“Roberto Capucci e l’antico: la Vittoria Alata”
La mostra “Roberto Capucci e l’antico. Omaggio alla Vittoria Alata” , allestita presso il Museo di Santa Giulia di Brescia dal 19 novembre 2011 al 18 marzo 2012, presenta una selezione di 31 creazioni del grande stilista-artista illustrando differenti motivi di ispirazione: suggestioni architettoniche ma anche spunti suggeriti dal costume antico, dagli elementi naturali e dal susseguirsi delle stagioni. Coerentemente con le diverse fonti che hanno influenzato il lavoro del maestro, il percorso espositivo, a cura di Massimiliano Capella e Francesca Morandini, si articola in cinque sezioni: “L’Antico”, “Gli Ordini Architettonici”, “Le Stagioni”, “Fuoco, Terra, Aria e Acqua” e “Omaggio alla Vittoria Alata”.
Protagonista di quest’ultima sezione è un inedito abito-scultura ispirato alla celebre statua in bronzo del I secolo d.C., simbolo della città di Brescia. La superba creazione «Non è una copia dell’originale ma un omaggio, un’interpretazione personale realizzata utilizzando colori inediti per la mia produzione» ha dichiarato Roberto Capucci. I drappeggi scultorei della statua vengono rivisitati in modo originale nell’opera contemporanea che recupera non solo l’algida eleganza ma persino le suggestioni cromatiche dei residui mauve che coprono il bronzo antico. Il contrasto fra mauve e bronzo è reso nelle ali spiegate utilizzando preziosa seta mikado. La Vittoria Alata secondo Roberto Capucci è una creazione unica in georgette in tre toni di verde e mauve, con cinta e sottogonna in mikado dello stesso colore.
Gli abiti del maestro armonizzano perfettamente con i luoghi ricchi di arte e di cultura che fanno da “con-testo” alla mostra, realizzando un racconto complesso che cita la purezza delle linee classiche e dialoga con preziose vestigia dell’arte longobarda, mantenendo un approccio assolutamente originale ed unico.
Il Museo di Brescia, allestito nel complesso monastico di Santa Giulia è testimone della storia e dello spirito della città praticamente dall’età preistorica ad oggi e si caratterizza per un’area espositiva di circa 14.000 metri quadrati; il sito, ricco di memorie storiche e di suggestioni provenienti da epoche differenti, sorge su un’area già occupata in età romana da importanti Domus ed è stato inserito dal 25 giugno di quest’anno nella lista dei luoghi considerati Patrimonio Mondiale dall’Unesco, come parte del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”.
L’eclettismo, la sedimentazione dei racconti artistici e degli stili, trovano uno specchio fedele negli splendidi abiti-scultura di Capucci, nell’uso di materiali poveri che divengono preziosi quando sono accostati alla georgette e alle sete sontuose, nella rielaborazione stilistica dei dettagli architettonici, nel superamento della forma che si dissolve in un viaggio fantastico fra una rielaborazione ultracontemporanea del mito e creature angeliche fatte di stoffa.
Alla base delle creazioni esposte ci sono sensazioni che derivano spesso, dall’osservazione delle linee di una colonna o da un episodio della storia romana rielaborate e trasformate in abito o in peplo; emerge dalle opere la potenza del tratto e una lungimiranza del disegno e della progettazione che sono, come sempre avviene nella produzione di Roberto Capucci, singolari ed uniche. In questa mostra pepli realizzati con intarsi e strisce di tessuto multicolore oppure in bianco e attraversati da un unico cenno di color rubino, si alternano a creazioni che coniugano la morbidezza tattile e visiva della georgette ecru ad elementi a vortice in ottone. La georgette bianca e beige è abbinata, in un abbraccio ruvido, all’asprezza della corda che serpeggia sulla vita delle silhouette e sugli scolli. Ancora la georgette si abbina a micro corpini realizzati come fossero un mosaico o un lavoro all’uncinetto, ottenuti intrecciando paglia o rafia, a cinture ed elementi decorativi in bambù.
Roberto Capucci è sempre stato affascinato dal tema delle ali: ha quindi realizzato una serie di angeli, pura espressione creativa di un immaginario onirico e sospeso.
Alcune di queste straordinarie creazioni trovano spazio nel percorso della mostra giocando con la leggerezza e l’imponenza dei volumi, tra slancio e linee scultoree; l’esplosione del colore esalta le figure e l’eleganza delle proporzioni dotando di una grazia senza tempo gli angeli contemporanei di Roberto Capucci, suggerendo la possibilità di innalzarsi oltre i limiti della forma, oltre una percezione semplicistica ed esclusivamente temporanea del concetto di bellezza.
La mostra“Roberto Capucci e l’antico. Omaggio alla Vittoria Alata” è organizzata e promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Giacomini Meo Fiorot-Musei Mazzucchelli, con la collaborazione della Fondazione Roberto Capucci e della Fondazione Brescia Musei.
Il catalogo edito da Allemandi include testi di Massimiliano Capella, Giusi Ferrè, Francesca Ghedini, Francesca Morandini, Roberto Capucci, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin.