La Signora dello stile italiano in Villa
Quell’incantevole dimora milanese che è Villa Necchi Campiglio fino al 24 Novembre 2013 ospita una mostra di grande impatto dedicata ad una vera signora della moda italiana: Jole Veneziani, icona dell’haute couture nel periodo della ripresa post-guerra incarnata (anche) nel mito del benvestire. “Jole Veneziani. Alta moda e società a Milano” racconta infatti, attraverso abiti d’epoca, bozzetti, fotografie, filmati, documenti, oggetti di sartoria, selezionati tra i 15mila pezzi dell’Archivio Veneziani, una tranche importante della storia della moda milanese e italiana tout court, in cui alla gioia di vivere si accompagnava il buon gusto, alla voglia di fare la saggezza, alla visionarietà la misura.
La rassegna, curata da Fernando Mazzocca e valorizzata dall’armonico allestimento elaborato da Corrado Anselmi, è promossa dalla Fondazione Bano e dal FAI, ed attinge al lascito fatto personalmente dalla stilista a Federico Bano nei primi anni Ottanta. A Villa Necchi il visitatore è accolto da una schiera di manichini che indossano i capi più belli e preziosi creati da Jole, mostrando la giornata tipica di una signora ambrosiana di classe: dalla preparazione della tavola per il pranzo al rito del gioco delle carte, dagli eleganti incontri del pomeriggio alle fastose soirée teatrali.
Amante del colore e delle linee essenziali, brillante e fantasiosa, ma anche oculata e dotata di senso per gli affari, la Veneziani aveva tutti i requisiti per piacere e “sfondare” nel bel mondo. Già nel 1937 lei, tarantina d’origine (nata nel 1901), aveva aperto un atelier di pellicceria in Via Nirone, trasferito poi nel 1944 in una Via Montenapoleone sconquassata dalle bombe: il suo laboratorio in breve divenne non solo un centro creativo di stile raffinato, ma anche un “salotto” della mondanità, in cui volentieri si intrattenevano clienti come Josephine Baker, Marlene Dietrich, Maria Callas, Elsa Martinelli, Lucia Bosè, Wally Toscanini, Anna Proclemer, Giovanna Ralli, Paola Pitagora, Anna Bonomi Bolchini, Ljuba Rizzoli, Emanuela Castelbarco, Sandra Milo, Franca Rame, Ornella Vanoni… e scusate se è poco.
La prima sfilata ufficiale di Jole si svolse nel 1951 a Firenze (quella dei cosiddetti “13 apostoli della moda italiana” che infransero il monopolio parigino e aprirono le porte del mondo al made in Italy) nell’ormai storica Villa Torrigiani del Conte Giorgini, riscuotendo un enorme successo e suggellando la nascita dell’alta moda italiana, a cui seguirono dediche di copertine in tutto il mondo (Vogue, Harper’s Bazaar, Life, ecc.). Non a caso nel ’52 la Veneziani ricevette il prestigioso “Giglio d’Oro della Moda” per il record di vendite all’estero, grazie in particolare alla linea sportiva il cui fiore all’occhiello era un impermeabile bianco con cappello da pioggia.
Una curiosità: la stilista non si espresse solo nel campo della moda in senso stretto, ma spaziò anche in altri settori, ad esempio fungendo da consulente per l’Alfa Romeo (i suoi studi di carrozzerie e interni a colori vivaci sono ben documentati in mostra), oppure “infiorando” il Teatro alla Scala per la prima di S. Ambrogio. Va riconosciuto che non di rado la Veneziani si prestava a lavorare gratis, animata semplicemente da un forte e sincero amor di patria: come ebbe ad affermare lei stessa: “Ero molto contenta di fare qualcosa per il mio Paese e inoltre mi toglievo di torno tutto quel nero deprimente”. Un’altra volta, invece, dichiarò che se fosse stata Sindaco di Milano, si sarebbe dedicata all’estetica dei mezzi di trasporto “…che mi sono sempre sembrati tristi e brutti. Con colori d’Alta Moda cambierei faccia a tram, filobus, rendendoli un po’ più allegri. Poi illuminerei la città a giorno. Farei in modo che i milanesi di notte possano vedersi in faccia e magari sorridersi”. Questa era Jole Veneziani.
Oggi, dopo la sua scomparsa nel 1989, le sue opere sono conservate a Padova nell’archivio che porta il suo nome.
L’evento in corso a Villa Necchi Campiglio rappresenta la prima tappa di un progetto destinato a trasformarsi in una grande mostra itinerante che porterà l’Atelier Veneziani nelle capitali europee e dell’Estremo Oriente. Da segnalare, infine, che la rassegna è accompagnata da un bell’album fotografico edito da Marsilio.