Melampo un brand da ricordare
Sono nate a Milano Lulù e Anna Poletti designer del brand Melampo Milano che sfila ad AltaRoma gennaio 2016 sulla passerella del Guido Reni Destrct.
Sono cresciute in azienda. Quella del nonno che nel 1947 avviò una piccola bottega produttrice di cappelli fatti a mano. Poi intorno agli anni l’evoluzione in impresa familiare per la produzione industriale di camicie per le grandi griffe come Armani e Valentino.
E poi tra il 2013-14 la grande svolta. Realizzare il progetto accarezzato di trasformare l’azienda di famiglia in brand di moda contemporaneo, dove mettere a frutto quanto imparato nelle scorribande in fabbrica, giocando con bottoni e scampoli di tessuti, forbici e macchine da cucire.
Non a caso la camicia rimane nella loro memoria come un heritage che contrassegna fortemente, come filo conduttore, la collezione A/I 2017-18, ma che rappresenta anche il meglio dello sforzo creativo delle designer.
Finaliste di “Who Is On Next?” 2016, danno buona prova di se ad AltaRoma di gennaio 2017 con una collezione dai toni intellettualistici con citazioni medievali nella presenza della infula come suggerimento di copricapo per l’autunno-inverno prossimo, nella linea dell’abito verde bosco lungo; sempre di ispirazione medievale sono le stampe, un bestiario mitologico. La mitologia ricorre nel nome del brand, Melampo “colui che ha un piede nero”,personaggio della mitologia greca che conosceva il linguaggio degli animali, aveva virtù profetiche e di guaritore. Ma forse il nonno fondatore pensava solo al vecchio cane di Pinocchio che stringe un patto fedifrago con le faine!!!
Il rinascimento spunta nelle maniche. Poi il tartan scozzese e i colli vittoriani, la camicia contemporanea. Molteplicità di stili, molteplicità di linee che ondeggiano tra il costruito e decostruito; di tessuti che si alternato, leggerissimo sopra, un pizzo chantilly nero e corposo, tappezzeria, stampato a grandi fiori per la gonna, velluto delavé e cotone sopra per la camicia a righe con ricami sopra; modi diversi di comporre la mise, la camicia sotto il vestito, la camicia portata nel più classico dei modi con una gonna.
Una collezione difficile da definire e catalogare, dai contrasti assoluti, come la distanza tra l’abito bianco di Sangallo quasi monacale nella sua costruzione, e la complessità della mise composta da una ricca gonna dove le righe giocano a creare illusioni ottiche da op art e camicia con le maniche fortemente enfatizzate.
Una collezione meditata. Ogni capo sembra ripensato attraverso un’ottica diversa dalla realtà non per farlo diventare oggetto fuori del reale, ma per concettualizzarle in modo nuovo, mettendo insieme presente e passato, realtà oggettiva del capo e la sua trasfigurazione operata dall’interiorità, -emozioni e memorie- delle designer.
Le aspettiamo alle prossime prove!