Stella Jean: una collezione multiculturale
La moda, i suoi abiti, per trasmettere un messaggio forte. Stella Jean ha fatto del multiculturalismo la sua fonte di ispirazione, ma anche il suo personale messaggio sociale proclamato dalle passerelle attraverso i suoi vestiti frutto di una creatività esuberante che non può non essere notata: le tradizioni di tutti i popoli anche se lontane possono fondersi in un insieme sofisticato, in modo tale che nessuna cultura possa sembrare più importante di un’altra.
Attingendo alle sue origini italo- tahitiane fino ad ora il suo esperimento stilistico aveva tratto, dalle sue origini creole materne, i tessuti africani femminili, i wax di cotone colorati con tintura a cera, mescolandoli con le righe del cotone delle camicie di stile europeo con un riferimento al padre italiano. La matrice italiana è comunque fortemente presente nelle sue collezioni, come formazione stilistica di base, nella sartorialità e artigianalità che caratterizza le sue creazioni e nei riferimenti agli anni ’50, ’60 che la stilista stessa riconosce come gli anni in cui la moda ha dato il meglio di sé in eleganza e femminilità. Altro elemento fondamentale per comprendere le fonti di ispirazioni della stilista è proprio l’espressione della femminilità, per niente offuscata, anzi sottolineata -esaltata e mai erotizzata- dall’uso che fa della camicia a righe o a quadri di taglio più prettamente maschile
Nella collezione A/I 2014-15 presentata a Milano nella Fashion Week di febbraio l’avventura multiculturale di Stella Jean si amplia ad orizzonti inusuali, perché approda alla cultura giapponese che incrocia con quella italiana e africana. Il risultato è una collezione che accoglie l’elemento iper-femminile della cultura orientale ed esplora forme nuove nei lunghi kimono di alpaca e mohair realizzati ai ferri e rifiniti dal ricamo a mano ad intarsio. Il wax è stampato su tessuti non usuali come la seta di una blusa chiusa con fiocco e assume connotazioni singolari se riprodotto su calze e calzini. E poi una nota tutta italiana nei pull decorati con i semi delle carte da gioco napoletane, spada, bastone ecc. Grossi galli decorano le gonne sostenute da crinoline, i pesci invece si inseguono su gonne e maglie chiuse in vita da cinture. Interessanti gli accessori: borse, boot, calze e calzini a stampa fantasia wax.
Entusiasma l’esuberanza della stilista che sta mietendo tanti consensi; che può già vendere i suoi capi negli store di tutto il mondo e vederli indossati da fashion editor quali Franca Sozzani e Anna Dello Russo. Restiamo in attesa di osservare come evolverà il lavoro di Stella Jean per quanto riguarda la sua ricerca di contaminazioni culturali e ci chiediamo fin dove sarà capace di spingersi senza essere ripetitiva. Forse nella collezione maschile sarà capace di veicolare, dal momento che è approdata alla cultura giapponese, qualche elemento del codice di vita del samurai, -i valori dell’onestà, della lealtà, giustizia ecc.-, esigiti dal Bushido per far rivivere, tra le pieghe degli abiti, anche i valori occidentali dei mos maiorum: la società di oggi ne avrebbe bisogno!
Sarà anche interessante seguirla per quanto riguarda la sua collaborazione con l’International Trade Center, agenzia dell’ONU, relativa al progetto Ethical Fashion Initiative che vuole favorire la realizzazione di prodotti artigianali di lusso mediante il coinvolgimento diretto delle comunità svantaggiate in Africa. La collezione A/I 2014-15 si è valsa dei tessuti canvas rigati realizzati a telaio dalle artigiane del Burkina Faso.