Dolce&Gabbana al Met Ball 2014
Dress code della serata tenutasi il 5 maggio al Metropolitan Museum di New York in occasione dell’inaugurazione della mostra “Charles James: Beyond Fashion” (cfr, JAMES: oltre la moda), era “White tie with decorations”, quindi frac per l’uomo e abito lungo per lei ma con “decorazioni”. Si spiega quindi che gli abiti indossati dalle celebrities fossero “ridondanti” di decorazioni; e in alcuni casi al limite del buon gusto, giustificabili solo attribuendo al personaggio una forte dose di ironia: ma ci permettiamo di dubitare…..
Così il duo Dolce&Gabbana mandano sulla “passerella” del Met Ball 2014 quelli che ritengono essere i loro abiti più sbalorditivi: ma quattro abiti con decorazioni floreali – seguendo un trend della primavera 2014- su sette, sembrano eccessivi nel numero, ed anche ripetitivi nella realizzazione, eccetto quello di Bianca Brandolini. D’altra parte è un po’ che troviamo le decorazioni floreali negli abiti Dolce&Gabbana Alta Moda: memorie siciliane o memorie rinascimentali botticelliane?
Ed allora vediamo come le celebrities in Dolce&Gabbana hanno interpretato gli abiti with decorations
SARI MERCER, fidanzata di Chiwetel Ejiofor nomination come miglior attore per il film “Dodici anni schiavo”, ha indossato un abito in organza rosa; su orlo e metà gonna grandi fiori di chiffon rosa; su maniche, cintura e resto del tessuto una cascata di piccole fiori rosa; sul corpino anche piccole punteggiature di fiori rossi. La più discreta, la più romantica!
TABITHA SIMMONS ha indossato un abito in tulle di seta drappeggiato e multistrato con gonna e decorata con fiori, romanticissimo lo strascico in tulle. Esagerate le applicazioni di grandi fiori che formano una vera e propria ghirlanda sull’abito, tanto da far pensare che sarebbe stata adatta a una festa paesana in onore di Santa Rita, la santa delle rose profumatissime: con tutta l’ammirazione e la devozione che desta questa donna che si è fatta santa sopportando un marito violento.
GIOVANNA BATTAGLIA senior fashion editor di Vogue Pelle e Vogue Gioiello, viene definita una vera e propria icona di stile, modella e musa di stilisti; anche per lei un abito con applicazioni di fiori. Immediatamente la memoria va ad Angelica del Gattopardo di Luchino Visconti, ma non è l’abito a ricordarlo. Ineguagliabile quello creato da Piero Tosi per rappresentare la capacità o la volontà di Angelica di essere all’altezza di un mondo aristocratico a lei lontano: gonna voluminosa sostenuta da crinolina, corpetto che modella il busto a “V” con vita di vespa, secondo i dettami di fine ‘800, color medusa – così lo ha definito il costumista, che rifiutò il rosa dell’abito del romanzo – con una base d’organza dorata, bordi d’organza di seta e oro mentre, rifiniture con nastri autentici dell’Ottocento. Questo di Dolce&Gabbana di tulle nero con decorazioni floreali, lontano dalla personalità di chi lo indossa- almeno per come i media ci parlano di Giovanna Battaglia-.
E’ l’acconciatura dei capelli, troppo simile e pur dissimile da quella di Claudia Cardinale a far pensare ad Angelica: riga centrale, capelli raccolti dietro con una cascata di fiori, discreta e quasi nascosta dai capelli quella di Angelica, ricchissima, fino all’eccesso e quindi in grande evidenza quella di Giovanna Battaglia composta da rose rosa e bianche come i piccoli fiori che punteggiano l’abito. Insomma la parvenu siciliana sa dosare meglio gli ingredienti dell’eleganza – nell’abito e negli accessori: un sottile filo di perle, discreti orecchini pendenti-, di quanto non faccia la moderna icone di stile che sovraccarica la romantica semplicità dell’abito proprio con gli accessori: con l’ acconciatura come abbiamo detto, e con una pesante collana di farfalle multicolori e grandissimi orecchini sempre a farfalle.
Cosa dire delle altre celebrità?
Sembrerebbe che tutte avessero voglia di essere notati.
MONICA BELLUCCI, in pizzo rosso con mantella, trattenuta da con un collier a cuore in oro, rubini e perle, si confonde con il red carpet. Sembra impossibile, ma la tonalità del red carpet e dell’abito sono proprio uguali.
KATE UPTON, è in un abito sirena nero in pizzo chantilly, ricamato con piccole rouches con il seno incontenibile nei contorni della scollatura del corpino bustier; giunonica, inadatta ad accompagnare il minuto signor Domenico Dolce.
COCO BRANDOLINI D’ADDA, ha indossato un abito con stampa Canaletto in doppia organza con una gonna di tulle multistrato; e ci auguriamo che l’abito possa servire a richiamare a Venezia turisti americani. Anche la vistosa collana sembrava composta da miniature di palazzi veneti. L’espediente di “dipingere” su un abito un monumento o un quadro è tecnica già sperimentata ultimamente utilizzatissima, per rappresentare monumenti siciliani, dai nostri stilisti, che ancora non hanno sperimentato la modalità tridimensionale usata da Moschino all’apertura dei giochi invernali del 2006: in quel caso erano rappresentati i più significativi monumenti torinesi, le montagne e i boschi alpini.
Più interessante, convincente, l’abito di Bianca Brandolini in chantilly ricamato in pizzo oro, fiori e dettagli in filigrana 18 carati. Anche qui fiori, ma in foggia diversa dagli altri che abbiamo descritto.
Infine gli uomini
CHIWETEL EJIOFOR, protagonista maschile del film “12 Anni Schiavo”, ha indossato una giacca smoking con dettagli in raso di seta nera, una camicia smoking in popeline bianca e papillon in velluto nero. Niente da dire se non che il papillon nella foto non risulta nero, ma rosa come per adeguarsi all’abito della sua accompagnatrice Sari Mercer.
ROBERTO BOLLE ha indossato un abito speciale tre pezzi su misura in lana con dettagli in duchesse nero, insieme ad una camicia in popeline bianca ed un papillon jacquard bianco annodato a mano. Impossibile non commentare le scarpe ricamate in velluto e guanti in cuoio ricamati: stranamente ci hanno fatto pensare che potrebbero essere usati in una rievocazione storica di caccia con il falco. Insomma anche qui una caduta di eleganza a fronte della ricerca di ciò che è eccentrico.