Da Scervino sfila l’eleganza del countryside
Un alto cancello nero in ferro battuto, a formare ghirigori a metà tra fiaba e racconto gotico; il suono delle campane, il rumore di zoccoli. Il richiamo alla campagna inglese, fatta di boschi rigogliosi e lords a cavallo, è inequivocabile. La donna Scervino trae ispirazione dal mondo equestre, dalla contea dell’Hampshire, ma anche dalla Venezia settecentesca del Rococò, con i suoi stretti corpetti e le ampie crinoline.
E’ l’enfasi del punto vita l’elemento chiave di questa collezione, che gioca su volumi plastici e tagli sportivi mescolati ad elementi che richiamano la sofisticata femminilità di una donna che sa sedurre senza mai eccedere.
Per il giorno abiti longuette con seducenti bustier in neoprene – protagonista indiscusso di questa fashion week – o in crespo avvolgono la figura enfatizzandola con giochi di geometrie o plissé. Corte giacche sciancrate in lana cotta o crespo, cappotti dal taglio sartoriale con colli importanti, uno splendido crespo con disegno macro pied-de-poule, giacche dai tessuti maschili arricchite da morbidi colli in pelliccia, e ancora dettagli e tessuti dello stile militare reinterpretati nel linguaggio della couture: i capispalla sono pesanti e rigorosi, ma la femminilità si ritrova nella leggerezza e impalpabilità dello chiffon delle camicie.
I pochi pantaloni presentati in passerella sono morbidissimi sui fianchi, ma le gambe quasi sempre restano scoperte. Mini shorts , gonne a tubo, maxi gonne a tulipano dal chiaro richiamo anni Cinquanta, mini in neoprene plissé da indossare con maxi pull rifiniti all’uncinetto o morbide maglie in mohair.
I colori sono quelli della campagna: i verdi, il marrone, il nudo, il cammello. Ma anche nero e bianco.
Per la sera mini dress bustier in velluto creano volumi e geometrie giocando con leggeri strati d’organza ancora in verde, nero o in un elegante blu notte. In chiusura due meravigliosi abiti lunghi: il primo è verde bottiglia, e con le trasparenze del pizzo e il fluttuante chiffon sembra raccontare la storia di una fata dei boschi; il secondo è un elegantissimo nero con trasparenze di pizzo/paillettes, monospalla con spacco vertiginoso, ad esaltare la figura femminile e una sensualità che, seppur audace, non è volgare.
Per gli accessori Scervino propone stivali altissimi in pelle stretch, a dare l’illusione di autoreggenti, ma anche stivali dal tacco basso, arricchiti da piccole fibbie, classiche decoltè e zeppe vertiginose in velluto cangiante. I gioielli dal sapore rock sono realizzati in oro e palladio. La famosa borsa Faubourg è reinterpretata con la maglia ad uncinetto e, a impreziosirla ulteriormente, scintillanti catene.
Ermanno Scervino dimostra ancora una volta la capacità di interpretare una donna iper femminile, questa volta enfatizzata dallo studio sui volumi che, armonizzati in maniera ottimale con i materiali, creano sculture naturali e mai rigide.