Bangles
I giusti accessori riescono a personalizzare anche lo stile più classico: c’è chi punta sulla borsa firmata, chi sulle scarpe, chi, invece, opta per il tintinnio dei bracciali al polso: i bangles, che ricoprono interi avambracci delle donne.
Di legno, di plastica e di metallo, necessariamente grossi, colorati e non flessibili, l’importante è che siano indossati in gran numero per essere meglio notati (vanno portati in numero multiplo). Questi bracciali, indispensabili d’estate, grazie al loro prezzo contenuto si comprano sulle bancarelle delle fiere, nei negozi etnici, ma per le “shopaholic” si trovano preziosi modelli firmati Chanel.
I bangles sono, infatti, degli ornamenti femminili della tradizione indù che venivano indossati dopo il matrimonio. La parola deriva dall’ hindi “bungri” che significa vetro; questo è il materiale con cui vengono costruiti i modelli usati per matrimoni e feste, ma ne esistono altri in argento ed oro arricchiti da pietre preziose. La tradizione impone alla sposa di portare il maggior numero di bangles e di terminare la luna di miele con il neosposo solo dopo che l’ultimo bracciale si è rotto.
Dopo il matrimonio, invece, la sposa ne indossa due: rosso per simboleggiare la felicità e verde per l’auspicata fertilità. Tutte le donne sposate, quindi indossano i bangles. Negli ultimi anni, però, anche le giovanissime hanno iniziato ad indossarli, anche se non maritate. Sempre la tradizione vuole che questi vengano tolti dalle braccia delle vedove.