Elena Mir² per una nuova estetica femminile
Una bellezza alternativa: una bellezza reale. Meno androgena. Più femminile, più morbida, più accogliente, più rassicurante, più solare, più positiva rispetto ai canoni di bellezza che il nostro tempo diffonde attraverso i media.
E’ tutta qui la filosofia del marchio Elena Mirò. Una filosofia che trova concretezza in tanti porgetti; non ultimo quello di entrare nel concorso Miss Italia con una proposta propria: “Miss Curve d’Italia Elena Mirò” destinato alle modelle taglia 44. Si tratta di una “rivoluzione estetica” -come l’ha definita Patrizia Mirigliani patron del concorso- che può segnare un mutamento a livello di costume e società circa la definizione di un nuovo ideale di bellezza femminile, e recuperare nell’immaginario collettivo la “normalità” della bellezza femminile. E la vincitrice Valentina Cammarota, era presente come testimonial alla sfilata Elena Mirò p/e 2011 accanto ad Elena e Giuseppe Miroglio.
Una nuova collezione applauditissima che dimostra la crescita e la maturazione che di stagione in stagione il marchio sta raggiungendo. Molti gli spunti interessanti per rendere non solo confortevole, ma fashion il prodotto: indossato quindi con soddisfazione e compiacimento anche se la silhouette è un po’ formosa.
Tutti gli abiti delineano un fisico a clessidra: linea accostata al corpo e punto vita sottolineato da piccole cinture o dal taglio in vita nelle giacche. Molti gli elementi che servono a verticalizzare la figura: impunture, zip in evidenza, fila di bottoni sul davanti nell’abito e nella gonna dal tessuto e colore coloniale; fronte-retro dell’abito giocato con colore e materiali diversi che proprio nel contrasto creano linee verticali. Altri alleggeriscono la figura come la manica raglan consigliata per chi ha spalle importanti. Altri ancora mirano invece ad arricchire di dettagli sartoriali l’abito, intarsi di tessuto a stampa diversa in vita o al fondo, drappeggi anche sui fianchi e plissé che impreziosiscono il capo senza appesantire la figura.
Altre scelte sembrano invece ottengono l’effetto contrario. Stampe a cerchi o tessuti laserati a pois, geometrie orizzontali che otticamente allargano, tasche volumetriche sugli abiti di tipo coloniale e alcuni tessuti corposi, tweed o canape grosse: tutti elementi che le figure più piene dovrebbero evitare.
Molto apprezzabile invece la scelta nella paletta dei colori oltre al bianco e nero e al neutro verde militare, di colori più accesi viola, rosso sempre mescolati per suggerire la possibilità di utilizzo di colori più dinamici. Interessanti glia accostamenti di gonne coloniali, dalle tasche volumetriche, abbinate a top lamè e di Jacquard tromp l’oeuil ad effetto oro ad un nuovo tweed.
Nelle sfilate si sa bisogna esagerare per richiamare l’attenzione e per sottolineare in modo vistoso alcune scelte. Solo così giustifichiamo l’eccessivo ricorso ai ricami in lurex, paillettes e pietre che smorzati al momento di portare in produzione il capo, lo impreziosiscono senza togliere semplicità alle linee ed eleganza al capo.