Il tailleur. Inossidabile simbolo di eleganza
La caratteristica che più di ogni altra definisce e differenzia la moda da qualsiasi altro fenomeno sociale è senza dubbio il cambiamento, la tanto criticata obsolescenza forzata, tipica della moderna industria dell’abbigliamento. Il rinnovo degli stili vestimentari di stagione in stagione è la condicio sine qua non per il progresso e l’evoluzione di un settore che altrimenti sarebbe destinato ad una lenta ma inesorabile stagnazione.
A dispetto però di un dato quanto mai necessario ed inevitabile come quello del continuo cambiamento, la moda porta con sé, nel tempo, pochi ma precisi elementi di continuità, rivisitati alla luce delle epoche di riferimento.
Uno dei capi che meglio incarna tale stabilità stilistica è il tailleur, diventato nel corso dei decenni un elemento chiave anche dell’abbigliamento femminile.
Il primo esempio di tailleur ideato e progettato per una donna risale al 1885, quando lo stilista John Redfern ne realizzò un esemplare per la principessa del Galles. Da allora tale completo, indistintamente nella versione gonna o pantalone, comincia ad affermarsi nei più svariati guardaroba, come antesignano della futura e tanto agognata emancipazione. Tuttavia le strutture sartoriali ed i materiali utilizzati in queste prime versioni ottocentesche sono caratterizzati da una pesantezza – sia stilistica che materiale- che mal si adatta alle esigenze e ai movimenti di un corpo femminile.
Il “˜900, grazie all’apporto di creativi del calibro di Chanel, Patou, Schiaparelli e successivamente Yves Saint Laurent e Giorgio Armani, giunge poi a strutture e linee molto più raffinate e curate che segnano la definitiva imposizione del tailleur fra i capi must dell’abbigliamento femminile. Madamoiselle Coco rimarrà sempre famosa per i suoi straordinari tailleur in jersey o in tweed dai bottoni dorati e dalle forme gentili, così come la nobildonna Schiaparelli sarà ricordata per le spalle rinforzate da soffici imbottiture che conferivano alla silhouette un tono austero ma di un’eleganza impareggiabile.
La vera grande rivoluzione nell’ambito della costruzione e della rivisitazione di tale capo viene però compiuta negli anni ’70 da Giorgio Armani, pioniere del felice matrimonio fra moda e industria. Lo stilista simbolo del trionfo del pret -a- portêr Made in Italy si fa ideatore di una giacca completamente destrutturata, caratterizzata da leggere stoffe ad armatura solida e da forme destinate a rimanere leggendarie nella storia della moda. Il tailleur diventa il cavallo di battaglia della moda firmata Giorgio Armani e parallelamente si configura come l’indumento pensato per una donna che ha ormai scalato tutti i gradini del cursus honorum sociale ed ha acquisito una consapevolezza di sé e del suo ruolo senza precedenti.
Non c’è stilista che non abbia reinventato o interpretato in chiave assolutamente personale il classico tailleur, rendendolo estremamente femminile o estremamente maschile, utilizzando colori spenti e sobri- il greige di Armani ne è un valido esempio- o tonalità vive e risplendenti- il rosso Valentino declinato sulle magnifiche ed inimitabili spalle.
Insomma, dai primordi dell’emancipazione a tempi in cui si avverte l’esigenza di un ritorno alla pura femminilità, il tailleur è sempre stato un valido supporto per una piena espressione dell’eleganza formale.