Intervista a Marianna Cimini: l’ultima conquista di Harmont&Blaine
E’ sottile, gioiosa, friendly e dotata di una naturale eleganza fuori tempo.
Lei è Marianna Cimini, designer della collezione donna A/I 2016 di Harmont & Blaine. Un sorriso aperto, accattivante e una miriade di boccoli ad incorniciare un viso intelligente.
Lei, che a trent’anni ha già alle spalle numerosi premi vinti, più di una casa di moda a cui ha prestato le proprie idee, più di una collezione firmata.
Lei, finalista di una delle ultime edizioni di “Who is on next?” , lei, che da Vogue talent è segnalata come uno dei migliori 200 designer emergenti al mondo.
Lei, che quando le domandi come ha fatto a fare tutte queste cose in cosi breve tempo , ti risponde “che –lei – ha fatto la primina!”. Dopo le fatiche felici dell’ultima settimana della moda a Milano, lei, è al telefono con noi …
Marianna raccontaci un pò di te, come è nata, e come si è sviluppata la tua passione per la moda?
“Quella per la moda è una passione che coltivo sin da bambina … ho però un rigoroso papà “bocconiano” che non poteva concepire un indirizzo di studi diverso dal liceo classico come base formativa sulla quale edificare poi, secondo natura. E così è stato! All’inizio ho letto questa scelta un pò come una forzatura, oggi ne vado fiera …. perché ha contribuito a strutturare il mio background, suscitando in me l’amore per la filosofia e per le favole, materie cui molto attingo per il mio lavoro. Poi ho scelto la moda. La moda mi consente di mettermi in discussione ogni semestre, ogni cambio di stagione, è come un foglio bianco da riempire, mi permette ogni volta di spogliarmi della mia vecchia pelle e di vestire nuovi panni pur restando fedele ad una mia estetica , ad un mio gusto. Ho frequentato quattro anni di istituto Marangoni a Milano, vinto il concorso “Premio Moda Italia” sponsorizzato dal CNA ed uno stage da Max Mara, sono stata lì stupendamente, per quattro anni; poi volevo vedere cosa c’era oltre, così sono tornata a Milano e ho lavorato da Fay come consulente”.
Come sei arrivata da Harmont & Blaine ?
“Lavorando in Fay ero a stretto contatto con Giulio Guasco , (attuale amministratore delegato di Harmont & Blaine) che quando si è spostato in questa azienda mi ha fortemente voluta nel loro nuovo progetto: quello di portare la collezione donna a pari dignità di quella dell’uomo. Lo staff è stato fantastico con me! mi hanno dato carta bianca su tutto. Questo mi ha consentito di rivoluzionare il focus precedente. Volevo che la collezione donna non fosse una rivisitazione di quella maschile, ma che avesse una propria identità. Nel lavoro approntato sono rimasta fedele alla tradizione concettuale del marchio, utilizzando tessuti pregiati e rispettandone i tratti distintivi”. “Avevo bisogno di un’ icona, e così mi sono ispirata ad una delle donne più glamour di tutti i tempi: Jackie Kennedy, che nel non poi troppo lontano 1962, venne nella costiera amalfitana per una vacanza. Ho ripercorso nella mente lei, donna cosmopolita a passeggio per le piccole stradine, lei a scambiare quattro chiacchiere con la nostra gente semplice, lei, con il suo charme, lei, con i suoi pantaloni capresi rimasti scolpiti nella mente del mondo intero. Lei, con le sue camicine annodate in vita e le infradito ai piedi. Ho voluto immaginare una donna sportiva ma bon ton; perbene, ma non puritana; sensuale, ma non sexy. Nel dare forma alle mie idee ho usato le cromie della mia terra, perché non faccio fatica a immaginare un’americana o una parigina vestita con i colori della mia Amalfi”.
Marianna tu hai anche una tua linea personale. Vuoi parlarcene?
“La mia linea è nata tre anni fa, come capsule per la stampa al fine di partecipare ad un concorso. Poi i negozi hanno iniziato a chiedermi dove potevano trovare le mie cose. Dopo aver sondato con attenzione il terreno, – sono una molto cauta- ho iniziato una mia piccola produzione che poi è la rappresentazione perfetta di un minimalismo mediterraneo. E’ come se il mediterraneo diventasse un “tratto grafico”. “E’ piena di capospalla; i miei amici mi dicono: “Marianna!! Un’ altro cappotto !!” è che io li adoro!!! “Quando un cappotto mi riesce bene, non sai che soddisfazione!”.
Dove si possono trovare le tue collezioni?
“Sono in un negozio a Beverly Hills, a Milano, a Palazzo Grifoni, a Vigevano e a Roma, in un negozio in via del Pellegrino ricavato da una chiesa sconsacrata, molto suggestivo!” “Ora ti racconto una cosa!” mi dice, entusiasta come una bambina che ha appena spacchettato il tanto atteso regalo di compleanno. “lo scorso anno, ho ricevuto una e-mail da parte dell’agente di Marion Cotillard, con la richiesta di un invio di una selezione di capi per l’attrice che avrebbe poi, eventualmente, indossato al festival di Cannes. Bene. Ho chiuso la e-mail senza rispondere, convinta che fosse uno scherzo. Qualche giorno dopo mi arriva un’ altra e mail, con la stessa richiesta. Evidentemente non era uno scherzo! ho inviato immediatamente i capi. Una settimana dopo il mio vestito adagiato sul corpo di Marion Cotillard era in prima pagina su “La Liberation” un giornale Francese . Lei, un’attrice impegnata! lei, che fa cinema indipendente! lei, che fa film a budget zero! lei, testimonial di Dior, con indosso un –MIO- vestito! Ecco, queste sono le cose stupende di questo mestiere. Ti può accadere di tutto inaspettatamente. Se avessi lavorato in banca avrei avuto una vita più rassicurante, forse, ma certo mai, Marion Cotillard avrebbe indossato un mio abito!”
Quale è il tuo approccio etico, se c’è, rispetto alla moda?
“Anzitutto il mio è un prodotto con filiera Made In Italy . Per il mio Marchio, produco a Milano. I tessuti che utilizzo sono tutti Italiani controllati e certificati. Non utilizzo pellicce vere e non utilizzo pellicce ecologiche, perché altamente inquinanti. Rispetto il lavoro altrui, quindi lavorano con me solo persone che percepiscono la giusta ricompensa per l’opera prestata”.
Cosa consiglieresti ad un giovane che vuole approcciarsi al mondo della moda?
“Penso che l’approccio migliore sia un corso di specializzazione. E’ poi secondo me fondamentale un consistente periodo di gavetta presso un’azienda grande e seria o presso una bottega artigiana.Tutti vorrebbero fare gli stilisti è c’è saturazione nel mercato, mentre manca, invece, il personale specializzato. Ci sono lavori stupendi, richiestissimi e strapagati che nessuno vuole più fare. Penso agli artigiani, alle ricamatrici, penso alle modelliste, figure importantissime che lavorano a quattro mani con lo stilista”.
Progetti o sogni futuri?
“ Vacanza. Senza internet, con un pacco di libri, due t-shirt bianche, due camicie bianche , un costume e un paio di infradito. Io viaggio così, zaino in spalla. Adoro le isole greche sconosciute e semivuote per esempio Kastelorizo a pochi chilometri dalle coste della Turchia”.
Come coniughi la tua vita privata con il lavoro?
Sono essenzialmente mescolati. Mi piace lavorare con persone che mi piacciono. Mi piace lavorare in team, fare squadra, e così dopo il lavoro sovente si va tutti insieme a prendere una birra.
Giornata tipo di Marianna Cimini.
“L’unica costante è l’orario: mi sveglio verso le sei, dalle sei alle otto mi oriento e organizzo la mia giornata, ogni giorno devo programmare, perché ogni giorno è diverso. Magari vado in atelier oppure ho degli appuntamenti con i visual, con gli stylist, con i fotografi … dipende. Alle 19.30 chiudo tutto (tranne emergenze ) e mi do tregua. Di solito vado a prendere una birra col mio staff o ad un cinema. In questo sono molto rigida! se ti ritrovi in ufficio mezzanotte, significa che qualcosa nella tua programmazione non ha funzionato. Dieci ore di lavoro al giorno sono più che sufficienti. Per quanto posso, nel tempo libero cerco di fare cose che mi fanno star bene. Se voglio vedere una mostra ci vado, se voglio fare yoga lo faccio, se voglio fare un bagno turco cerco di incastrarlo tra un appuntamento e l’altro. Vado a dormire intorno alla una ”.
Quali sono le tue priorità nella vita?
“Al momento il mio lavoro è una priorità, perché mi da gioia di vivere e mi diverte. I miei amici di sempre e la mia famiglia sono linfa vitale. La mia famiglia mi sostiene moltissimo. Papà è un uomo molto rigoroso, la sua goffaggine rispetto al mio mondo è per me molto divertente. Qualche tempo fa era a Milano, alla triennale c’era una mostra :“Il nuovo vocabolario della moda” per la quale sono stati selezionati alcuni dei miei capi. Non gliel’ho detto, e l’ho portato lì con la scusa di una visita. Mentre giravamo ha riconosciuto alcuni dei miei cappotti , e mi ha detto: “ Marianna! ma questi non sono i tuoi?” ho risposto: “ Vedi papà, la moda non è poi così frivola! entra anche al museo!!” E’ stato un bel momento! La mia mamma è il mio giudice più severo. Lei non fa sconti. E’ una donna esigente, mi spinge sempre a scavalcare i miei limiti, soprattutto quelli mentali … è per me fonte inesauribile di energia. Anche mio fratello, pragmatico, laureato in Bocconi, mi aiuta, segue la mia parte finanziaria. Qualche tempo fa sono andata da lui con due pezzi di stoffa blu , uno più bello dell’altro- “ cosa ne pensi ?” gli ho chiesto, e lui: “quanto costano ….?” Dico la cifra, e lui: “Marianna !! non te li puoi permettere!!” Eh, se non ci fossero loro!!”
Sono le 20.30, abbiamo oltrepassato di circa un’ora il tempo di stop dal lavoro …. ci congediamo Lei ed io, ripromettendoci prima o poi un’altra chiacchierata. La prossima volta però, con davanti, al posto del telefono, un buon bicchiere di birra ghiacciata!