Un comitato italiano per il progetto “2009 International Year of Natural Fibres”
by Ilaria Perrone
In una fase particolarmente delicata per l’industria tessile mondiale, Onu e Fao lanciano un nuovo progetto per la diffusione di una cultura del consumo e della produzione eco ed eticamente sostenibile. Il 2009 sarà quindi l’Anno Internazionale delle Fibre Naturali. L’Ethical Fashion, tema dibattuto e di grande successo sulle passerelle di Alta Moda a Roma e a Parigi, inizia a muovere i primi veri passi e in Italia nasce un Comitato incaricato della diffusione del “2009 IYNF”. L’iniziativa è stata presentata il 5 febbraio durante una conferenza stampa a Milano Unica.
Il 2009 sarà il tempo per una profonda riflessione sulla natura dei consumi e sui modelli di produzione che, ora più che mai, devono essere improntati a logiche ecologicamente ed eticamente sostenibili. Il progetto di ampio respiro e dalle dimensioni globali coinvolgerà tanto i Paesi in via di sviluppo quanto quelli occidentali.
Obiettivo primario annunciato dalla FAO è l’attivazione di iniziative che consentano di far conoscere all’opinione pubblica internazionale le condizioni di lavoro e di vita delle popolazioni che, nei diversi paesi del mondo, affidano il loro futuro alla coltivazione e alla lavorazione del cotone e del lino, all’allevamento degli animali da tosa e dei bachi da seta, senza dimenticare le altre fibre meno diffuse e conosciute: il sisal, la canapa, la ginestra, il cocco ed altre ancora.
L’importante iniziativa è stata subito accolta da Sistema Moda Italia – Federazione Tessile e Moda (SMI) e dalla Fondazione Industrie Cotone e Lino.
“I tessili naturali – ha dichiarato Romano Bonadei Presidente della Fondazione Industrie Cotone e Lino e membro del Comitato FAO, non sono solo una delle tante variabili della moda, ma rappresentano per milioni di persone nel mondo la fonte di sussistenza primaria e un’opportunità di emancipazione da condizioni di povertà e sottosviluppo. Per noi produttori tessili italiani, privilegiare le fibre naturali significa continuare la tradizione di eccellenza produttiva e stilistica che ha reso famoso a livello internazionale il Made in Italy con i tessuti e i capi pregiati in lino o cotone, in kashmir e in seta. Significa garantire il consumatore in merito alla qualità, al comfort e alla valenza ecologica di ciò che indossa e sceglie per la sua casa. Nel contempo questa scelta di stile consente di supportare con un consumo eticamente valido il lavoro dei contadini e degli allevatori dei paesi poveri, penalizzati dai modelli di sviluppo della globalizzazione”.
Michele Tronconi, presidente di SMI, ha espresso forti preoccupazioni per la crisi in atto e la flessione mondiale dei consumi che penalizzano la capacità produttiva e di esportazione del comparto tessile italiano. Una situazione che richiede interventi politici ma anche nuovi comportamenti sociali. “(…) L’IYNF pone l’accento sui consumi e sui comportamenti collettivi come fattori di potenziale sviluppo internazionale. Acquisti che privilegiano i prodotti a prezzo più basso, di dubbia provenienza, spesso contraffatti, accentuano gli squilibri sociali e premiano in realtà produzioni basate sullo sfruttamento delle fasce di popolazione più deboli. L’Anno Internazionale evidenzia come la filiera della moda sia una filiera di dimensioni mondiali, che collega i produttori di tessuti e capi finiti del fashion italiano ai produttori di fibre e di semilavorati dell’Asia, dell’Africa e del sud America. L’IYNF ha il grande merito di focalizzare l’attenzione su tutto questo e su come, una selezione dei fornitori basata su principi di giustizia sociale e di controllo dell’impatto ambientale, insieme ad un consumo critico, possano aiutare concretamente a migliorare la qualità della vita di milioni di persone. (…) L’industria tessile italiana non è portatrice solo di stile e creatività nel mondo, ma anche di una cultura del lavoro basata sul rispetto dell’ambiente e delle persone: per questo l’IYNF è occasione per valorizzare anche il portato di cultura e responsabilità sociale delle nostre lavorazioni oggi fortemente minacciate dalla crisi in atto.”
Ma come trasferire questi convincimenti in iniziative che coinvolgano e sensibilizzino l’opinione pubblica, i sistemi produttivi e distributivi e i consumatori?
La Fao ha presentato a Roma un articolato programma di iniziative internazionali che punteranno ad una partnership con organizzazioni di diversi Paesi.
In Italia il neonato Comitato Italiano FAO avrà lo scopo di coinvolgere enti, associazioni, scuole, università e centri di ricerca e cultura che a vario titolo si occupano del tessile naturale ed intendono condividere gli obiettivi espressi da Onu e Fao.