“100 abiti che sconvolsero il mondo”. Un testo interessante.
I libri di storia della moda e del costume sono innumerevoli. Ognuno ha un suo punto di vista per esaminare il fenomeno: quello puramente storico, quello sociologico, quello che esplora il rapporto tra moda e arte, moda e cultura del tempo.
Il saggio appena pubblicato “100 abiti che sconvolsero il mondo”, il nuovo volume di Massimiliano Capella, edito da 24 Ore Cultura, scegli un approccio e un punto di vista particolari. Ci parla di quei singoli abiti -l’autore ne ha selezionato 100, maschili e femminili-, che hanno “sconvolto” il mondo, nel senso che hanno segnato in modo singolare, se non addirittura capovolto, i codici estetici del tempo, dando una nuova interpretazione dell’architettura dell’abito, della sua geometria, esigendo anche una tecnica nuova per costruirlo. Si pensi agli abiti che sono costruiti sul corpo come il peplo, o il chitone, ma anche gli abiti drappeggiati di Madame Grés e Madalein Vionnette: il tessuto è poggiato sul corpo e l’abito è costruito direttamente sul corpo.
Nel corso dei secoli molto spesso sono gli abiti a definire la silhouette del corpo femminile influenzando, ridisegnando, talvolta falsando, o accentuando il primitivo disegno a 8 del corpo. Gli esempi più conosciuti -da lì inizia l’autore il suo racconto- sono le indumentarie greche e romane che riproducono le forme delle colonne riportandone anche le scanalature; oppure gli abiti del periodo liberty quando la silhouette diventa filiforme, a stelo. In altri momenti storici, l’abito creato con stoffe pesanti e sovrapposte, rende imponente la figura maschile e femminile e l’abito stesso diventa segno dello status di chi lo indossa. Vanno ricordate anche le epoche in cui la figura femminile si allarga sui fianchi grazie all’utilizzo del pannier; oppure con il rigonfiamento della veste sul retro grazie alla tournure, che crea un’insolita forma a S che sbilancia la figura verso il dorso o la crinolina e il guardinfante; le gonne si espandono, grazie a nuovi accessori che permettono di distanziare sempre più l’abito dal corpo: tutti questi esempi trasformano la figura femminile in qualcosa di artificiale e alieno.
Ci fermiamo qui, ma la storia dei cambiamenti dell’abito e della silhouette femminine continua, nel testo che stiamo esaminando, fino ai nostri giorni e costituisce una prima necessaria informazione, perché il lettore possa seguire l’autore nel suo successivo esame critico dei cento pezzi, uno per uno, oggetto del suo studio. Il testo si arricchisce di immagini preziose quelle che traggono spunti da dipinti dall’inizio del XIV alla fine del XIX secolo, ma anche bozzetti o fotografie più attuali, ognuna delle quali è accompagnata da un testo di commento. Interessanti anche i luoghi di confronto tra opere passate e realizzazioni/trasposizioni attuali; qui l’autore aiuta il lettore/studioso a rendersi conto come i tempi più moderni hanno ripreso le soluzioni e talvolta le stravaganze di tempi passati. Basti osservare che il New Look di Cristian Dior riporta in auge -anche se in modo più moderno e disinvolto, con soluzioni più morbide e certamente non mortificanti per il corpo-, corsetti e crinoline; Sarah Burton per Alexander McQueen ripropone la crinolina come gonna riccamente infiocchetta nella sfilata P/E 2013.
Il volume merita attenzione. E’ evidente un lungo lavoro di ricerca da parte dell’autore, storico dell’arte e della moda, autore, curatore e direttore museale. Nel prologo al volume lui stesso spiega come il testo è “la sintesi di un lungo lavoro di confronto tra arte e moda che ho avviato a Londra nel 1994, in seguito all’incontro con la professoressa Jane Bridgeman. Qualche anno più tardi, durante i miei corsi di Storia del Costume e della Moda presso l’Università degli Studi di Bergamo (2015-2021), si è sviluppato il progetto ARTE | MODA ARCHIVE, attraverso il quale sono state catalogate centinaia di immagini relative a dipinti datati, documenti iconografici imprescindibili per la conoscenza dell’evoluzione della moda in sei secoli”.
Duemila anni di storia del costume e della moda scorrono agevolmente attraverso le pagine del testo e raccontano duemila anni di evoluzione della moda che per la sua natura effimera, muta talvolta in tempi più rapidi delle mutazioni culturali della società; ma si sofferma anche, su quegli abiti che, secondo l’autore, possono narrare meglio il rapido cambio della sensibilità estetica del pubblico.