Fritto misto di moda
Milano, nasce il nuovo polo fieristico: something more, something different
Il Comune di Milano, Fiera Milano Spa e Pitti Immagine hanno avviato una collaborazione che porterà al lancio di un nuovo salone dedicato alla moda femminile in occasione della Milano Fashion Week di febbraio 2013. L’evento si svolgerà presso la Fiera Campionaria, nel glorioso Padiglione 3, realizzato nel 1922 sul progetto dell’architetto-ingegnere Paolo Vietti, a cui si deve l’idea della celebre cupola in metallo e vetro (da cui poi il nome di Palazzo delle Scintille). “Nasce in questo luogo simbolo della storia della moda milanese un progetto per rafforzare la presenza fieristica del sistema moda italiana a Milano – ha annunciato soddisfatto Stefano Boeri, assessore alla Cultura, Moda e Design del Comune di Milano – Il Padiglione, che ospiterà l’iniziativa promossa da Pitti e Fiera Milano, sarà presto oggetto di un bando di gara rivolto a tutti gli operatori che vorranno accogliere la sfida di restituire alla città un luogo simbolico delle sue eccellenze. Milano sarà dunque a febbraio il set di tre momenti fondamentali: le fiere, gli showroom e un programma di eventi sempre più ricco, che a sua volta affiancherà il palinsesto della Milano Fashion Week, rinforzandone le connessioni con la vita culturale e sociale della città”. Enrico Pazzali, Amministratore Delegato di Fiera Milano SpA, e Gaetano Marzotto, Presidente di Pitti Immagine, hanno spiegato che l’iniziativa è molto più di un’alleanza tra due importanti fiere. Infatti, l’accordo è frutto di una visione di sistema che supera i localismi, per i quali non c’è più spazio nella competizione internazionale. Ha affermato Marzotto: “Il progetto partirà da Milano per poi diventare globale: sceglierà le migliori piazze del mondo per il Made in Italy perché desideriamo possa includere tutti i suoi seri protagonisti, dalle aziende alle istituzioni”. E Pazzali ha concluso: “Con Pitti possiamo dire di avere sette piattaforme a livello mondiale: in Turchia, a Singapore, nei paesi del BRIC, a Mosca, a Shanghai e in Sud Africa. L’orizzonte del progetto è globale, non più locale. Per questo vogliamo farlo in una location che rappresenti la nostra storia. Abbiamo altri esempi di successo che mostrano che l’unione fa la forza: da Milano Unica a Mipel, Micam, Mido e Mifur”. Questa nuova brillante idea di moda si svolgerà all’interno di un edificio di 10.000 metri quadrati circa in superficie e 160.000 metri cubi in volume, concepito in origine per ospitare fino a 20.000 persone.
Riciclo nel tessile: accordo tra Prato e Almere (Olanda)
Il Comune di Prato e la città olandese di Almere hanno firmato un protocollo d’intesa per condividere, valorizzare e sviluppare iniziative tese al riutilizzo di materiali, soprattutto tessili, e alla diffusione di buone prassi ambientali. “Dobbiamo saper guardare ad uno sviluppo sostenibile con l’ambiente – ha sottolineato il Sindaco di Prato Roberto Cenni – e Prato con il cardato rigenerato è perfettamente in linea con questa necessità. Ritengo pertanto giusto che due città si impegnino a sostenere le imprese che svolgono la funzione di riciclo”. L’accordo si inquadra nel Congresso mondiale sui Rifiuti Solidi ISWA 2012 appena concluso a Firenze, che ha appunto ospitato la sessione ”Nuove frontiere per il riciclaggio tessile” incentrata sulle iniziative italo-olandesi nel campo del riciclo dei materiali tessili. “Sono molto contenta – ha affermato il sindaco di Almere, Annemarie Jorritsma – che in questa impresa una delle città più antiche d’Europa e la città più nuova dell’Olanda possano lavorare insieme. Prato ha l’esperienza e le conoscenze nel settore tessile dei filati e dell’abbigliamento, Almere invece è forte nella raccolta e nella divisione di abiti e di altri tessuti. L’obiettivo è quindi quello di combinare le nostre conoscenze e dare un contributo per un’economia e una società più pulite, più ecologiche e più felici”. La brillante idea nasce dalla proposta di RE-MO (Recycling Movement) di creare un marchio di garanzia per tessuti riciclati al fine di assicurarne la tracciabilità lungo tutta la filiera. Ecco, in sintesi, le azioni che saranno attuate da Prato e Almere per sviluppare le opportunità di chiusura del cerchio del riciclo: attivare relazioni costanti tra istituzioni, imprese di gestione rifiuti, sistema delle imprese e loro rappresentanze nei rispettivi territori per favorirne lo sviluppo sostenibile; informare reciprocamente delle migliori pratiche ambientali implementate; organizzare in ciascun territorio iniziative ed eventi in cui siano reciprocamente presentati progetti, prodotti e tecnologie legati al riutilizzo di materiali tessili già in essere o in fase di lancio; sviluppare nuovi potenziali mercati valorizzando il ri-prodotto come risorsa locale per creare/sviluppare economie ed occupazione, facendo riferimento anche alle direttive del “Partenariato Europeo per l’innovazione sulle Materie Prime” e del “Manifesto della sostenibilità per la moda italiana”.
Gianfranco Ferré resterà a Milano: parola di Paris Group
In occasione della sfilata milanese P/E 2013 di Gianfranco Ferré, che si è tenuta per l’ultima volta nella sua sede tradizionale di Via Pontaccio 21, i nuovi proprietari – la società Paris Group di Dubai che dallo scorso anno controlla la maison italiana – hanno smentito le recenti voci apparse sulla stampa e rassicurato circa il futuro. In effetti, malgrado l’imminente trasferimento da via Pontaccio, “il brand rimarrà in Italia con sede a Milano” ha confermato Aya Mbanefo, Business Development Director, aggiungendo: “Vogliamo mantenere tutte le attività tra Milano e Bologna, dove la Gianfranco Ferré ha il suo sito produttivo, senza ridimensionare gli effettivi”. Aya Mbanefo ha inoltre definito “falsità” le notizie giornalistiche secondo cui il gruppo arabo, a cui fa capo la famiglia Sankari, avrebbe voluto trasferire il brand e tutte le sue attività a Dubai. E allora perché si cambia sede? La risposta può sembrare “banale”: Paris Group non è riuscito a sottoscrivere un nuovo contratto d’affitto con il proprietario dei locali, che è la Fondazione GianfrancoFerré presieduta da Alberto Ferré, fratello dello stilista. Ma è già in trattative per spostarsi in una nuova location, sempre in centro a Milano. In agenda si prospetta anche “la realizzazione di un museo con l’archivio del designer”, come ha rivelato il medesimo Aya Mbanefo. “Vogliamo lavorarci con la Fondazione GianfrancoFerré. Abbiamo già investito 80 milioni di euro nel marchio e vogliamo continuare ad investire. Gianfranco Ferré è un business sia per l’Italia che per noi”. Il manager arabo ha infine annunciato nuove aperture di negozi a partire dal secondo trimestre 2013: “Entro 18 mesi apriremo tra 6 e 10 boutique Gianfranco Ferré nei Paesi del Golfo, a Mosca, Londra e Milano, poi più avanti anche a Parigi”. Intanto, alla direzione creativa della griffe sono stati confermati i due attuali stilisti Federico Piaggi e Stefano Citron “che hanno fatto un buon lavoro”.
Loro Piana, Marzotto, Zegna: tre big in società per Pettinatura di Verrone
Loro Piana, Marzotto ed Ermenegildo Zegna affiancano il Gruppo Schneider entrando con quote paritetiche del 15% nella Pettinatura di Verrone, storica azienda biellese specializzata nella pettinatura di lane superfini, cashmere e vicuña. Non occorre essere addetti ai lavori per sapere che tale attività riveste un’importanza notevole: rappresenta, infatti, la prima fase della lavorazione della fibra grezza, un passaggio fondamentale per la realizzazione dei tessuti italiani di somma qualità. E’ comprensibile l’interesse dei tre super-brand nazionali, da tempo clienti di punta della Pettinatura di Verrone, ad entrare nella compagine societaria per contribuire al mantenimento in loco dell’attività, preservando un immenso patrimonio di conoscenze e risorse umane nel distretto biellese. “La nostra azienda ha da sempre puntato su un prodotto di elevatissima qualità – spiega Elena Schneider, attuale Presidente della Pettinatura di Verrone – rivolgendosi a un mercato di nicchia che non subisce direttamente la concorrenza delle aziende situate nei Paesi emergenti. Siamo lieti, insieme ai nostri nuovi soci, di continuare a sostenere il vero made in Italy, promuovendo la completa integrità della filiera del tessuto”. Il Gruppo Schneider si troverà a detenere il 55% dell’azienda che ha acquisito nel 1989, mantenendone il controllo.