American Woman forever
“The American Woman: Fashioning a National Identity”, al Metropolitan Museum di New York dal 5 Maggio al 15 Agosto, si presenta come una mostra pilota nel definire le linee della moda a stelle e strisce nell’arco del cinquantennio che va dal 1890 al 1940.
Curato da Andrew Bolton, l’evento vuole essere un omaggio all’identità femminile d’Oltreoceano, che viene espressa in sei archetipi corrispondenti alle sei sezioni in cui la rassegna è divisa: le Ereditiere, le Gibson Girls, le Bohémiennes, le Suffragette, le Flappers, le Sirene dello Schermo.
A rappresentarle sono, oltre a decine di bozzetti, ben 75 abiti di alta moda (molti dei quali esposti qui per la prima volta) provenienti dalla Costume Collection del Brooklin Museum, recanti le firme dei più prestigiosi stilisti del periodo in oggetto: Chanel, Fortuny, Grès, Schiaparelli, Vionnet, Lanvin, Fatou, Worth, Banton, Soeurs, Eta, ecc.
La mostra, organizzata dall’ineffabile Anna Wintour, “direttorissima” di Vogue America, mentre traccia l’evoluzione della figura muliebre mette a fuoco i trend che, nel tempo, sono giunti fino ai nostri giorni gettando le fondamenta della donna attuale. Una donna che trascende i confini degli Usa per farsi figura del mondo.
In questo, secondo noi, risiede l’autentica valenza di questa iniziativa così “americana”, inaugurata con un party quanto mai spettacolare e ad alto tasso di mondanità, con tutte le griffatissime star hollywoodiane precettate dalla “zarina” Wintour (il sito ufficiale del Met ospita addirittura una Sarah Jessica Parker nelle insolite vesti di guida museale): l’apertura della mostra, in effetti, è stata fatta coincidere con il tradizionale Costume Institute Gala, considerato secondo solo alla serata degli Oscar dai personaggi dello show biz e dai fashion addict.
Strepitose le mise sfoggiate sul red carpet in questa occasione: da Sienna Miller in abito blu di Emilio Pucci a Whoopi Goldberg in ieratico bianco di Chado Ralph Rucci, da Gisele Bundchen in mini mozzafiato di Alexander Wang alla giunonica Eva Mendez in nero Dolce&Gabbana, da Kate Hudson luccicante in Stella McCartney ad Anne Hathaway teneramente chic in Valentino, dalla sorprendente Lady Gaga in Prada a Jennifer Lopez perfetta in Zuhair Murad, da Ivanka Trump statuaria in Versace a Padma Lakshmi fascinosamente esotica in Cavalli, solo per citare qualche nome fra i tanti.
“American Woman” si prospetta come una mostra di indubbio interesse non solo dal punto di vista del costume, rivelando come l’evoluzione (rivoluzione?) di stile della donna americana sia strettamente connesso alla cultura in termini di emancipazione sessuale, sociale, politica. E, oltre ad esplorare le percezioni della figura femminile nel periodo 1890-1940, analizza le modalità con cui la sua immagine attuale ne è stata condizionata.
Come ha dichiarato il curatore dell’esposizione Andrew Bolton, “L’ideale della donna americana passò da una dipendenza nei confronti delle idee europee di eleganza ad una sensibilità che rifletteva una serie di libertà che sono ancora legate alla donna americana di oggi. La mostra indaga il ruolo della moda nel definire la rappresentazione femminile da un punto di vista storico e racconta attraverso le immagini la capacità della moda di ingabbiare le donne in archetipi che ancora oggi persistono”.
Da vedere, mondanità a parte.