“Moda in Italia: 150 anni di eleganza”
Dal 17 settembre 2011 all’8 gennaio 2012, le Sale delle Arti della Reggia di Venaria (Torino) ospiteranno la mostra“Moda in Italia: 150 anni di eleganza” che propone “un viaggio nello stile italiano dal 1861 ad oggi, dalle donne del Risorgimento agli artisti del Futurismo, dalle dive del cinema agli stilisti contemporanei”. La mostra dedicata alla storia della moda italiana e organizzata in occasione delle celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità Nazionale, rappresenta un evento espositivo straordinario ed unico realizzato dal Consorzio La Venaria Reale e dal Comitato Italia 150 assieme alla Fondazione Tirelli – Trappetti di Roma. La Direzione Artistica è a cura di Gabriella Pescucci e Franca Sozzani con la consulenza di Dino Trappetti; l’allestimento è stato ideato da Michele De Lucchi.
L’“Itinerario di stile” che evolve come un lungo e affascinante percorso tra storia e immaginario, tra cinema, romanzo e attualità, comprende quasi 200 abiti e ribadisce il ruolo della moda come elemento centrale nella costruzione identitaria dell’Italia moderna e simbolo fondamentale della creatività, dello stile e della capacità imprenditoriale che contraddistinguono il nostro paese.
L’esposizione include abiti autentici, appartenuti a personaggi storici che con le loro scelte estetiche hanno segnato il gusto di un’intera epoca (Gabriele d’Annunzio e le regine d’Italia, Eleonora Duse e Lina Cavalieri). La mostra comprende celebri abiti di scena, come le creazioni realizzate da Piero Tosi per i film di Luchino Visconti: l’abito da ballo bianco indossato da Claudia Cardinale ne “Il Gattopardo”, gli abiti realizzati per Alida Valli protagonista di “Senso” e quelli indossati da Silvana Mangano in “Morte a Venezia”. Il percorso espositivo include inoltre, il celebre e discusso “pretino” pensato dalle sorelle Fontana per Ava Gardner, in seguito reinterpretato da Piero Gherardi per Anita Ekberg nel film “La dolce vita”, le scarpe create da Ferragamo per Marilyn Monroe. Il nucleo principale dell’esposizione è costituito da abiti della storica Fondazione Tirelli-Trappetti di Roma, si aggiungono prestiti provenienti da prestigiosi enti e musei, è possibile ammirare creazioni dei principali stilisti italiani contemporanei. Il percorso della mostra accoglie opere uniche come “˜Oceano’, abito-scultura in taffetas plissé e 37 toni di blu creato da Roberto Capucci e presentato per la prima volta in occasione dell’Expo Universale di Lisbona del 1998.
La definizione di moda italiana può applicarsi in senso stretto, solo alla fase creativa successiva alla seconda guerra mondiale, poiché è in questo periodo che la grande tradizione artigianale del nostro paese si coniuga alla produzione dell’industria moderna. L’esposizione indaga i prodromi e gli sviluppi a partire dal 1861 fino ai giorni nostri. Durante il Regno, non mancarono tentativi di affermazione di una moda nazionale ma continuava ad essere Parigi il punto di riferimento e il modello imprescindibile per l’universo del fashion; in questa fase, proprio Torino, fu il centro più importante per la moda italiana in quanto “porta naturale” verso la Francia. La nascita della vera moda italiana si realizza in concomitanza con il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica: determinanti furono le sfilate organizzate dal marchese Giorgini a Firenze negli anni ’50 che diedero il via ad una spirale di sviluppo e successo che proseguì a Roma, grazie alla sinergia degli atelier di alta moda con il mondo del cinema negli anni ’60, quindi a Milano, sede creativa del Made in Italy e indiscussa capitale della moda italiana a partire dagli anni “˜70.
La mostra“Moda in Italia: 150 anni di eleganza” si articola quindi in due macrosezioni, per descrivere un secolo e mezzo di storia e di stile. La prima sezione si concentra sul periodo compreso fra la nascita dello stato unitario e la nascita della moda italiana, la mise en scène curata dal premio Oscar Gabriella Pescucci, nota costumista cinematografica, si apre con un abito da sera presumibilmente appartenuto alla contessa di Castiglione per approdare ad abiti di Pucci e delle Sorelle Fontana, rappresentanti della gloriosa stagione dell’haute couture degli anni ’60. La sezione offre un viaggio affascinante nell’evoluzione del gusto e dello stile, racconta il passaggio dalle sartorie locali agli atelier nazionali.
La seconda sezione va dagli anni Settanta del Novecento ad oggi ed è frutto delle scelte e del gusto infallibile di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia. Il percorso, come in un racconto creativo, descrive gli anni cruciali in cui nasce e si impone in tutto il mondo il fenomeno dell’Italian style e del Made in Italy che ha modificato fortemente l’immagine del Belpaese, la moda diviene uno dei principali comparti dell’economia nazionale. La sezione traccia un percorso grandioso, inaugurato all’indomani dell’esplosiva spinta dinamica e dialettica impressa dal ’68 (che aveva consentito il ribaltamento di codici e certezze anche in materia di stile), prosegue con il prêt-à-porter degli anni Ottanta e arriva sino ai giorni nostri. Le nuove generazioni di stilisti italiani conquistano la ribalta internazionale, spinte contrastanti fra opulenza e minimalismo si confrontano sulle passerelle definendo stili e collezioni, la moda diventa un fenomeno profondamente legato all’Italia e caratterizzato dalla flessibilità applicata all’inventiva, alla serialità e all’industria.
La sezione accoglie creazioni dei più grandi rappresentanti dell’Italian style: da Walter Albini a Giorgio Armani, da Valentino a Gianni Versace, da Gianfranco Ferré a Krizia, da Franco Moschino a Dolce&Gabbana, da Roberto Cavalli a Miuccia Prada, da Alberta Ferretti a Max Mara (per citare solo alcuni nomi). Le opere sono “rappresentate” nello spazio dell’antico Teatro delle Commedie della Reggia appena recuperato, trasformato in un ambiente monocromatico e monomaterico ispirato dalle geometrie delle passerelle.
Lo spettacolare allestimento di Michele De Lucchi elimina la distanza fra l’osservatore e gli abiti, attraverso una magica combinazione di specchi; il visitatore è portato a sentirsi parte della scena e della storia rappresentata. Il suggestivo e coinvolgente gioco di rimandi tra arti figurative, fotografia, cinema e musica, in costante dialogo con gli abiti esposti, viene arricchito da un percorso olfattivo ideato da Laura Tonatto appositamente per questa esposizione che regala sensazioni d’antan, evocando ricordi, atmosfere e ambientazioni singolari ed uniche. Il coordinamento storico-scientifico della mostra è stato curato da Clara Goria e Andrea Merlotti, la ricerca iconografica da Sergio Toffetti. Le iniziative organizzate dal Comitato Italia 150 godono dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana.