Orditi preziosi
Il Belvedere di San Leucio, non lontano dalla splendida Reggia di Caserta, divenne alla fine del XVIII secolo, per volere di Ferdinando IV di Borbone (1759-1825), un centro d’eccellenza della manifattura serica.
Quella tradizione vive tutt’oggi grazie ad alcune aziende attive nella lavorazione della seta, che sono riuscite a mantenere e consolidare nel tempo una posizione di assoluto riguardo nel loro comparto a livello internazionale.
Con l’istituzione della Real Colonia Serica di San Leucio (in cui lavoravano fianco a fianco maestri artigiani italiani e francesi), si sviluppò una fiorente industria tessile, che ebbe il suo fiore all’occhiello nei telai utilizzati, assai innovativi allora, adesso sostituiti da macchinari tecnologicamente più evoluti per rispondere alle aspettative dell’epoca presente, comunque sempre con l’obiettivo di creare tessuti di magnificenza unica.
Le sete leuciane, infatti, restano le più ambite per l’arredamento di case prestigiose, residenze reali, palazzi sedi di alte istituzioni, ambasciate, teatri, hotel di lusso, yacht e, in generale, interni da favola.
Parecchi imprenditori, odierni eredi di questa secolare tradizione, cercano di interpretare e trasporre in chiave contemporanea i tessuti classici – damaschi, lampassi, broccati, liséré, lancé – ancora realizzati a mano da abili artigiani. Ne sortiscono straordinarie manifatture impiegate per eleganti complementi d’arredo e raffinate biancherie ricamate, i cui temi spesso sono ispirati a canoni estetici d’antan (inclusi i soggetti delle porcellane di Capodimonte).
Oggi si può ben dire che la storicità della seta di San Leucio è inserita in un contesto territoriale molto più ampio e ciò grazie alla lungimiranza di Ferdinando IV, il quale, influenzato dalle dottrine naturalistiche di matrice transalpina e dal liberalismo embrionale di pensatori come Jean Jacques Rousseau, si spinse a sperimentare una sorta di socialismo illuminato. Qui, in effetti, germogliarono i semi di un originale paradigma economico dettato da istanze di autosostentamento, che fece da culla al decollo di un artigianato di altissima qualità e, in particolare, di un’eccezionale manifattura serica. E quando San Leucio non fu più in grado di ospitare i numerosi coloni dediti alla lavorazione della seta, questa fu fatta uscire dal Real sito, permeando così l’intera zona sino alle falde del Monte di Briano e trasmettendosi poi di padre in figlio fino ai nostri giorni.
Nel 1862 cessava, tuttavia, l’attività della Real Seteria a causa delle vicende belliche del Risorgimento italiano.
Ma, nel frattempo, il prezioso patrimonio artigianale leuciano, quel knowhow (lo definiremmo oggi) fatto di esperienza, conoscenza, passione, era ben radicato nella popolazione locale, tanto che già nel 1900 si poteva assistere alla costituzione del Consorzio degli Industriali Serici di Briano-San Leucio-Sala.
E, così, i raffinati manufatti tessili orgoglio del made in Italy continuano ad arredare le dimore più belle del mondo.