Aspettative deluse da New Upcoming Designers e da Next generation
Chiudono la settimana della moda milanese presso la tensostruttura allestita al Castello Sforzesco – per la prima volta quest’anno location di sfilate – i giovani talenti di N.U.De New Upcoming Designers e gli under 30 di Next Generation.
La Camera nazionale della Moda Italiana, con il supporto e la collaborazione della Camera di Commercio di Milano, prosegue infatti con la sua strategia a favore dei designer emergenti organizzando una sfilata collettiva di tre selezionati giovani stilisti. Il progetto N.U.De – che è arrivato alla sua 17° edizione – è da sempre aperto sia ai talenti italiani sia a quelli internazionali, in questi anni ha offerto a molti l’opportunità unica di sfilare a condizioni agevolate e di avere visibilità.
Apre la passerella con un sottofondo musicale country Mauro Gasperi, che il prossimo autunno-inverno vuole farsi ricordare in maniera un po’ bizzarra: tutte le modelle – qualsiasi cosa indossino – hanno sul capo un passamontagna di lana nero. Poco importa se sotto abbiano pantaloni super aderenti con bande applicate, coat in astrakan dal colletto piccolo, tubini geometrici con grandi riquadri, o lunghe gonne di pelo con nervature a V sui fianchi; l’attenzione è negativamente puntata sulla stonatura dei copricapo con il resto degli abiti proposti, oltretutto anch’essi poco convincenti.
Moi Multiple, dopo un breve filmato con uccellini che svolazzano e bimbi che giocano al parco (cosa c’entravano?), manda in pedana una donna con abiti poco mettibili: a cominciare dal primo stravagante abito corto ricoperto di onde rosso acceso, passando per abiti color verde pisello e arrivando a shorts di pelo rasato e lurex. Più convincente l’abitino tricolore beige/verde/nero, il cappotto panna con profili neri, la mantella con piccola cappa e gli ultimi abbinamenti con tocchi di colore arancio; anche se i calzettoni abbinati con colori accesi erano poco armoniosi.
Da Francesca Liberatore è regnata la confusione: si sono visti inserti di broccato tapisserie, rosoni di strass adagiati sul fondo delle gonne, coat dai tagli stile impero, vestiti ampissimi fatti di onde, gonne con frange, tuniche nere, un incomprensibile cappello d’oro simile al copricapo papale, … Nessun filo conduttore per una collezione patchwork e dal sottofondo musicale – Franco Battiato – inappropriato.
Dopo una breve pausa tocca ai quattro giovanissimi vincitori del concorso Next generation, promosso dalla Camera Nazionale della Moda Italiana sempre in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, risollevare le sorti della mattinata e chiudere la settimana della moda e l’ultimo giorno dedicato alla creatività giovanile.
La prestigiosa giuria di professionisti e addetti ai lavori ha valutato 100 candidature tra le quali ha selezionato la rosa dei 4 vincitori; la CNMI ha interamente sostenuto la produzione e la realizzazione delle quattro collezioni di questi designer emergenti che, oltre all’opportunità esclusiva di solcare le passerelle milanesi, avranno la fortuna di essere supportati attraverso segnalazioni e promozioni in futuro.
Dopo un breve filmato di vecchi spezzoni televisivi e immagini in bianco e nero, si riparte con Ludovico Loffreda. Il ventiquattrenne italiano ha cercato di raccontare una storia di sportswear anni Novanta usando molto il nylon trasparente per un abbigliamento da giorno minimalista. Oltre ai tessuti tecnici lucidi alcuni inserti in pelle e molti colori sgargianti (rosso, fuxia, verde, senape); come accessori grossi borsoni, porta pc, valigie.
Murata Haronobu ha lavorato su un minimalismo concettuale di vecchio stampo ma è stata forse la collezione più interessante: tessuti morbidi e scivolati, spalle pronunciate, vita stretta in cinturine sottili, larghe tuniche, bluse a mezze maniche e un vestito finale nero – con incrocio sulla schiena e tanto di semi velo/stola al seguito – molto elegante. Anche il sottofondo musicale classico con pianoforte ha aiutato ad apprezzare lo stile proposto.
Camille Pfister voleva giocare su un’ idea femminile classica ma si è un po’ persa tra fiocchi di pelle e trecce di lana: gonna a palloncino rossa con sopra fusciacca rosa e sotto dei leggings, vestito rosso con corpetto arricciato e cintura lilla per un effetto uovo di Pasqua, vestito lungo bianco con frange nere e cintura lilla intagliata nel tessuto, … Insistendo con numerosi input su ogni singola uscita e con troppi colori discordi in un unico capo, ha creato una collezione un po’ chiassosa.
Con il sottofondo tangheggiante chiude la passerella Santo Spada: il giovane italiano ha creato abiti fluttuanti di chiffon per una donna che esce solo dopo le 19. Pochissimi i capi invernali – solo qualche cappotto – per una collezione che vuole essere pregiata e di livello ma che offre una scelta molto limitata e ridotta: vestiti da gran sera con schiene nude, over tipo vestaglia trasparenti e lunghissimi pepli volanti. Al termine degli outfit il ragazzo corre lungo tutta la pedana saltando e mandando baci a tutti i suoi parenti ed amici venuti ad assisterlo risultando un po’ bambinesco e fuori luogo. Ma d’altronde in platea pochi erano buyer o della stampa, c’erano praticamente quasi solo familiari, amici e studenti di scuole di moda.
Nonostante lo sforzo di CNMI di garantire la presenza di giovani di talento in calendario, con iniziative come N.U.De e Next Generation, quest’anno sono mancati nomi di nuovi designer di grido in grado di confermare alla città l’etichetta di piazza cool e capitale della moda.