POWERDRESSING
Dalle divinità olimpiche ai sovrani consacrati da Dio, dalla spada all’aspersorio, dalla Repubblica alle dittature… La mostra iniziata il 26 Gennaio al Centre National du Costume de scène et de la Scénographie (CNCS) a Moulins ci mostra come il palcoscenico ed il cinema rappresentano il potere attraverso l’abbigliamento, andando dalla semplice evocazione alla ricostruzione veritiera di famosi ritratti regali. “Costumer le pouvoir, opéra et cinéma” – questo il titolo – fino al 20 Maggio manda in scena l’iconografia dell’autorità con oltre 130 costumi realizzati da Franca Squarciapino, Christian Gasc, Jean Paul Gaultier, Moidele Bicket, Aline Bonetto, Madeline Lemaire, Catherine Leterrier, Carine Sarfati, Yvonne Sassinot de Nesle e altri insigni stilisti: tutti abiti provenienti, oltre che dalle collezioni del CNCS, dalla Bibliothèque Nationale de France, dalla Cinémathèque Française, dal Centre des Monuments Nationaux, dalla Comédie-Française, dal Musée Gaumont, dall’Opéra National di Bordeaux, dall’Opéra de Lyon, dall’Opéra National di Parigi, dal Théâtre du Capitole di Toulouse.
Si tratta di un evento straordinario, di grande fascino, che propone anche foto e allestimenti di film celebri come ‘Vatel’, ‘Giovanna d’Arco’, ‘Les adieux à la reine’, ‘Maria Walewska’, ‘Il Quinto Elemento’, mettendo a fuoco le dinamiche del rapporto fra look e leadership. Tra gli attori “presenti” alla mostra in immagini di grande suggestione vi sono Isabelle Adjani, Uma Thurman, Diane Kruger, Milla Jovovich, Alain Delon, John Malkovitch, Vincent Cassel, Philippe Torreton, perfetti per interpretare il powerdressing sia che indossino la tiara di Cleopatra sia che sfoggino un tailleur pantalone di Frau Merkel, l’armatura di Giovanna D’Arco o le crinoline di Caterina di Russia, i farsetti di Don Carlos o i lussuosi manti di Boris Godunov.
La mostra d’Oltralpe spazia in epoche diverse, offrendo allo sguardo del visitatore costumi non solo realistici, ma anche fantasmagorici. Così, trasportati dall’antichità barbarica all’oggi, si viaggia attraverso stili diversi seguendo il filo che da Luigi XIV conduce a Vladimir Putin.
Influenzato dal teatro, il cinema ha sempre fatto man bassa di corone e scettri. I film storici si sono generalmente rivelati dei successi, anche quando, negli anni ’60, un raffinato regista come Roberto Rossellini fece evolvere il genere in senso intellettuale, politico e sociale. Ma gli arcana imperii e la loro simbologia fastosa non sono mai scomparsi dallo schermo, né figure mitiche come Maria Antonietta o Napoleone, che furono semmai rivisitate con sensibilità moderna. La rassegna di Moulins ci invita, in particolare, a valutare più attentamente la valenza di pellicole quali The Assassination of the Duke of Guise, Jeanne d’Arc di Luc Besson, Vatel by Roland Joffé; Marie Walewska (Conquest) con Greta Garbo in versione hollywoodiana, La Reine Margot di Patrice Chéreau e Farewell, My Queen di Benoît Jacquot. E non ci si dimentica degli antenati Galli Astérix et Obélix!
Il teatro, d’altro canto, appare come luogo d’elezione per raffigurare tutte le pieghe del potere, come dimostrano le diverse produzioni di opere altamente simboliche come L’incoronazione di Poppea di Monteverdi, Don Carlos di Verdi e Boris Gudonov di Moussorgski. Alcune rappresentazioni poi furono riprese in versione cinematografica: in Atys i cortigiani del monarca assoluto vestiti di nero contrastano con i colori sgargianti della Versailles del Re Sole in Vatel, mentre altri lavori compiono la parodia del potere e mescolano generi come avviene per i costumi di Le Balcon di Jean Genet per il teatro, Salomé di Richard Strauss per l’opera e The Fifth Element per il cinema. Talvolta la storia e la fantasia si fondono, come in un fumetto, di modo che gli abiti operistici di Le Roi d’Ys and Robert le Diable riflettono quelli del film leggendario Atlantis.
Questi costumi, disegnati da Gérard Audier, Patrice Cauchetier, Bernard Daydé, Jacques Dupont, Pet Halmen, Anna Maria Heinreich, Iannis Kokkos, Florica Malureanu, Tomio Mohri, Daniel Ogier, Franca Squarciapino, Carlo Tommasi, José Varona, Jean-Pierre Vergier, Francesco Zito, provengono da allestimenti teatrali recenti e intendono rendere omaggio all’eccellenza dell’attività che al giorno d’oggi si continua a far fiorire nel cosiddetto mondo dello spettacolo.
All’eccezionale mostra di Moulins, curata da Noëlle Giret et Martine Kahane e con le scenografie di Alain Batifoulier e Simon de Tovar, i protagonisti che ci hanno impressionato di più per la loro forza icastica (una bellezza mozzafiato che incute soggezione e timor sacro in virtù di forza espressiva e, spesso, preziosità) sono: Ricarda Merbeth e Robert Dean Smith nei costumi dell’Imperatrice e dell’Imperatore di Franca Squarciapino per La Femme sans ombre (Théâtre du Capitole, Tolosa, 2006); Milla Jovovich nell’armatura disegnata da Catherine Leterrier per il film Giovanna d’Arco di Luc Besson (Collezione Museo Gaumont); da Rigoletto, i costumi dei cortigiani di Carlo Tommasi (Théâtre du Capitole, Tolosa, 2006); Stéphanie d’Oustrac nel costume di Cibele di Jean-Marie Villégier, per Atys (Les Arts florissants, 2011); il costume di Anna Maria Heinreich per la contessa ne La Dame de Pique (Opéra de Lyon, stagione 2007-2008); la corona ricoperta di strass Swarovski, realizzata da Anna Maria Heinreich sul modello della corona di Caterina di Russia per la succitata Dame de Pique; il costume di Daniel Ogier per Boris, in Boris Godounov (Théâtre du Capitole, Tolose, 1993); il costume di Tomio Mohri per la regina ne Il lago dei cigni (Palais Garnier, 1992, Coll. CNCS/ONP); il costume di Daniel Ogier per la principessa di Eboli in Don Carlos, Opéra National de Bordeaux, 1991, CNCS); il costume di Filippo II di Daniel Ogier, per il medesimo Don Carlos; il costume di Daniel Ogier per Giuditta ne Il Castello di Barba Blu, Opéra National de Bordeaux, 1993, CNCS).