“Biancaneve e il Cacciatore”: alla ricerca dei simboli del male e del brutto
A Hollywood vanno di moda le fiabe. Da “Hansel e Gretel” a “Jack e il fagiolo magico”, nei prossimi anni tutte le fiabe più famose, rilette in chiave gotica o raccontate da un diverso punto di vista, costituiranno i film di punta delle varie case di produzione cinematografica. La Disney punta sulle streghe, buone e cattive: ne “Il grande e potente Oz” di Sam Raimi, in uscita nel 2013, Michelle Williams, Mila Kunis e Rachel Weisz saranno le streghe Glinda, Theodora e Evanora, anche se tutti i riflettori al momento sono puntati su Angelina Jolie, che vestirà i panni di Malefica, l’antagonista della Bella Addormentata, in “Maleficent” di Robert Stromberg, atteso per il 2014, che stanno girando in questi giorni.
Senza ombra di dubbio, il 2012 è stato l’anno di Biancaneve, con ben due film sulla principessa dalla pelle bianca come la neve, le labbra rosse come una rosa e i capelli neri corvini: la commedia fiabesca “Biancaneve” di Tarsem Singh, con Lily Collins nel ruolo della protagonista e Julia Roberts nel ruolo della perfida matrigna, e “Biancaneve e il Cacciatore” di Rupert Sanders con Kristen Stewart che interpreta Biancaneve e una magnifica Charlize Theron che veste i panni della strega cattiva Ravenna. Il film di Sanders propone una rilettura cupa e gotica della nota fiaba, dando più rilievo alle figure del Cacciatore, interpretato da Chris Hemsworth, che aiuta Biancaneve a sfuggire da Ravenna, e della matrigna stessa, che alla protagonista. Ravenna è una strega il cui potere deriva dalla bellezza: vive nell’ossessione di mantenere la propria bellezza nel tempo, a qualunque costo, consultando ogni giorno il ben noto specchio per avere conferma di essere la più bella (sebbene si insinui il dubbio che sia solo una sua visione) e ricorrendo a pratiche abominevoli. È grazie alla sua bellezza che irretisce e uccide un sovrano dopo l’altro, per conquistare i loro regni. La stessa sorte tocca al padre di Biancaneve e la principessa viene imprigionata, finchè Ravenna non scopre che è l’unica in grado di annientare i suoi poteri e ucciderla, essendo diventata al suo posto “la più bella del reame”. Ma Biancaneve riesce a fuggire e, con l’aiuto del Cacciatore, dei nani e del principe William si pone alla testa di un esercito per riconquistare il trono che le spetta di diritto.
I costumi sono stati curati da Colleen Atwood, la fidata costumista di Tim Burton -vincitrice di tre premi Oscar per “Alice in Wonderland” (2010, Tim Burton), “Memorie di una geisha” (2005, Rob Marshall) e “Chicago” (2002, Rob Marshall)-, che ha ideato una Biancaneve tosta e combattiva. Se da bambina è vestita con abiti azzurro ghiaccio molto luminosi, per sottolineare la sua bellezza, una volta cresciuta, quando viene tenuta prigioniera, la vediamo con un abito lungo lacero e sporco, di colore marrone e con dettagli in rosso sulle maniche, a cui il Cacciatore strappa la gonna mentre sono nella Foresta Oscura, per facilitare la fuga. Ciò che resta del vestito le fa da casacca, ma sotto la gonna si rivelano esserci un paio di pantaloni marroni e alti stivali dello stesso colore. Non si può poi dimenticare l’armatura che indossa quando guida l’assalto al castello di Ravenna. Non è un caso che gli unici abiti femminili li tenga addosso per pochi minuti, come la lunga veste bianca, che la fa brillare di luce propria e sottolinea la sua purezza e che indossa mentre è addormentata dopo aver morso la mela avvelenata; e il prezioso vestito broccato rosso e oro che mette alla fine durante la sua incoronazione.
Ma gli sforzi della Atwood si sono tutti concentrati sulla figura di Ravenna, per i cui costumi è andata alla ricerca dei simboli del male e del brutto. Nelle sue prime apparizioni la vediamo con abiti dorati come la luce del sole, che la fanno apparire di una bellezza semplice e modesta. Tra questi c’è anche l’abito che indossa durante il matrimonio col re, in cui però c’è già un elemento che rivelano la sua vera natura: le gabbie scheletriche sulle spalle. Una volta ucciso il re e diventata regina, non si preoccupa più di nascondere ciò che è veramente: continua a indossare abiti dorati, ma di una tonalità fredda e costituiti da placche che ricordano squame. L’altro colore che privilegia è il nero, dal vestito di ali di scarafaggio che ricorda un’armatura, che indossa quando il castello viene assaltato da Biancaneve, al mantello di penne di corvo che le si vede addosso quando offre la mela avvelenata alla principessa: e infatti fugge tramutandosi in uno stormo di corvi. Questi elementi si ritrovano anche nei suoi gioielli, dall’anello a forma di artiglio di uccello, che ricorda la sua somiglianza con un uccello rapace, alla corona d’argento con fili pendenti sul davanti e gabbia scheletrica sulla fronte. Abiti che sottolineano la sua crudeltà, ma dotati di una bellezza perversa e pericolosa che pone in eveidenza il suo fascino letale.