Moda: Ora et labora
I non addetti ai lavori potrebbero stupirsene o addirittura stentare a crederlo e invece è la pura realtà: in Fiera a Vicenza dal 12 al 15 Marzo sono state presentate le ultime tendenze della “moda ecclesiastica”, ovvero i nuovi stili nelle vesti liturgiche post-Concilio Vaticano II. L’occasione è stata la “biennale del sacro” Koinè (Rassegna Internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti per l’edilizia di culto), da un ventennio appuntamento espositivo-congressuale ad hoc facente da anello di congiunzione tra Chiesa e impresa manifatturiera di nicchia.
Nessuno pensi che il settore ecclesiastico, benché più lento nel rinnovo, sia esente da trend di moda, novità, ricerca estetica, studi su design, lavorazione tessile, decorazione. Tant’è che stilisti famosi come Fendi, Laura Biagiotti, Nanni Strada si sono prestati di buon grado a creare casule e stole ad alto tasso fashion. L’obiettivo è sempre più quello di personalizzare l’abito sul monaco, per così dire, cioè renderlo suo proprio, in sintonia con i suoi gusti ed il suo temperamento. Ciò è emerso chiaramente dalla mostra collaterale “La Casula: scenario europeo della produzione”, dove artisti e artigiani, laboratori benedettini “orantes et laborantes” e imprese produttive provenienti da tutto il Continente si sono confrontati spaziando dalle tecniche ai materiali, passando per tessitura, tintura, ricamo, stampa, applicazioni, laminatura, materie prime (sono sempre più gradite le fibre naturali anche in ambito liturgico, si è notato).
Tra le più pregevoli vesti clericali in mostra vanno segnalate quelle tedesche di Schmitt e di Schreibmayr, quelle svizzere di Petra Broeckers-Beling, quelle francesi prodotte nel monastero de La Merci Dieu e dall’atelier Cheret, così come quelle italiane realizzate dalle suore dell’Apostolato Liturgico, dall’azienda trevigiana Pietrobon e dalla bergamasca Sirio. Si tratta di articoli raffinati anche quando appaiono semplici, modelli rigorosi ma preziosi, che esaltano i colori liturgici in modo innovativo e fantasioso, per quanto rispettoso dei codici. E a proposito di trend cromatici, proprio in questo ambito si colgono le maggiori spinte al rinnovamento, grazie ad una più ampia gamma di tonalità dei classici cinque colori previsti dalla liturgia ecclesiastica: il verde, ad esempio, ora va dalle nuances dell’acqua a quelle dello smeraldo; ed è persino stato introdotto un “nuovissimo” colore quale il grigio, proposto in alternativa al viola per il rito delle esequie. Allora, se le celebrazioni in epoca contemporanea devono svolgersi all’insegna del minimalismo, questo riguarda le linee degli abiti e l’impiego di immagini simboliche piuttosto che trame e tessuti, semmai ancor più sofisticati.
L’evento vicentino, a cui tra l’altro ha conferito il patrocinio la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), ha inteso insomma tradurre in moda l’idea di una Chiesa moderna, che vive al passo con i tempi, che non respinge anzi cerca il confronto con tutti, condividendo una comune missione di ricerca continua.