Un nido per la collezione P/E 2024 di Daniela Gregis
Lo stile di Daniela Gregis non è alla moda ma è la moda di stile di Daniela Gregis, riconoscibile anche dalla atmosfera in cui la collezione viene presentata. Prima il chiostro dell’oratorio di Sant’Ambrogio dall’atmosfera fortemente spirituale o un vicino camminamento -che dalla Basilica porta verso l’Università- battuto dagli studenti che si fermano a guardare stupiti.
Ora per la MFW P/E 2024 sceglie un ambiente bucolico all’aria aperta. Il frutteto disseminato di alberi Kiwi, pronti per essere raccolti, dell’antica Villa Mirabello accoglie in pieno sole il pubblico, e lo fa accomodare sul prato, con seggiole raccogliticce, come si fossero radunate tutte le sedute degli ambienti della Villa per accogliere, oltre le previsioni, tanti amici venuti a festeggiare.
“L’eleganza non è eccesso a tutti i costi, trovo sia più elegante un contadino di una signora male agghindata”, ha dichiarato la stilista in qualche occasione. Questa convinzione spiega il suo stile, essenziale, lento, come il ritmo della musica che accompagna l’incedere delle modelle quasi solenne per non disturbare l’atmosfera di raccoglimento che si è reato tra il pubblico.
Apprendiamo che l’idea che ha guidato la stilista per la collezione P/E 2024 è il tema del viaggio o meglio del ritorno in un posto familiare. La location diventa un luogo familiare, quasi un nido accogliente dove termina ogni viaggio.
La collezione, nella sua sofisticata semplicità, pare voler rispettare questo luogo familiare e intimo, ma luminoso dove dominano il sole e i colori che, su un pannello che fa da sfondo, attenuano lo scuro delle foglie e dei frutti. Si compone di abiti che sembrano non necessitare le cuciture e se pur con tessuti stropicciati, costruisce uno stile preciso, ma leggero, che infonde pace e serenità. Non disturbano l’atmosfera dell’insieme i capi coloratissimi. Accanto al bianco e alle nuances neutre, esplodono il blu intenso, il rosso, i blocchi di colore, per poi tornare alle nuances più tenue pennellate sul tessuto quasi si trattasse di comporre un delicato acquarello.
Il turbante accessorio cui rinuncia solo Benedetta Barzini, nella sua ardita costruzione dona un tocco in più di femminilità; le borse, le scarpe -rozze zattere a volte indossate spaiate-, traspirano lo stesso stile bucolico. La stilista così descrive la sua collezione estiva: abiti che «hanno tasche, dentro cui riporre le bacche e i tramonti e borse per trasportare i colori dei fiori e scarpe pronte a sollevare fieno che pavimenta l’estate».
I capi maschili, come sempre pochi, non si distaccano dal ritmo e dallo stile dei capi femminili.