“I magnifici cinque” del Fashion Incubator
Al via la terza edizione dell’Incubatore della moda, promosso da CNMI e sostenuto dal Comune di Milano: fanno la loro comparsa i giovani creativi dei cinque marchi selezionati dalla giuria dell’Incubatore. I giovani stilisti hanno le idee chiare, e durante la conferenza stampa di presentazione dell’Incubatore, tratteggiano i punti essenziali dei loro stili. Tessuti, forme e ispirazioni danno vita alle loro collezioni, delle quali ci offrono solo un piccolo assaggio, ma che sembrano già suggerire degli spunti interessanti per la moda futura. A settembre i giovani brand sfileranno nell’ambito della Milano Fashion Week presentando la loro intera collezione Primavera/Estate 2010.
A-lab Milano è il team creativo formato da Alessandro Biasi (26 anni), Andrea Orazi (23 anni) e Simona Costa (25 anni). I tre giovani talenti, che lavorano insieme da due anni hanno dato vita ad un marchio dove moda e arte si fondono. Una delle caratteristiche di A-lab è quella di scegliere per la progettazione delle sue collezioni mood e immaginari alternativi, che siano oltre che per sé stessi, di stimolo sia per gli addetti al settore, fotografi, stylist, che per i suoi potenziali clienti.
La nuova collezione di A-lab Milano s’ispira infatti ai boschi delle fiabe della narrativa di fine ‘800 e inizio ‘900. In modo molto particolare i capi sono impreziositi da interni in seta stampata, che riprende le illustrazioni dei libri delle fiabe animate da rami e civette, con la quale sono creati delicate camicie e abiti fluidi con armoniosi drappeggi.
Cristiano Burani (38 anni) che, a parte l’omonimia, non ha a che fare con il marchio Mariella Burani, si presenta alla conferenza stampa come il “giovane più grande” tra quelli scelti dall’Incubatore della moda, sentendosi quasi un papà tra gli altri giovani stilisti. Con una laurea in medicina alle spalle e un corso alla Parson’s School di NY in Fashion Design, Cristiano Burani definisce il suo approccio alla moda passionale. Nessun rimpianto per gli studi in medicina, che anzi gli hanno insegnato un rigore che ritroviamo anche nelle sue creazioni. Numerose le collaborazioni con marchi noti della moda, quali La Perla, Versace, Blumarine, dove svolge attualmente attività di consulenza, che gli hanno permesso di colmare le lacune formative con l’esperienza. Cristiano Burani si presenta poi come “Designer di Jersey”: suo obiettivo infatti è quello di sdoganare il jersey come un tessuto esclusivamente cheap e sportivo, e proporlo invece come un tessuto della moda, un tessuto giovane che ben si adatta al corpo e dalle infinite potenzialità. Caratteristica la sua passione per il ricamo, testimoniata dall’utilizzo di questa tecnica come filo conduttore che lega tutti i suoi progetti e le sue creazioni; e poi l’amore per le forme geometriche e i volumi.
Paolo Errico (33 anni) laureato in Fashion Design presso l’Università di Urbino, ha lanciato il marchio che prende il suo nome nel 2005. Per lui punto di riferimento ed ispirazione sono l’architettura e il design. La sua filosofia/ambizione è quella di fare una moda che non sia di moda, cioè non per forza legata ad un periodo storico, ma piuttosto creare una moda senza tempo. La chiave di lettura della sua ricerca è la sperimentazione di nuove formule e linguaggi di espressione, esplorando nuovi modi di interagire con la materia e con il mondo femminile. Un particolare delle sue creazioni è costituito dall’incontro e l’amore per le opere del videoartista Beat Kuert, dalle quali nascono le stampe dei suoi abiti. Colori fortissimi come i primari vengono uniti alle tenui nuance del carne, dei burri e del bianco avorio creando una “disarmonica armonia” che si avvicina al Pop.
Cristina Miraldi (26 anni) è praticamente nata nel mondo della moda. È cresciuta in un a ricamificio e seguendo poi questa grande passione si è diplomata in Fashion Design.
Il suo mondo è fatto di sensazioni, tradizioni, contraddizioni, cultura e arte. Una designer che ama far interagire storia, letteratura e moda pur traendo ispirazioni dai giovani, dalla strada, dallo stile di vita delle nuove generazioni alle quali si rivolge. Parte fondamentale dello stile nasce dal ricamo Embrodery. Cristina Miraldi ne ribalta il concetto: non si tratta più di una semplice decorazione ma è esso stesso struttura, il ricamo è elemento simbolico e portante del capo. Un’altra sua caratteristica è la forte ossessione per i dettagli: attenzione ai particolari, ricercatezza dei materiali e studio dello stile che da sempre distingue il prodotto italiano e lo rende riconoscibile a livello mondiale. Il suo è un pret-à-porter rivolto a donne giovani, attente alle nuove tendenze, disinvolte e sofisticate al tempo stesso.
Mauro Gasperi (30 anni) si è specializzato all’Istituto internazionale di moda Polimoda di Firenze. Numerose sono state le sue collaborazioni con aziende specializzate nella produzione di maglieria. L’anno scorso ha aperto un monomarca nella sua città natale, Brescia. La sua proposta è un total look donna incentrato su abiti e maglieria di alta qualità e di forte riconoscibilità. I suoi abiti esprimono uno stile raffinato, lineare, fatto di spessori, linee e nervature. La collezione prende ispirazione dalla storia di Narciso e dei suoi giardini: abiti con dettagli ispirati alle simmetrie e ai colori sfumati di un immagine riflessa nell’acqua.