Il look della giuria della 65° edizione del Festival di Cannes
Poster ufficiale un’immagine in bianco e nero di Marilyn Monroe che spegne una candelina. Immagine evocativa dei due eventi di cui la manifestazione vuol fare memoria: 65° edizione del Festival di Cannes; 50° anniversario della morte dell’attrice americana.
A noi non tocca dare la cronaca degli avvenimenti mondani o polemici della manifestazione e neppure il giudizio sulle opere presentate, ma non trascuriamo l’occasione per commentare il look delle celebrità presenti, approvandolo o disapprovandolo. Ne approfittiamo per ricordare che non basta un abito bello, prezioso, costoso a rendere eleganti; ma la capacità di sceglierlo adatto alla propria figura, coordinarlo con gli accessori adeguati –scarpe, borse, gioielli-, scegliere l’acconciatura dei capelli che sia in armonia con il resto per dare un’immagine coerente. Parafrasando una celebre frase di Coco Chanel, ciò che dovrebbe rimanere nella memoria di chi, fermo sulla croisette vuole ammirare le star, è la persona, uomo o donna, elegante; e non quel particolare vistoso, stravagante o dissonante che certamente richiama l’attenzione, ma non rende giustizia all’insieme.
Nonostante il nostro compito sia un altro, è difficile sottrarsi alla necessità di qualche notizia di interesse generale. Innanzitutto la giuria. Presidente della Giuria del 65° Festival di Cannes è Nanni Moretti , vincitore nel 2001 della Palma d’oro con il film La stanza del figlio. Sorprendete la scelta dello stilista Jean Paul Gaultier che dalle informazioni raccolte è un grande intenditore di cinema; di lui sappiamo che ha curato i costumi per film di Pedro Almodovar, de ‘Il quinto elemento’ di Luc Besson e de ‘La città perduta’ di Jean-Pierre Jeunet. Altri giurati il regista Alexander Payne, l’attrice tedesca Diane Kruger (Elena in Troy), l’attore scozzese Ewan McGregor, la regista e attrice palestinese Hiam Abbass (Il giardino dei limoni), il regista Haitiano Raoul Peck, la regista e attrice britannica Andrea Arnold ed infine l’attrice francese Emmanuelle Devos.
Ed ora gli abiti della giuria.
Iniziamo dalla bella madrina del festival Bérénice Béjo che ha indossato un abito Louis Vuitton in mousseline e organza di seta, rosso grande fiocco e lungo strascico e con raffinati gioielli Chopard. L’attrice francese di adozione, ma argentina di nascita, protagonista del film “The artist” si è fatta notare ancora una volta per la sua semplicità, non solo nello svolgere il suo ruolo sul palcoscenico presentando la giuria, ma anche per il look. Abito semplice, ma di effetto, il colore e la costruzione adatte a richiamare sulla sua figura l’attenzione della platea. Allo stesso modo gioielli raffinati, ma essenziali: orecchini lunghi, decolté libero, una spilla a completare il corpetto dell’abito, un bracciale dalla lavorazione leggera, “etereo”.
Per Diane Kruger abito di Giambattista Valli Haute Couture, colore verde pastello in chiffon di seta, leggero e scenografico, femminile. Abito monospalla ottenuto con un drappeggio dello chiffon che lasciato libero serve a ricoprire le spalla e il braccio. Capelli raccolti e orecchini aderenti contribuiscono a sottolineare una scelta che rimanda ad una ispirazione greca e si riallaccia quindi al personaggio di Elena da lei interpretato nel fil Troy . Stessa fonte di ispirazione per l’abito sulla croisette color bordeaux creato per l’attrice da Versace. Un capo più aggressivo, quasi un chitone corto da guerriero con il corpino simile ad uno scudo sorretto alle spalle e sui fianchi da lacci che conferisce all’attrice un aspetto giovane e trasgressivo.
Hiam Abbass ha indossato Moschino. L’attrice palestinese dal fisico prettamente mediterraneo, ha scelto abito bianco impreziosito da una cascata di swarovski neri in vita. Il punto vita risultava sottolineato a favore della silhouette morbida, a clessidra della star. Il look era completato da grandi orecchini pendenti per un risultato elegante.
L’attrice francese Emmanuelle Devos ha scelto un abito dello stilista libanese Elie Saab, lungo e brillante dava un’immagine di eleganza e raffinatezza.
Lasciamo per ultima Andrea Arnold, regista britannica, perché il suo abito, non sappiamo chi sia lo stilista, non sembrava adatto ad un red carpet e alla serata in cui veniva presentata la giuria del festival di cui è memebro. Si tratta di un abito a stampe floreali su fondo azzurro corto, quindi adatto ad un cocktail, sandali rock e, scelta del tutto sbagliata, calze coprenti nere. Orecchini vistosi. Se l’outfit lascia perplessi cosa dire dei capelli e del taglio geometrico della frangetta?
Gli uomini in smoking molto formale, papillon nero e camicia bianca; eccetto naturalmente Jean Paul Gaultier che ha sostituito i pantaloni con una gonna lunga e il papillon con una cravatta.