Pellegrina
L’abbiamo sicuramente presente se pensiamo allo stile di Sherlock Holmes: quella mantellina in lana a quadretti che l’investigatore usava indossare sopra il cappotto, infatti, è un classico esempio di pellegrina.
Riproposta sulle ultime passerelle come una variante della cappa (che infatti in origine era una stola senza maniche indossata, appunto, dai pellegrini) lunga non oltre la vita, da indossare sopra il cappotto, nell’800 la pellegrina era molto in voga tanto per l’abbigliamento femminile, quanto per quello maschile. Si presentava come un piccolo mantello dal largo bavero che copriva le spalle o anche il gomito.
Della pellegrina esistevano diversi modelli, come quello alla chevalier e quello alla Vielle, con doppia guarnizione molto alta. Nel 1830 andavano di moda quelle cosiddette a coda di rondine, con due bande allungate sul davanti. Poteva essere semplice, ma anche doppia o tripla, come parte integrante dell’abito o del mantello. Leggera d’estate e imbottita o di pelliccia di inverno, le donne usavano indossare, nelle occasioni eleganti, pellegrine in tulle o in pizzo ornato da ruche. Per il giorno, invece, si optava per mantelline a piccolissime pieghe fermate al collo da una cravatta che accompagnava i nastri del cappello. Il termine pellegrina definisce anche la veste ecclesiatica dei vescovi cattolici: di colore nero con profili paonazzi per i vescovi e rossi per i cardinali, completamente bianca per il Papa. La pellegrina del clero è simile alla mozzetta, mantellina corta, chiusa sul petto da una serie di bottoni, portata dagli alti ecclesiastici, ma differisce da essa perchè rimane aperta sul davanti.