Quasi un’autobiografia di Fernanda Gattinoni
Il libro “Cent’anni di stile, Vita di Fernanda Gattinoni creatrice di alta moda e di concrete utopie” di Aldo D’Ambrosi, Editrice Nuovi Autori, ripercorre vita e lavoro della stilista d’alta moda Fernanda Gattinoni (1907/2002).
Questo personaggio, dal carattere forte e tenace, ha vissuto una vita caratterizzata da innumerevoli successi e riconoscimenti, come ad esempio il titolo di “Cavaliere del lavoro” e la cittadinanza onoraria ricevuta dal sindaco di Cocquio Trevisago (Varese), suo paese natale, nel settembre 2001. Ma costellato anche da rammarichi e lutti, tra i quali la prematura scomparsa del figlio Raniero, non più che quarantenne. Come lei stessa ha dichiarato durante l’intervista che ha dato vita alla stesura del libro: “Sì, forse ho dedicato troppo tempo al lavoro, trascurando la famiglia”. In effetti il tempo dedicato al suo amato lavoro è stato veramente molto, basti pensare che ha continuato la sua attività fino a ché la forze glielo hanno consentito.
Il testo che risente del carattere dell’intervista ed è quindi privo di un ordine storico, c’introduce in modo informale, ma carico del patos del racconto vivo, nella vita della stilista: l’infanzia di Fernanda, nata Miracca, a Cocquio Trevisago, il periodo degli studi nel collegio delle suore svizzere a Besozzo (Varese) e poi la partenza, appena diciottenne, per Londra. Fu proprio in questa città che ebbe inizio la sua carriera di stilista, prima a fianco di uno stilista italiano molto conosciuto all’epoca, Roberto, e poi da Molineaux (1924), che era la casa di moda più importante del Regno Unito e che aveva sede anche a Parigi. Per questo durante la sua permanenza presso Molineaux trascorreva sei mesi a Londra e sei a Parigi, dove rifiutò di lavorare per Coco Chanel. Poi la decisione di ritornare in Italia (1930) e il suo apprendistato da Ventura a Milano, celebre sartoria degli anni Trenta; nel giro di pochi anni assunse la direzione creativa della maison affianco a Madame Anna. Nel 1934 la casa di moda Ventura aprì la sua sede a Roma e la direzione stilistica fu a lei affidata. Nel 1944/45 lasciò la maison Ventura e aprì il suo atelier a Roma. Molte sono le dive e le donne di rilievo di quel periodo che si rivolsero a lei per la creazione d’abiti; tra queste ricordiamo Ingrid Bergman, Anna Magnani, Lucia Bosè, Ava Gardner, Clara Calamai, Edda Ciano, Gina Lollobrigida, ecc., solo per nominarne alcune. E come dimenticare, poi, gli abiti creati per Audrey Hepburn e tutte le figure femminili del colossal cinematografico “Guerra e Pace”, ottenendo la nomination al premio Oscar per i costumi, e preludio della collezione “Impero”, che ebbe un enorme successo.
Questo libro è una vera e propria intervista nella quale Fernanda Gattinoni parla di sé, della sua famiglia, del suo lavoro, dei ricordi della guerra, della politica del passato e attuale sempre con la tenacia e la forza d’animo che hanno caratterizzato tutta la sua esistenza.