Il Gioiello Italiano ha voce (e cuore) di Donna
Ci sono donne che, impegnate nel business della moda e del lusso, non si accontentano del lavoro che svolgono, ma sentono il bisogno di creare relazioni che pur inglobando la sfera professionale la trascendono, chiamando in gioco la condivisione di esperienze personali, valori, passioni, sogni.
E’ il caso delle 14 imprenditrici e professioniste che nei giorni scorsi hanno voluto fondare anche in Italia la Women’s Jewelry Association (WJA), un’organizzazione che negli Stati Uniti vanta migliaia di adesioni da parte di donne attive nel settore della gioielleria. Si tratta di una “rete” che nasce dall’esigenza di sostenersi reciprocamente, attraverso lo scambio di informazioni, idee, proposte: non solo per un lavoro migliore, ma anche per una vita migliore. Per tutti.
Il punto di partenza è la consapevolezza che il comparto orafo può essere “raccontato” più compiutamente, ovvero declinato sulle competenze e conoscenze di donne che quotidianamente lo interpretano facendosi alfieri globali dello stile e della qualità italiani.
Tra gli obiettivi di questa associazione che guarda al mondo vi è in particolare quello di aiutare la nostra gioielleria ad evolvere verso livelli superiori in termini di innovazione e creatività. E quando la femminilità si pone al servizio della cultura, con passione e determinazione, come hanno dimostrato brillanti esempi in altri business, ne sortiscono effetti straordinariamente positivi, a cominciare dall’aumento delle opportunità di lavoro.
Comunque, può permettersi di guardare lontano solo chi possiede una sicura coscienza identitaria, in altre parole chi conosce bene la realtà che lo circonda, mantenendo un legame forte nello spazio e nel tempo col territorio da cui proviene; e quando questo è rappresentato da un Paese leader storico per la gioielleria d’eccellenza, è giocoforza scommettere su un futuro che continui ad attingere alle fonti della tradizione sposata al progresso.
E’ significativo che Pilar Cabo Coin, Presidente della Italian WJA (con sede a Roma), subito dopo la nomina abbia puntato i riflettori sull'”aspetto etico del sistema” e sulla “necessità di una maggiore sensibilizzazione delle aziende e del consumatore”, mentre la Vice Presidente, on. Irene Pivetti, ha citato “gli aspetti umanitari che animeranno l’Associazione, a sostegno della formazione delle persone più svantaggiate in Italia e nei Paesi in via di sviluppo”, augurandosi che si stabiliscano solide relazioni anche con la Fondazione Learn To Be Free (LTBF) da lei medesima presieduta.
Tra le fondatrici dell’Italian Women’s Jewelry Association vi sono dirigenti d’azienda, giornaliste, consulenti di direzione, titolari di top-brand del gioiello, designer, scrittrici. Donne armate di tanta buona volontà, ci sembra; ignoriamo se siano “dolcemente complicate” come recita la nota canzone, ma siamo certi che sappiano dire “ancora un altro sì”: sì ad un lavoro più sostenibile, ad a una vita più degna di essere vissuta, ad un mondo più giusto e umano.
La nascita in Italia di WJA ci dà modo anche di riflettere su quale serbatoio di potenzialità (sovente sottoutilizzato) sia il lavoro femminile, che si trova ogni giorno a fronteggiare perduranti stereotipi e cultura sessista, stigmatizzati solo a parole. Eppure, le aziende hanno tutto l’interesse ad aumentare la “quota rosa” al proprio interno, poiché è dimostrato dai bilanci (cfr. indici di redditività Roe, Ebit) che un elevato mix di genere consente il raggiungimento di performance economiche ed organizzative superiori. E benché la maternità, specie nelle imprese italiane, sia considerata tutt’altro che un valore aggiunto, autorevoli psicologi americani hanno riscontrato la maggiore efficienza lavorativa proprio delle donne con figli: in effetti, l’esigenza di conciliare famiglia e impiego le stimola a razionalizzare il tempo e ad accelerare la gestione. In definitiva, le donne si rivelano portatrici di una visione nuova, di intelligenza emotiva, di orientamento al lungo periodo, di etica interiorizzata, di leadership mentale piuttosto che muscolare.
Si tratta di valori che è essenziale capitalizzare e trasferire nell’attività professionale in ogni realtà, per il bene di tutti, come ci stanno insegnando in modo pragmatico e sensibile anche le donne italiane di WJA.