Caovilla:il sogno in una scarpa
Una scarpa non è solo una scarpa. E’ un feticcio misterioso, un codice criptato, un’essenza di segrete emozioni, uno scrigno di sottesi psicologici, un fuoco di desiderio insanabile, una promessa di felicità. Ma una vera scarpa è soprattutto un’opera d’arte allo stato puro.
Lo sa bene il grande shoe-designer René Caovilla, che da poco ha dato alle stampe “Oggetti d’arte chiamati scarpe” (Byblos Edizioni), scritto in collaborazione con lo storico Alvise Zorzi. Si tratta di un volume monografico sulla vicenda creativa del celebre stilista veneto, la cui attività affonda le radici nella tradizione dei maestri “caleghèri” veneziani per poi evolversi in moderna industria internazionale.
Il testo, che reca bellissime immagini di luoghi e personaggi, oltre che di raffinate calzature, racconta la storia lunga un sessantennio di una maison che è divenuta sinonimo di scarpa-gioiello, incarnata nel conturbante logo che raffigura un cobra le cui spire abbracciano sensualmente la caviglia femminile. Tale simbolo, datato 1970, è stato ispirato a Caovilla da un bracciale romano serpiforme del I secolo a.C. custodito a Napoli presso il Museo archeologico.
Il titolo del libro riflette in modo totale la forma mentis di René, che di arte e bellezza si è sempre nutrito fin dalla giovinezza, tanto da dichiarare: “La singolarità eccezionale delle mie creazioni si deve alla passione per l’arte e l’amore per il bello. Tutto quello che mi circonda può essere motivo di ispirazione: una tela famosa, una scultura, un paesaggio, un momento della vita quotidiana, ma anche i sogni. Voglio che la donna che le indossa possa sentirsi unica. Il segreto sta nell’essere capaci di trovare un punto di incontro tra estetica/qualità e moda. Nascono così gli oggetti d’arte chiamati scarpe”.
Le fonti di ispirazione del cavalier Caovilla, in effetti, si possono facilmente scoprire in una galoppata lungo tutta la storia dell’arte, da quella del mondo classico a quella contemporanea che ha in Andy Warhol il suo alfiere (si vedano le sue Golden Shoes).
A rendere unico il brand veneto – con sede nella Rivera del Brenta, il più importante distretto calzaturiero italiano – è comunque il valore aggiunto di una lavorazione artigianale particolarmente accurata e sofisticata, maniacale nei dettagli e sempre aderente ai temi must della stagione, in grado di esaltare un design ad elevato tasso di creatività.
Le scarpe di Caovilla sono sì costose (suoi sono i sandali più cari del pianeta – 91000 euro – in vendita da Harrod’s a Londra, con tanto di cobra vero a far la guardia nella teca in cui sono esposti, sfavillanti di 20 carati di diamanti, zaffiri e rubini), ma, come ama rimarcare il creatore stesso, si rivolgono a tutte le donne amanti delle cose belle, sicure di sé e del loro charme. Resta il fatto che a contendersi le calzature-gioiello del cavalier René sono soprattutto le celebrities internazionali come Sharon Stone o Demi Moore (Nancy Reagan gli inviava via fax dagli Usa gli schizzi delle scarpe preferite), regine e principesse (la moglie di un emiro arabo gli ha commissionato un paio di sandali con 50 carati di diamanti sulla tomaia), rapite da quelle forme sinuose e dai materiali più vari che le animano spaziando dal cachemire al chiffon, dalle perle al raso.
Grazie, cavalier René, dei sogni che ci regali, facendoci sempre sentire il mondo ai nostri piedi.