Chi è il prossimo?!
Una delle svolte più interessanti e confortanti dell’ultima edizione della moda milanese è stata indubbiamente la visibilità concessa ai giovani designer, ai quali è stata data l’opportunità di far conoscere il proprio estro creativo all’intero fashion system internazionale.
Era tanto che si dibatteva sulla necessità di promuovere nuovi talenti, soprattutto in riferimento al Made in Italy, allo scopo di creare un solido trampolino di lancio per stilisti giovanissimi formatisi nelle più importanti scuole di moda del mondo e cresciuti nei laboratori di alcuni dei più importanti nomi della moda internazionale.
La sesta edizione di Who is on next?, concorso ideato e realizzato da Altaroma con la collaborazione di Vogue Italia, ha presentato nella prestigiosa sede di Palazzo Morando in via S. Andrea le collezioni per la prossima primavera estate dei dieci vincitori del 2010. Sette i nomi per il prêt-à-porter e tre per le calzature e gli accessori.
Ogni collezione era supportata da una precisa fonte d’ispirazione, più intima e personale o carpita dal mondo esterno, per un risultato di freschezza e innovatività che ha convinto tutti.
Rosa Clandestino pensa ad una donna in grado di riassumere nel suo personalissimo stile influenze provenienti dalle più diverse culture, in cui gli accenti metropolitani si sovrappongono e si mescolano ad un romanticismo puro e non malizioso.
Erkan Òªoruh si fa invece guidare da forme più geometriche e strutturate, arricchite da dettagli radicali ed eccentrici che rendono i look finali decisamente moderni.
Massimo Giorgetti, con la linea MSGM, volge lo sguardo al passato nel tentativo di riportare alla luce, con una nuova consapevolezza, dei classici intramontabili, a cui anche la donna più marcatamente moderna, che rifugge le influenze delle altre epoche, non è in grado di rinunciare.
Dmajuscule, marchio ideato e diretto dallo stilista serbo Davor Mutic, si affida alla leggerezza dei tessuti: seta, organza e sottilissimo cotone costituiscono le piattaforme su cui sviluppare capi scivolati ed essenziali, resi unici dalle profonde cerniere o dai tagli netti delle casacche e dei trench.
Elisa Palomino, stilista spagnola laureata alla famosissima St. Martins School di Londra, gioca sulla sovrapposizione di tessuti diversi, combinando chiffon, pizzo e seta su stampe e colori molto intensi.
Gail Sorronda, linea ideata dallo stilista australiano Gail Raid, rifugge il colore e il modello, così come le linee rinchiuse in costruzioni tradizionali, per dare vita a modelli che traggono la loro principale ispirazione da un’intima emotività. Il risultato finale è fortemente contemporaneo e palesa una notevole abilità tecnica e sartoriale.
Infine Bragia, il marchio nato dalla collaborazione fra Alessandra Torella e Santo Costanzo, che grazie all’unione di due differenti esperienze riesce a coniugare un attento sguardo al passato con le più attuali tecniche sperimentali, sia nei colori sia nei materiali. Studio di nuove forme e creazioni di nuovi pattern danno vita ad una collezione molto vivace e nell’insieme coerente.
A seguire i tre nomi relativi agli accessori: Arnoldo][Battois, Jerome C. Rousseau e Claudio Montias Milano.
Il primo marchio, frutto della combinata esperienza dei due stilisti veneziani Silvano e Massimiliano, propone una serie di borse e calzature che rompono con qualsiasi canone tradizionale del mondo degli accessori, per dare vita a veri e propri pezzi unici, ognuno dei quali rigorosamente fatto a mano e impreziosito da particolari eccentrici ed insoliti. La morbidissima nappa utilizzata fa da sfondo a diversi colori pastello, come il lilla, il grigio perla e il giallo, declinati su drappeggi colore su colore o sull’alternanza di camoscio e pelle per clutch e borse più capienti.
A rendere fuori dal comune tali creazioni sono le applicazioni, che diventano quasi delle sculture in prossimità dei manici: gechi, teste di leoni o di elefanti, ricavati da stampi degli antichi portoni veneziani ed egregiamente riadattati come monili per accessori che non passano inosservati.
Rousseau pensa invece ad epoche più vicine, la sua ispirazione viene dalla cultura pop e dalle notti incandescenti della Londra degli anni ’80. La collezione si compone sia di stiletti che di sandali più flat, accomunati da materiali e colori che rendono chic anche l’idea apparentemente più scontata.
Infine Claudio Montias, con i suoi tacchi scultura, i suoi foulard a cingere la caviglia ed i suoi materiali pregiati alternati alla iuta e al vitello.
Una presentazione davvero encomiabile, creazioni molto innovative e sofisticate, un’attenzione al particolare maniacale e soprattutto un evidente amore per la moda e per il ben fatto.