Lorenzo Riva per Roma
Afferma categoricamente che l’Alta Moda deve rimanere a Roma e invita chi sfila a Parigi a ripensarci. Lorenzo Riva, ma anche altri lo hanno sussurrato, spera che a luglio si torni a sfilare a Trinità dei Monti e lascia questo suggerimento alla prossima gestione di Alta Roma. Ma nello stesso tempo, a fine sfilata, rende omaggio a Nicoletta Fiorucci Presidente uscente di AltaRoma.
Nel frattempo mette tutto l’impegno perché la sua collezione sia come sempre un esempio di eleganza e di bon ton. Inventa con un pizzico di ironia, che sdrammatizza lo stile impeccabile dei suoi outfit, la “donna birillo” dalle acconciature, cappelli fatti di capelli, bizzarre. Rappresenta così una donna che sa contaminare gli abiti senza tempo con la modernità.
La sua fonte di ispirazione? Dichiara che è stata Jeanne Moreau degli anni settanta, quando era la musa di Pierre Cardin, ma anche Jane Birkin e a Charlotte Rampling.
Attingendo agli anni settanta costruisce una silhouette rigida con abiti a tubo, segnati in vita; accorcia l’abito lungo, irrigidisce l’orlo e lo trasforma in una corolla. Poi scatena la fantasia per creare tailleur e abiti cocktail in cui le balze, una o anche due, sollevate restano perpendicolari alla struttura dell’abito e trasformano completamente la silhouette. Pur se ammiriamo che ciò dà all’indossatrice, anche per mantenere uno stabile equilibrio sui tacchi altissimi (pare 18 cm.), un incedere elegante e quasi etereo, l’interrogativo sulla praticità dell’abito si impone; e lamentiamo la situazione di chi fosse costretta a indossarlo in una cerimonia dal momento che impedisce una qualsiasi posizione di riposo, si trattasse anche solamente di poggiare le spalle allo stipite di una finestra. Forse dobbiamo passare sopra e considerare queste creazioni un po’ irreali e surreali, come licenze “artistiche” nell’ insieme di una collezione che comunque si distingue per vestibilità.
Allora guardiamo altro, anche se dobbiamo dire che abbiamo visto cose molto migliori nella vasta produzione di Lorenzo Riva, anche nel pret-a-porter.
Piccola giacca su gonna in seta bianca molto costruita ed elaborata con drappeggi fermati con grandi fiori neri sui fianchi; corte su abiti fantasia per lasciare in evidenza il disegno; senza manica per il tailleur bianco con nervature che disegnano grandi losanghe e fiori applicati; fermata in vita con una sottile cintura. In genere le spalle per giacche e vestiti sono costruite e squadrate.
La presenza di fiori applicati o ricamati è il tema che maggiormente si ripete: sulle scollature, sulle gonne e le giacche ed abiti; fiori in bianco o in rosa applicati anche sugli stampati pied-de-poule e poi sui polsi e sull’orlo; grandi fiori con rami e foglie ricamati sull’ abito écrue e piccoli fiori ricamati sull’abito monospalla color ghiaccio.
La paletta dei colori è sobria: bianco, panna, ghiaccio, nero a contrasto, verde acqua, ottanio; stampe floreali e pied-de-poule giganti.
La collezione termina come di consueto con un tradizionale abito da sposa, dalla linea semplice che segue la silhouette femminile senza enfatizzarla e ricami sulle due balze; velo fermato da due fiori.