Il nuovo corso di Anna Fendi Venturini
Villa Laetitia: Anna Fendi Venturini ha trasformato una affascinante villa romana, custodita da gigantesche sculture e proprio di fronte al Tevere, in una residenza davvero senza confronto.
L’inventiva e instancabile sorella Fendi (una delle cinque e mamma di Maria Silvia a sua volta autrice di borse best seller , borse mito, come baguette e toujours), ha inserito il suo marchio AFV all’interno della splendida costruzione.
Stile liberty, realizzata nel 1911 dall’architetto Armando Brasini, la villa ha infine trovato la sua griffe e un nuovo, fortunato destino.
Un hotel, dove tutto è differente: dai plaid in cashmere e pelliccia, ai letti disegnati e realizzati da lei, così come ogni elemento d’arredo, fino al giardino coperto. Comunque in una radiosa prevalenza di bianco. Anche per il pianoforte a coda. In spazi luminosi nei quali una padrona di casa attenta e cortese accoglie con grande affabilità in un clima intimo ed efficiente.
Perché ha scelto di misurarsi con il turismo, trasformando Villa Laetitia in un super hotel?
“Dal 2000 Fendi è parte di un grande gruppo LVMH, uscendo dal team creativo ho deciso di dedicarmi dunque a questo prezioso edificio. Trasformandolo in ciò che vede. Ho lavorato moltissimo: ho personalmente pensato alla sua ristrutturazione, all’arredo, a ogni singolo oggetto. La casa per me è un valore: e qui ho voluto ricreare l’intimità indispensabile, insieme all’efficienza di ogni suo componente, perché tutto risulti perfetto. Tra opere d’arte e collezioni di veri capolavori (Burri, Castellani, Uncini, ecc).
In una dimora tanto particolare arrivano in prevalenza colleghi stilisti?
“No. Non è un hotel esclusivamente dedicato agli stilisti anche se Bulgari, la scorsa estate, lo ha utilizzato per alcune settimane come showroom ricevendovi i suoi buyer”.
Come nasce la sua passione per la moda? E tutto ciò che, con le sue sorelle, l’ha spinta a divenire parte determinante del miglior Made in Italy?
“Nostra madre Adele, è stata una figura determinante nelle mie scelte, molto autorevole, non ho mai saputo dirle di no. Aveva un’attività commerciale e dopo la prematura scomparsa di nostro padre, ci ha tutte e cinque coinvolte nel suo progetto. Vivevamo ai Parioli e, dopo aver terminato gli studi in una ottima scuola, feci quello che all’epoca non era usuale per una donna: entrare nel mondo del lavoro. Le sono molto riconoscente per quello che ha realizzato: eravamo cinque e non era facile, ciascuna con il suo carattere. Eppure è riuscita a traghettarci in un’attività che a quel tempo non era che commerciale. In seguito siamo divenute noi le autrici di ogni nostro prodotto. Ricordo quel che dissi a mia sorella Carla (più orientata alla comunicazione): tutto ciò che proporremo deve essere esclusivamente creato da noi. E così abbiamo cominciato: prima con gli accessori, poi con la pellicceria. Ho dunque seguito la mia inclinazione, occupandomi della parte creativa, quale responsabile dell’ufficio progettazione”.
Il successo è arrivato subito?
“No, Le nostre collezioni, prima a Firenze poi a Milano, non interessavano troppo la stampa: ci dedicavano poche righe, eravamo a Roma. I buyers invece si accorsero presto di noi prima per il mercato Giapponese e poi per quello Americano. Ma la nostra scelta chiave fu aver individuato in Karl Lagerfeld l’autore della nostra collezione, del nostro stile, un autentico maestro”.
Quando avete conquistato l’America?
“Nel 1977: prima con un punto vendita esclusivo all’interno dei magazzini Goodman sulla fifth avenue a New York. L’ingresso era a fianco di Van Cleef. In seguito, insieme alla pellicceria, ci chiesero anche accessori e un vero total look. Da lì siamo partiti col pret à porter; la collezione ready to wear fu un grande successo”.
E ora?
Anna Fendi Venturini, tre figlie e nove nipoti, non smette di creare. Ora nella sua bella villa romana a disposizione di ospiti e turisti da ogni parte del mondo, con un giovane nipote accanto, Giulio Cesare, dal nome romanissimo e suo general manager.