Dieci anni di creazioni di Gianni De Benedittis
FuturoRemoto il brand di Gianni de Benedittis orafo salentino, compie dieci anni. E lo celebra nella seicentesca dimora di Palazzo Tafuri di Lecce con un evento dal nome “Tuono Fashion Event”, che sta ad indicare il tempo fulmineo dell’intuizione artistica. Ed immediatamente viene da chiedersi: ma esiste una forma verbale per esprimere questo tempo del futuro remoto in cui l’intuizione artistica può essere istantanea?
Scavando nella memoria delle conoscenze grammaticali diciamo di no.
Scavando nella memoria scientifico/filosofica, la concezione lineare del tempo suggerisce che il futuro è il tempo che ancora non è raggiunto; la teoria della relatività dice poi che, dato uno specifico sistema di riferimento, il futuro è lo spazio nel quale sono collocati gli eventi che ancora non sono avvenuti. Non trovo quindi il riferimento ad futuro remoto. Mi viene in aiuto la quotidianità: qui l’espressione sembra indicare un tempo futuro irraggiungibile, un tempo molto lontano dove lo spazio è popolato da oggetti oggi presenti solo nella fantasia di un visionario: solo qui, nella fantasia, l’oggetto diventa “reale” in un tempo istantaneo.
FuturoRemoto è proprio questo. Il lavoro di un visionario. Un brand, un marchio creato da Gianni De Benedittis, per realizzare una sua personalissima visione del gioiello più o meno condivisibile, ma certamente originale. Ogni sua collezione ha il sapore di un’avventura avveniristica. Il nome dato ad una delle sue collezioni “Oggetti geneticamente modificati” OGM, sembra rispecchiare la sua concezione di questo accessorio di lusso. Attingere alla quotidianità di oggetti di uso comune, decontestestualizzarli per dare loro nuova vita in una sfera più alta trasformandoli in oggetti di lusso; elevare ad oggetto d’arte, oggetti quotidiani che non appartengono al contesto della gioielleria. Il gioiello non è concepito come semplice assemblaggio, se pur artistico, di gemme e metalli preziosi, ma come adorno dinamico atto ad esprimere concetti e sentimenti o adorno che si appropria del dinamismo dell’oggetto ispiratore.
Sono nate così altre collezioni, come Nido, per il concorso Who in on next?, dove fili d’oro si accavallano a disegnare uno spazio circolare un Nido di assoluto dominio femminile, oppure Linee e punti segmenti d’oro disposti ordinatamente in modo da offrire l’illusione ottica di un loro movimento.
Sfere armillari luglio 2009 inaugura una collaborazione con Gattinoni: per accompagnare abiti di una collezione siderale di Guillermo Mariotto, Gianni De Benedittis cerca l’ispirazione nel modello di sfera celeste inventato nel 250 a.c., cerchi concentrici graduati che permettevano di studiare il movimento degli astri. Se Sfere armillari si è fatta notare per l’originalità, design, preziosità, deludente, è stata deludente Palingenesi di gennaio 2010 per accompagnare ancora gli abiti Gattinoni firmati da Guillermo Mariotto. La clessidra, leitmotiv della collezione, si è rivelato un modello ingombrante e poco duttile per diventare oggetto portabile sotto forma di anello o collier. Anche la collezione Segnali di Lusso, oggetti atti ad indicare strategie per viaggiare sulle strade dei sentimenti, 2009 ci ha lasciati perplessi. Non l’abbiamo “presa sul serio”, l’abbiamo giudicata un divertissement .
L’evento celebrativo dei dieci anni di FuturoRemoto regala un altro oggetto visionario concepito dalla fantasia di Gianni De Benedittis. Ancora una creazione sorprendente che parte dalla trasformazione di un oggetto d’uso quotidiano. L’anello Scotch, dedicato alle donne manager, viene presentato come un prezioso oggetto utilissimo sulla scrivania, che si trasforma in un gioiello da indossare negli High meeting, dove il nastro adesivo funzionante e sostituibile allude alla possibilità, da parte di una donna, di lasciare sugli altri un pezzettino di sé. Come per Segnali di lusso ci troviamo dinanzi a un oggetto comune che assurge alla categoria di gioiello e che viene caricato di un significato. Se in Segnali di lusso la metafora sull’educazione dei sentimenti sembrava reggere, qui non regge e ci sembra che il gioiello non possa che essere classificato come un oggetto spiritoso e originale, di uso improbabile, sul dito, più probabile sulla scrivania, ma decisamente costoso: una proposta insolita e quasi provocatoria di un artigiano che sa essere artista.
Scavando nella memoria delle conoscenze grammaticali diciamo di no.