Aveva un sogno: la moda
Non sappiamo ancora tutte le notizie e i particolari; le notizie sono ancora confuse. Non sappiamo se Melissa Bassi, 16 anni, nell’istituto professionale di Stato “Morvillo-Falcone” frequentasse il corso di moda, di turismo o di servizi sociali. Ma certamente il fatto che stesse frequentando un istituto di moda ci ha reso più sensibili alla tragedia, più attenti alle notizie. E abbiamo visto il suo viso sorridente e pulito, ritratto in una foto della sua pagina su facebook, apparire ripetutamente sul web, sulla televisione.
Poi apprendiamo che di fatto voleva diventare stilista; che aveva un sogno: la moda; addirittura proprio per la sera della tragedia era prevista una sfilata, quelle che di solito organizzano gli studenti a fine anno per provare le proprie possibilità. Ad organizzarla proprio lei e forse altre compagne, quelle rimaste gravemente ferite dall’esplosione. Otto ragazze provenienti tutte dallo stesso paese. Un ordigno posizionato accanto ad una scuola. Perché? Si tratta solo di ragazzi, ma in una scuola popolosa, tanti ragazzi, 600, anzi la maggioranza ragazze. E si inorridisce al pensiero che la tragedia potesse essere una strage.
A chi può interessare una strage di persone così giovani? Perché la possibilità che le vittime fossero di più non è un’ipotesi, solo il caso ne ha limitato il numero. Fanno pensare tante coincidenze: quella con l’anniversario della strage di Capaci, il nome dell’istituto intitolato a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo; il fatto che altri giovani avrebbero partecipato nella stessa serata ad una manifestazione contro la mafia; ma anche – e forse è la cosa più inquietante – che le ragazze colpite sono tutte di Mesagne cittadina legata in qualche modo alla criminalità pugliese: ma tutto è assurdo.
Forse un mitomane – l’ordigno è rudimentale – qualcuno che voleva emulare altri…, ma ciò spaventa ancora di più.