Mostre à la page in salsa capitolina
Finalmente il bel tempo è giunto anche nella capitale e a festeggiare questo ardimentoso patto col meteo, aprono la stagione un paio di esposizioni sulle eccellenze internazionali della moda. La prima mostra, è stata proposta dalla Maison Francese LOUIS VUITTON; “EXIBITION SERIES 2” dal 22 maggio al 7 giugno 2015; presso la sede di PALAZZO RUSPOLI, Via del Corso, 418, Roma.
Un viaggio negli interstizi del pensiero creativo di Nicolas Ghesquière, attuale Direttore Artistico delle Collezioni Donna della Maison.Una passeggiata tutta speciale tra le sale del palazzo, in compagnia di una guida messa a disposizione dalla casa, per ciascun ospite o piccolo gruppo.
Attraverso un lungo corridoio si viene condotti nella sala iniziale che ha sembianze di una camera oscura. Accolgono il visitatore una serie di pannelli luminescenti, color rosso lacca, un marchio a fuoco che riproduce il logo della casa di moda registrato nel 1908, da Gaston-Louis Vuitton.
“PAST, PRESENT, FUTURE” il tema della mostra: tre tempi legati tra loro inesorabilmente, nei quali, il presente, rappresenta l’unico punto di contatto tra l’eternità e il tempo umano.
La prima sala scompare nella seconda. Ci si immerge nella scenografia dell’ultima sfilata p/e 2015 tenutasi a Parigi nella nuova Fondation Louis Vuitton, sulle pareti sono proiettate le TALKING FACES, eteree giovani facce parlanti, che si sovrappongono e poi si dissolvono l’una nell’altra, come un gioco di squadra nel quale non esistono ruoli, ne inizio, ne fine.
A seguire un’altra camera oscura vede proiettato un piccolo corto avente ad oggetto il baule, simbolo iconico della Maison.
Il percorso prosegue in una sala con pareti interamente rivestite di specchi, che consentono di osservare le tante sfumature di se stessi, e la proiezione a getto continuo delle 48 silhouette dell’ultima passerella parigina.
Entusiasmante trovarsi nel backstage di una sfilata con tanto di relle con foto e mise per ciascuna modella. Cuffie a disposizione dell’ospite che intenda immergersi nell’atmosfera che precedi di qualche minuto un défilé; emozioni esagerate, rapide, un mix di pura follia. Altrettanto entusiasmante soffermarsi ad osservare uno spiraglio dei laboratori della Maison, nei quali, sapienti mani assemblano, uno alla volta, ogni singolo, pregiato, pezzo.
C’è poi la sala bianca, di un candore accecante, allestita con calchi in gesso di donna che indossano gli accessori come fossero grappoli d’uva pendenti dalla pianta madre.
Per finire una carrellata di anziani bauli appartenuti tanto a personaggi del cinema quanto alla nobiltà europea di fine 800’(la Maison nasce nel 1884, come produttrice di bauli e accessori da viaggio). In mostra il baule datato 1887, appartenuto a una contessa e suddiviso in due scomparti. La parte inferiore dedicata al ricovero delle crinoline, la superiore agli accessori. Un baule in rame e acciaio dei primi 900’, commissionato da un gentiluomo dell’epoca per affrontare un viaggio nel deserto. Il baule appartenuto a Greta Garbo, e suddiviso in reparti atti a contenere 18 paia di scarpe e ancora, la borsa in tela e cuoio, destinata a contenere i panni sporchi.
Dal palazzo, si giunge, attraverso un passaggio segreto, allo Store della casa di moda che affaccia su Piazza San Lorenzo in Lucina, un tempo abitato dal cinema “Corso”. Interessante il design della scalinata interna che collega i tre piani, a forma di cinepresa. Al secondo piano, una piccola sala cinematografica, con tanto di poltrone e schermo gigante dove mariti, fidanzati e accompagnatori vari, possono gustare qualche corto in attesa della non ultima, caccia all’abito.
La seconda mostra capitolina, “L’ELEGANZA DEL CIBO” TALES ABOUT FOOD AND FASHION , in corso dal 19 maggio al 1 novembre 2015, ha sede presso i Mercati di Traiano in Via Quattro Novembre, 94. Curata da Stefano Dominella e della storica Bonizza Giordani Aragno, fa parte degli eventi presenti a Roma in occasione dell’EXPO 2015 , la mostra, un tributo all’inscindibile legame tra cibo e moda, vuole rappresentare come questi elementi si contaminino vicendevolmente. Cibo e abito servono corpo e anima, offrendo loro:” protezione, nutrimento e conforto”.
Per l’entrée, un trionfo di tulle crinoline e tutù pendenti dal soffitto come fluttuanti ballerine nelle mani di un vecchio burattinaio. Si chiamano abiti nuvola. In terra, strati di pannelli a specchio, creano fantastici giochi di luce e duplicazioni di qualsiasi cosa o persona vi si posi o cammini sopra.
Dal 1950 ai giorni nostri. Sono 160, le creazioni delle varie Maison esposte, tutte con del cibo plasmato sugli abiti o fuso con loro.
Sfumature di verde per la collezione gastronomica di Ken Scott p/e 1970, c’è il trench stampato a foglie di lattuga, mentre asparagi, zucchine e piselli rappresentano l’opzione prescelta per gli abitini a trapezio. Un uovo fritto per Agata Ruiz della Prada, ben in vista, sull’abito in velluto rosso cardinalizio.
Felci verdi e piccole bacche rosse ricamate a mano su un trionfo di organza di seta avorio, per l’abito con ampia gonna sorretta da crinolina in tulle a più strati, di Christian Dior by Irene Galitzine collezione p/e 1953; l’abito riporta la mente ai giri di valzer in un salone addobbato, con dame in fiore vestite a festa e arditi cavalieri.
Frange, e applicazioni floreali su ampia gonna per Alberta Ferretti, collezione p/e 2015 perfetta, per una festa in spiaggia al chiaro di luna. Ben si allinea con l’abito lungo in seta stampata a paesaggio marino della collezione p/e 2015 di Emilio Pucci.
Spighe di grano sul bustier e pantaloni in juta incastonati da salatini di varie fogge; ciambelle di pane decorate al posto dei bracciali e un filone di pane come copricapo, per “ l’’abito del pane” realizzato da Guillermo Mariotti p/ e 2015, per Gattinoni.
Ananas cocomeri e sacchi di iuta come cappelli per la collezione Mariella Burani spring /summer 2000.
Potrebbe intitolarsi “madre natura” e passeggiare nel bosco di cappuccetto rosso, l’abito scultura realizzato con radici di liquirizia, da Tiziano Guardiani
Una sala intera è dedicata a bizzarri copricapo di Patrizia Fabbri collezione p/e 2015 divertente la fila di pesci elicoidale, così come spiritoso il copricapo con aragosta, mentre una sezione è consacrata ai foulard delle varie Maison, stampati con fiori frutta e verdure. Tenerissime poi, le scarpine da bimbetta decorate con ciliegine e fetta di mandarino. Istallazioni video e reportage fotografici esauriscono la mostra.
C’è tempo fino al 1 novembre! Gustatela!!