Un nuovo corso per Zegna firmato Stefano Pilati
Attesissimo il debutto di Stefano Pilati dopo il suo insediamento alla direzione creativa di Ermenegildo Zegna a gennaio 2013.
Quali novità avrebbe apportato a un brand che si è sempre distinto per i canoni della classicità? Nessun dubbio che fosse stato chiamato da Zegna con intenti innovativi, di svecchiamento, o almeno di ammodernamento di uno stile eccessivamente convenzionale. Ma sarebbe riuscito a mantenere inalterato il core business dell’azienda? La qualità del tessuto e la sartorialità sarebbero stati sicuramente a vantaggio del suo lavoro. Ma quel taglio classico che ha costruito l’immagine dell’uomo formale Zegna così espressivo dell’eleganza maschile tutta italiana, sarebbe stato rispettato, oppure, come sarebbe intervenuto su di esso per costruire una eleganza formale ma più moderna?
Al di là di alcune osservazioni marginali sulla collezione -sembra pensata non da Stefano Pilati, ma per Stefano Pilati e quindi “gli rassomiglia”; sfiora una eleganza più francese che italiana, come nella leziosità di una grande stola da catalogarsi come elemento estetico e non funzionale-, il lavoro del nuovo direttore creativo non può aver deluso i vertici Zegna e neppure gli estimatori di Zegna, anche se indubbiamente dovranno abituarsi al nuovo stile
L’ispirazione di Stefano Pilati nella collezione uomo P/E 2014 approda felicemente ad un sintesi da cui scaturisce un senso moderno del ben vestire classico, anche se non mancano punte di modernità quasi trasgressiva per l’uomo Zegna: bermuda e short accompagnati da scarpe stringate e da belle giacche degne di essere portate con un più rispettabile pantalone; lunghezza del pantalone che si accorcia fino alla caviglia.
Novità? Molte e belle.
Innanzitutto siamo di fronte alla volontà di rinnovare, addolcire la figura maschile attraverso forme e linee nuove. Gli impermeabili e i soprabiti e talvolta le giacche si presentano con una linea a trapezio, hanno talvolta l’aspetto di una vestaglia da camera: volume amplio; maniche raglan per arrotondare e quindi ammorbidire la spigolosità delle spalle. Altre volte la linea del soprabito è più accostata o dritta, sottolineata da una cintura, da un unico bottone o priva di chiusura, dando vita ad una linea sciolta che libera così la figura dalla rigidità tipica dell’abbigliamento maschile. Anche le giacche danno il senso del nuovo: il doppio petto a due bottoni, il taglio smussato, la mancanza di bottoni, i revers a scialle, le tasche tagliate ad asola che si aggiungono a quelle canoniche, le maniche risvoltate o i manicotti posticci che creano un nuovo punto cromatico; la lunghezza che talvolta si accorcia fino a trasformare la giacca in un moderno spencer dal volume però amplio come nel manierato completo bianco corredato dalla stola appoggiata in vita.
Camicie dal collo piccolo, solo in alcuni outfit chiuse da cravatte, camicie stampate; pullover sottili; cinture sottili per le sahariane o i soprabiti, lavorate invece per decorare in vita il pantalone, giubbotti con borchie a forma di stelle ecc.ecc., 33 nuances di colori, tessuti di grande qualità.
Una collezione sofisticata, ma leggera.