Josefa, bellissima italiana
Alle Olimpiadi di Londra non è salita sul podio (in finale col suo kayak è arrivata “solo” quinta), ma per noi Josefa Idem resta un “mito”, comunque trionfatrice di questi Giochi 2012. La canoista italiana, 48 anni, è infatti non solo una grande campionessa sportiva (in 20 anni di carriera ha totalizzato ben 35 medaglie tra Olimpiadi, Mondiali, Europei), ma è soprattutto una donna “bella dentro”, dotata di una forza di volontà portentosa, uno spirito di vita eccezionale, un’anima squisitamente “elegante”.
Poche donne hanno dato lustro come lei all’Italia negli ultimi lustri, dimostrando quanto di meglio in valori, azioni, ideali la nostra terra possa coltivare ed “esportare”. Non crediamo di esagerare se osiamo definire Josefa una delle migliori Italiane di tutti i tempi e in tutti i sensi: con il suo “esempio” di donna, madre, atleta ci ha offerto una lezione pratica e teorica di dignità, di etica, di coraggio, di abnegazione, di maturità, meglio di quanto avrebbero potuto proporre fior di volumi scritti da autorevoli maître-à-penser.
Solo alle soglie dei 50 anni, alla fine dell’ultima gara a Londra, lei ha annunciato con pacatezza e serenità la sua intenzione di dare l’addio ad una carriera splendida che l’ha fatta entrare nella leggenda e resa un’eroina contemporanea. Ma tirando i remi in barca definitivamente, Iosefa ha suggellato il brillante “curriculum agonistico” con una dichiarazione che da sola vale una vita e comunque una medaglia d’oro ad honorem: “Con la mia esperienza ho voluto dimostrare che tutti ad ogni età possono ricominciare e guardare alla vita con un sorriso”.
Il suo sudore genuino, i suoi muscoli forgiati da duri allenamenti quotidiani che felicemente ignorano doping e nefandezze simili, le sue rughe che, lungi dall’appassirle il volto, gli donano una soave leggiadria senza tempo, la sincerità e la pace interiore che emanano dai suoi occhi anche nei momenti di lotta, ci raccontano molto se non tutto di uno spirito generoso, determinato, vero.
E pensare che la Idem non è neppure nata italiana: tedesca di origine, è vissuta in Germania finché non ha conosciuto Gugliemo Guerrini che è diventato suo marito ed il suo allenatore. Josefa ha voluto diventare italiana, perché tale si sentiva, amando profondamente la nostra Nazione, la nostra gente, la nostra cultura. E, se mentre stava nella natia Goch non vinceva granché, per l’Italia ha conquistato gli allori più prestigiosi. La perfetta lingua di Dante che parla la dice lunga in proposito. Residente nel Ravennate dal 1990, la nostra “ultima dea” è anche molto impegnata socialmente, accettando il ruolo di testimonial di varie campagne umanitarie e di sensibilizzazione contro la sclerosi multipla, nonché a favore dei progetti assistenziali di Emergency.
Per noi quindi la bionda (naturale) Josefa è una straordinaria “gloria nazionale” che fa onore allo sport, al Paese che ha scelto di rappresentare e a tutte le donne.