Lora Lamm e la sua grafica educata
Capelli corti, taglio deciso, figura snella, cipiglio brioso, abbigliamento sobrio -vagamente “british”-. Più di ottant’anni portati con fresca disinvoltura e con gioioso atteggiamento.
Così si potrebbe descrivere Lora Lamm, protagonista, con i suoi disegni, della prima mostra dedicata al suo talentuoso lavoro svolto a Milano dal 1953 al 1963.
La brava Nicoletta Ossanna Cavadini, curatrice dell’esposizione insieme alla stessa Lamm, ha voluto fortemente sottolineare la particolare e fruttuosa produzione giovanile della raffinata illustratrice nelle sale del m.a.x. Museo di Chiasso che, fino al 21 di luglio, ospiterà l’evento.
La sua grafica, conosciuta prevalentemente da un pubblico di nicchia, ha dato in realtà una dinamica e innovativa svolta nel campo del disegno grafico a partire dal dopoguerra. Giungere dalla Svizzera (dove è nata e dove ha conseguito il diploma -alla Kunstgewerbeschule di Zurigo-) a Milano, nel 1953, e iniziare a lavorarvi insieme a colleghi dell’importante calibro di Antonio Boggeri, Max Huber – uno dei più affermati designer del ‘900, inventore del logo della Rinascente-, Carlo Vivarelli, Bruno Monguzzi, ha sicuramente messo ancor più in movimento un moto creativo decisamente già ben presente per indole naturale.
Il passaggio dall’insegnamento di tali “maestri” ad una sua autonomia forte e incisiva -l’assunzione alla Motta e, successivamente, la responsabilità degli uffici creativi della Rinascente -unica donna ammessa allora nella storica sede!- è stato praticamente fisiologico. Poi freelance per marchi come Pirelli, Elisabeth Arden e via via.
Evidentemente avevano percepito in molti il suo talento e, soprattutto, la sua capacità nel rendere “svelti” e “leggeri” i disegni.
La sua originale modalità di mettere su carta quegli schizzi così aggraziati, quei colori così delicati e assemblati con tale gusto e piacevolezza da conservare ancora oggi una modernità straordinaria, deve aver colpito chi era preposto a scegliere dei lavori vincenti. Così infatti è stato.
Ed ecco farsi inconfondibile il suo tratto semplice ma elegantissimo, stravagante ma comprensibilissimo.
Il forte cambiamento dato da questa donna minuta e dal viso sveglio ha modificato l’aspetto estetico della cartellonistica visto -e in uso- fino a quel momento.
E la comunicazione pubblicitaria di conseguenza.
“Cataloghi, manifesti, pubblicità, inviti, mailing-packaging……”
Tutto coordinato ed eseguito con accuratezza e spirito nuovo. Con uno stile caratteristico e molto personale.
Come non essere catturati da quelle cuffiette da bagno poste sul capo di due ragazze dallo sguardo curioso o da quell’abito dalle proporzioni stranissime fatto di farfalle multicolori e pronte a spiccare il volo?
E come non sorridere di fronte alla scioltezza di quella giovane donna che “cavalca” felice uno scooter sgargiante abbigliata come potremmo essere esattamente ancora oggi?
L’estate, stagione sicuramente molto amata da lei, rappresentata sempre con allegria, con esuberanza.
Vien da dire che ha saputo rendere meno greve ogni oggetto offerto agli occhi, facendolo diventare subito desiderabile e degno di acquisto.
Un consumismo lieve, insomma. Non invadente. Non indiscreto.
Le sue figure femminili sempre garbate, ironiche, vestite. E seducenti, per questo. Che differenza con certe immagini volgari che oggi si affacciano ovunque, mostrando tutto tranne proprio quel che dovrebbe essere comperato! Travestimenti oscenamente proposti per rendere accattivanti prodotti magari modesti. Fumo da buttare in pasto al posto della qualità -giochi di parole necessari per non intristirsi troppo-, come se l’intelligenza nella pubblicità fosse diventata obsoleta o ridondante. Controproducente, addirittura.
Vale la pena dunque, per chi può, spingersi un po’ oltre-confine per ammirare la freschezza di Lora Lamm, in una sorta di mostra museale dove chi guarda riesce a trarne emozione e meraviglia. Più di un centinaio gli svariati materiali esposti, tra bozzetti, locandine, manifesti…………
Tutti riguardanti il fecondo periodo da lei vissuto nel capoluogo lombardo, prima del suo rientro a Zurigo a metà degli anni ’60.
E, proprio in omaggio a ciò, anche la Rinascente di Milano espone parte del suo lavoro fino al primo luglio, rendendo fruibile ai clienti del noto magazzino la bravura e l’arte di questa gentile “signora” del disegno.
Giusto godere del bello, perché, come diceva Thomas Mann:
“La capacità di godere richiede cultura, e la cultura equivale poi sempre alla capacità di godere”.