You Khanga: tra fashion e impegno sociale per una moda unica e solidale
Vivere l’Africa e lasciarsi ispirare, combinando due culture distanti fino a farle convivere in un unico progetto: tutto questo è il brand You Khanga che unisce African Life ed Italian Style. Il concetto di khanga indica, nell’Africa equatoriale, un rettangolo di cotone stampato dai colori vivaci e decorato con frasi, proverbi e indovinelli beneauguranti scritti in lingua Swahili. Per le donne il khanga corrisponde a un vero e proprio stile di vita perché può diventare un abito o un copricapo, può servire per trasportare i bambini sulla schiena e perfino per decorare le case. La fantasia dell’oggetto polivalente incontra quindi, il know how dei maestri calzaturieri del nostro paese, dando vita a scarpe ricavate da tessuti rigorosamente made in Kenya.
Parliamo di pezzi realizzati in Italia all’insegna dell’unicità, perché ogni khanga è speciale e irripetibile, piccole imperfezioni comprese. Ogni creazione possiede una sua identità: in Kenya non esistono lavorazioni seriali o stampe laser così, ogni scarpa, è ritagliata in un punto diverso della stoffa rendendo, anche di poco, ogni paio senza eguali, verrebbe da aggiungere come le donne che le indosseranno.
You Khanga ha debuttato con una collezione per la Primavera/Estate 2014 composta da in 18 varianti di colore ciascuna, nate dal sodalizio tra Veruscha Rossi, proprietaria del marchio e Benedetta Ceppi, creative-director, distribuite nelle migliori vetrine fashion d’Italia.
Il brand vuole contribuire il più possibile allo sviluppo delle popolazioni locali. I sacchetti, anch’essi confezionati con i khanga, sono prodotti direttamente in Kenya in modo artigianale e una parte dei proventi derivanti dall’acquisto delle creazioni vengono impiegati in progetti di beneficenza dedicati alle donne e ai bambini della nazione africana, a partire dal sostegno garantito all’orfanotrofio Asante Sana Roberto Children’s home di Mambrui.
Il progetto di accoglienza è nato nel 2006 grazie all’incontro tra Suor Nadia, Roberto e Piera Chiodi, con l’obiettivo di realizzare una struttura che consentisse ai piccoli orfani di trascorrere un’esistenza per quanto possibile serena. Nel corso degli anni e grazie alle donazioni, la “casa” è cresciuta al punto di accogliere una novantina di ospiti provenienti da zone lontane da Malindi come le baraccopoli di Nairobi e la regione di Ndithini. La struttura non è solo un posto dove vivere offre la possibilità ai bambini di frequentare un asilo, una scuola, di svolgere attività per imparare ogni giorno qualcosa e crescere insieme.