“Who is on Next?”Ÿ. VI edizione
La VI edizione di “žWho is on Next?”Ÿ concorso ideato e realizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia, è uno dei momenti più attesi tra gli addetti ai lavori internazionali a caccia di nuovi talenti.
Vincitore per il prêt-à-porter, è stato designato Erkan Coruh, con la motivazione seguente “per la poesia e la creatività della sua collezione”; a pari merito per gli accessori sono risultati premiati Claudio Montias e Jerome Rousseau, per l’eleganza e la trasgressività del loro shoewear”.
Nato ad Istanbul nel 26 giugno 1976, Erkan Coruh dopo aver finito gli studi in Design di Moda all’Accademia di Belle Arti di Istanbul, nel 2003 Erkan vince il primo premio di giovane stilista dell’anno. Nel 2004 vince lo “IAF World Designer Contest”. Nel 2005 prosegue gli studi con un master in Fashion Design alla Domus Academy.
Il concept della collezione dal titolo Shirin che lo vede vincitore è costruito sull’idea di “Bellezza Radicale”ispirato all’opera di Shirin Neshat artista iraniana che analizza le difficili condizioni sociali specialmente della donna all’interno della cultura islamica. La collezione Shirin narra di un viaggio per allontanarsi dal rigido mondo islamico nell’incantevole bellezza della femminilità, che lo portano ad idee alternative come destrutturare l’abito tradizionale Burka, trasformandolo in modo da celebrare la femminilità.
Claudio Montias nasce a Buenos Aires da genitori europei e il suo lavoro esprime il confronto costante fra questi due poli culturali.
Guardando sempre all’Europa come punto di riferimento arriva a Milano ed entra nell’ufficio stile di Gianni Versace. Dopo questa significativa esperienza viene chiamato da Dolce & Gabbana come responsabile dell’ufficio stile calzature. Nel 2007 presenta la sua prima collezione all’interno del progetto Fashion Incubator, promosso dalla Camera della Moda Italiana. A seguito del successo riscosso viene nominato nel 2008 direttore creativo per la pelletteria e le calzature della maison Blumarine, collaborazione che sviluppa in parallelo con la sua griffe.
Lo stilista così definisce le sue creazioni ” Lo stile che caratterizza la linea è identificato nello studio delle costruzioni, delle forme e in special modo dei tacchi. L’attenzione ai tacchi, alla loro forma e utilizzo, è data dalla forte influenza dello studio personale della progettazione industriale. Dallo studio all’accademia delle belle arti, deriva la mia particolare e accurata attenzione all’accostamento di materiali pregiati e non. Segno distintivo nelle mie collezioni sono anche senza dubbio i colori, che occupano un ruolo determinante e creano abbinamenti inusuali, di avant-garde e raffinati”.
Jerome Rousseau lancia il brand nell’inverno 2008. Le sue creazioni sono ricche e studiate, moderne e sexy, dallo stile individuale e dall’appeal seducente. Nato a Quebec, il suo interesse per il disegno si sviluppa attraverso l’arte e la musica. “Ho iniziato a disegnare scarpe da adolescente, dopo aver visto un videoclip di Deee-Lite. Sono stato influenzato dal suo styling unico, ma, soprattutto, sono state le sue scarpe esageratamente retrò a catturare la mia attenzione“.
Arte moderna, design europeo, cultura pop e nightlife sono solo alcuni spunti ai quali si ispira Jerome. È la combinazione dell’estetica stilistica con la meticolosa attenzione per i dettagli l’elemento chiave attorno a cui ruota la cifra stilistica delle sua collezioni. “Quando disegno penso in termini di linea, forma e struttura. Solo in seguito unisco il fattore moda all’equazione“.
Sono molte le celebrities che indossano le sue collezioni, che sono apparse su testate internazionali.
Una considerazione generale a partire da questo concorso. Non potrebbe Altaroma trasformarsi in una grande manifestazione internazionale dedicata ai giovani? Si tratterebbe di offrire loro location di prestigio, di assicurare in qualche modo un buona presenza di stampa italiana ed estera; movimentare la Città ed il turismo romano intorno alla manifestazione. Riservare invece ai grandi un grande evento mediatico di rilevanza mondiale. E si ritorna a fare il confornto con “Moda sotto le stelle”. Tutto ciò risponde alla necessità che Altaroma trovi la sua specificità rispetto a Parigi, ma anche agli eventi che compongono il pret-à- porter.