Vestire un’identità
Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, pubblicato nel 1865, è probabilmente il classico per bambini meno per bambini che esista. Non a caso è considerato il capolavoro del non-sense inglese: le avventure di Alice non hanno un fine, semplicemente accadono. Per questo una trasposizione cinematografica fedele al testo è più che mai difficile da realizzare. Nel film di Tim Burton Alice non è più la bambina del primo cartoon Disney, datato 1951. È una ragazza di diciannove anni inquieta, poichè non si trova bene nelle convenzioni che tutti vorrebbero seguisse: tutti si augurano che lei sposi un lord orrendo e con la puzza sotto il naso. Ma evita di rispondere inseguendo un coniglio bianco, che la porta nel Paese delle Meraviglie. Là, tutti ritengono che lei sia quell’Alice destinata a sconfiggere il Ciciarampa, il mostro della crudele Regina Rossa, nell’imminente Giorno Gioiglorioso. Tutti le dicono cosa fare e Alice è stanca e confusa.
I costumi esprimono immediatamente questo stato d’animo. Dall’abito azzurro per il ballo, portato senza calze, né corsetto, al vestito rosso e nero che la regina rossa le fa indossare, fino all’armatura per combattere contro il drago: ogni tappa ha la sua mise che, soprattutto nei colori (prima tenui, poi più vivaci), è funzionale a mostrare la crescita interiore della protagonista. Ogni volta che cambia dimensione Alice ricava dal suo vestito iniziale un nuovo abito, che altri le cuciono addosso, fino ad essere abbigliata con le tende quando diventa enorme per la seconda volta. Soltanto quando avrà le idee più chiare in testa, alla fine del viaggio, la nostra eroina acquista dimensioni normali: allora sarà in grado di scegliere lei stessa il vestito giusto per lei. Tutte noi, come Alice, compiamo un viaggio quando iniziamo ad avventurarci nella scelta del look che più ci rappresenta. Le influenze che arrivano dall’esterno sono infinite ed è facile disorientarsi, ma tra una tappa e l’altra, la ragazzina lascia spazio alla donna. E allora un solo stile, più consapevole, dominerà incontrastato nelle meraviglie del nostro armadio.
Bellissimo articolo!