“Roberto Capucci: Art into Fashion”
Dal 16 marzo al 5 giugno 2011 il Philadelphia Museum of Art ospita “Roberto Capucci: Art into Fashion“, prima mostra antologica dedicata a Roberto Capucci negli Stati Uniti. L’esposizione giunge a coronamento di una lunga serie di presentazioni ed eventi che, a partire dal 1956 fino al 2003, hanno celebrato l’estro creativo del Maestro nelle sedi più prestigiose e nelle principali città degli States. «Capucci è ciò che ogni designer ambisce ad essere – un’artista che è fedele a se stesso» ha spiegato la curatrice dell’evento Dilys Blum, «sebbene sia stato considerato a livello internazionale un “˜ragazzo prodigio’ a partire dagli anni ’50, per la capacità di creare abiti meravigliosi, associati nella tradizione estetica ai lavori di Cristobal Balenciaga e Charles James, alla fine ha scelto di allontanarsi dalle logiche più commerciali per seguire interessi che vanno ben oltre l’universo del fashion. Nel suo lavoro traspare la gioia pura della creatività».
La mostra, organizzata dal Philadelphia Museum of Art e dalla Fondazione Roberto Capucci, accoglie più di ottanta creazioni, oltre a disegni originali e bozzetti che sintetizzano un approccio esclusivo all’arte e alla moda, ponendosi oltre le categorie tradizionali della forma e del pensiero creativo, oltre una visione riduttiva della bellezza. Il percorso racconta il desiderio di sperimentare, le sfide estetiche e le tecniche singolari, che rendono semplicemente uniche le creazioni di Roberto Capucci. Capucci ha dichiarato:«In questa mostra di Philadelphia la curatrice Dilys Blum ha saputo mettere in scena la ragnatela eclettica che contraddistingue il mio percorso di lavoro – aggiungendo – il mio amore per la provocazione e la mia idea di creatività sono un’esperienza sensoriale completa ed emozionale che trasforma e fonde l’arte, la bellezza, il colore, la musica e la natura per suscitare un impatto, sovrapponendo un universo cromatico dirompente a tessuti preziosissimi, o utilizzando materiali sperimentali e avant-garde».
L’esposizione antologica dedicata al celebre fashion designer e artista italiano, illustra i capisaldi creativi, che contraddistinguono il lavoro di Roberto Capucci: le silhouettes dinamiche che sembrano trasformare le creazioni in creature, vive e animate; l’uso architettonico delle forme, dei volumi e delle proporzioni e la visione prospettica che emerge dalle “costruzioni” articolate; l’attenzione prestata alle singole sfumature cromatiche, applicata persino alle pieghe millimetriche delle stoffe, per ottenere nuovi e incredibili effetti di colore. Vengono messi in evidenza tutti gli aspetti che pongono inevitabilmente il percorso creativo di Roberto Capucci, oltre le mode e oltre la moda. Vanno in scena fonti di ispirazione molteplici, numerose creazioni si rifanno all’arte, all’architettura, alla natura.
Non mancano esempi di abiti realizzati nello stile della “˜Linea a Scatola’, invenzione paradigmatica di Roberto Capucci, per cui fu insignito del Filene’s Fashion Award (l’Oscar della moda consegnato a Boston nel 1958). Si parte dagli abiti realizzati all’inizio della carriera, quando Christian Dior definì Capucci il più grande fashion designer italiano, si prosegue con abiti-scultura leggendari, ad esempio la “˜Colonna Dorica’ del 1978 o la serie creata in omaggio a Firenze a partire dal 2007. Il percorso accoglie abiti degli anni ’70, basati su innovative sperimentazioni materiche, realizzati accostando sete lussuose e georgette a materiali inusuali come il bambù, la corda e la paglia (nasceva un dialogo estetico fra la moda e le tendenze lanciate dall’Arte povera). E’ esposta la famosissima creazione “˜Nove Gonne’ del 1956, in taffetas di seta rosso ‘bello’, caratterizzata da nove stratificazioni di tessuto sovrapposte. L’abito, ispirato ai cerchi concentrici prodotti da un sasso lanciato nell’acqua, ha riscosso un’enorme successo, divenendo il preferito di dive del calibro di Esther Williams e Marilyn Monroe.
Il Direttore Generale della Fondazione Roberto Capucci Enrico Minio Capucci, artefice di questa imponente operazione culturale, ha dichiarato: «Sono molto felice che il terzo museo più importante d’America abbia voluto accogliere il lavoro di Roberto Capucci. La nostra Fondazione si affaccia così, su un territorio di estrema importanza e lungimiranza per ciò che riguarda la filantropia culturale e mi auguro che questo sia l’inizio di un futuro di scambi e di sviluppo». Proprio in questa ottica la Fondazione ha realizzato una serie limitata di Mini-Capucci, 6 esemplari per 6 storiche creazioni in scala ridotta (ca. 1/40) di opere del Maestro, realizzati nel laboratorio creativo e sotto la sua guida. I Mini-Capucci, eseguiti con le medesime proporzioni e gli stessi preziosissimi tessuti degli originali, saranno messi in vendita presso lo shop del Philadelphia Museum of Art e on-line.
Note sugli abiti in galleria
Abito 1. 1982, Roberto Capucci ‘Arancia’. Abito-scultura, velluto rosso; pannelli a semicerchio gazaar giallo, arancio e fucsia. Prima presentazione: Milano Palazzo Visconti
Foto Claudia Primangeli. Archivio della Fondazione Roberto Capucci
Abito 2. 1978, Roberto Capucci ‘Colonna Dorica’. Abito-scultura, raso beige modellato come una ‘colonna dorica’, foglie sulla cinta. Prima presentazione: Roma Palazzo Barberini
Foto Claudia Primangeli. Archivio della Fondazione Roberto Capucci
Abito 3. 1956, Roberto Capucci ‘Nove Gonne’. Abito-scultura, taffetas di seta rosso ‘bello’, elementi sovrapposti sulla gonna. Questa celebre creazione ha fatto parte della prima presentazione di abiti di Roberto Capucci in America, nel 1956. L’abito ha riscosso un enorme successo, divenendo il preferito delle dive: Marilyn Monroe, Esther Williams, ecc. Prima presentazione: Firenze Sala Bianca Palazzo Pitti
Foto Claudia Primangeli. Archivio della Fondazione Roberto Capucci
Abito 4. 1980, Roberto Capucci. Abito-scultura corto, taffetas giallo oro e viola, elementi a lame doppie effetto origami, blusa georgette gialla. Prima presentazione: Roma Palazzo Barberini
Foto Claudia Primangeli. Archivio della Fondazione Roberto Capucci