiche” Disney continuano però a rimanere nel cuore delle bambine cresciute con loro e che ormai non lo sono più tanto.
Negli ultimissimi anni la Disney ha ripreso a creare principesse, questo è vero, ma è difficile che le bambine di oggi conoscano ancora quelle classiche, dei periodi d’oro della casa di produzione. Inoltre, queste nuove principesse non assomigliano affatto a quelle precedenti. Il motivo è semplice: così come è cambiata l’immagine della donna nel corso degli ultimi decenni, anche queste figure animate sono cambiate, nell’immagine corporea, nel carattere e naturalmente nell’ abbigliamento.
La prima principessa Disney nasce nel 1937 col primo lungometraggio animato, mai realizzato, “Biancaneve e i sette nani”: Biancaneve, la principessa dalla pelle bianca come la neve e dalle labbra rosse come una rosa. Tuttavia e non è piacevole notarlo è un personaggio senza alcuno spessore: immensamente buona e generosa, timorosa, discreta, pudica, una perfetta donna di casa, addirittura passiva, perché nel corso della storia non prende mai decisioni anche quando non è sottoposta alle angherie della perfida matrigna Grimilde. Quando è costretta a fuggire dal cacciatore o a rifugiarsi dai nani accetta sempre la sua condizione, senza prendere in considerazione l’idea che potrebbe agire in modo diverso da quanto la sorte ha predisposto per lei. L’unico suo desiderio rimane il principe azzurro, che alla fine col suo bacio la risveglierà dal sonno incantato, causato dalla mela avvelenata di Grimilde. Il sonno è metafora ideale per raccontare la condizione in cui la principessa si trova durante tutto il film, la stessa, del resto condivisa dalle donne della sua epoca.
Con le principesse successive, Cenerentola (1950), Aurora (“La Bella Addormentata nel bosco”, 1959) e le piccole Alice (“Alice nel paese delle meraviglie”, 1951) e Wendy (“Peter Pan”, 1953), la situazione non cambia affatto anche per la loro giovanissima età. L’altra protagonista femminile di questa epoca, Trilli di “Peter Pan”, si presenta quasi all’opposto; ha un carattere piccante, ma forse questa caratteristica le viene concessa in quanto fatina: vagamente maliziosa e gelosissima di Wendy, per allontanarla dal suo caro amico Peter, non esita ad allearsi col cattivo di turno, Capitano Uncino, per poi pentirsene. La differenza si nota subito nell’abbigliamento: se Trilli indossa un vestito verde corto e scollato che ricorda una foglia (d’altronde è una fata), Aurora, Biancaneve e Cenerentola vengono presentate all’inizio con indosso abiti stracciati, sporchi e in colori smorti e tristi (grigio, marrone), poi con abiti lunghi, da vera e propria principessa, in colori vivaci ma rigorosamente accollati una volta che raggiungono lo scopo della loro vita: il matrimonio col principe azzurro! Ma davanti all’abito dal sapore campagnolo, giallo, rosso e blu ,di Biancaneve, al vestito da ballo azzurro ghiaccio con le celebri scarpette di cristallo e all’abito medievale fucsia di Aurora, cucito dalle tre fate buone (indimenticabili Serena e Flora che lottano a colpi di bacchetta magica per scegliere il colore del vestito: alla fine del film passa continuamente dall’azzurro al fucsia), si dimentica facilmente la sensazione di sottomissione e l’ orizzonte (sognare il principe azzurro e curare la casa ) in cui le fanciulle si muovono.