Il tribalismo metropolitano di Roccobarocco.
Roccobarocco ci trasporta nel cuore dell’Africa con una collezione ispirata ai colori del Senegal e della Costa d’Avorio: il pesca intenso degrada al rosa carne, l’acqua marina all’azzurro polvere, passando per il rosso deciso dei tramonti e il verde delle foreste. Gli accostamenti cromatici dal sapore tribale cedono poi il passo ai contrasti black and white per la mise più urbana.
Torna in passerella la macro stampa animalier sulle camicie lunghe che fungono da copricostume, sulle gonne e sui mini abiti da giorno, realizzati in lino e seta. Mentre è un gioco di intrecci tra fili di seta e cotone, effetto hand made, il tessuto definito “chinet estivo”, utilizzato per le giacche e i cappottini da città. Hanno un gusto decisamente bon ton i paletot in bouclè laminato.
Largo spazio agli shorts cortissimi, quasi culotte, agli abitini e ai top bustier con disegni geometrici dal sapore etnico, adatti anche per la sera se abbinati ad ampie gonne di garza dalle tinte pastello. I pantaloni sono stretti o più voluminosi e rigonfi sui fianchi: è questo forse il capo più vezzoso di tutta la collezione.
La silhouette è avvolta morbidamente dai tubini in jersey con il punto vita drappeggiato, oppure da abiti lunghi che scivolano sul corpo, sui quali si aprono piccoli oblò ad evidenziare ancora una volta i fianchi. Sandali altissimi o piatti, borse effetto paglia intrecciata e foulard completano la collezione.
L’ispirazione all’immagine della donna africana si coglie anche nell’acconciatura delle modelle: la fronte è coperta da una frangia dritta e i capelli sono raccolti in una coda bassa da un fermaglio che riprende i colori e le geometrie tribali degli abiti. Pettinatura decisamente più selvaggia e voluminosa per la sposa che chiude la sfilata in un abito vaporoso, con tanto di rosa applicata su un fianco, la stessa che decora la testa. La proposta per il giorno del sì è meno tribale, forse, ma troppo vistosa.
Applausi nella loggia dei mercanti, cornice del fashion show di Roccobarocco, per una collezione bella, perché espressione di una profonda sapienza sartoriale, ma forse poco in sintonia con l’idea di leggerezza e vitalità che la bella stagione suggerisce.