La Sicilia di Marpessa
Immagini che invitano a viaggiare nel tempo e nello spazio di una terra antica, forte e indomita, di una bellezza disarmante, quantunque piena di contraddizioni. Ma anche reportage delle sfilate di moda, backstage e altri scatti scaturiti da diverse occasioni di lavoro, con l’obiettivo di assemblare a poco a poco le parti di una trama complessa e allo stesso tempo semplice come è quella della relazione umana e professionale tra il fotografo e la sua modella. Tutto questo è “Sicilia Mondo”, la suggestiva mostra fotografica di Ferdinando Scianna in corso sino al 18 Luglio presso la galleria Artistocratic di Roma.
Scianna, il primo fotografo italiano a entrare nella prestigiosa agenzia Magnum Photos e vincitore dell’ambito Prix Nadar, con questa esposizione “ruba l’anima” alla sua isola per riproporla in istantanee potenti (a partire dagli anni ’60) che ne raccontano le tradizioni, gli aspetti religiosi arcaici, i paesaggi del mito, le irriducibili antinomie. Della terra delle origini egli immortala le feste e le processioni, gli angoli assolati delle cittadine, la struggente decadenza di palazzi e strade. Non mancano nella rassegna i fotoreportage di viaggio, dall’India agli Stati Uniti. E poi c’è lei, la “sua” modella per eccellenza, la “divina” Marpessa, in scatti realizzati per il marchio Dolce&Gabbana.
In effetti, quello tra Ferdinando Scianna e Marpessa Hennik, la top-model olandese con radici del Suriname e il nome di una ninfa, è un rapporto forte e persistente nel tempo, declinato attraverso scatti che raccontano luoghi e sentimenti, spaziando tra moda e antropologia, etica ed estetica, passato e presente. Quelle realizzate insieme dai due sono straordinarie performance creative, spesso in bianco e nero, di grande formato, aventi come fondale e vera protagonista la Sicilia ed i suoi costumi.
Fin dal primo servizio di moda nel 1987, Scianna comprese che attraverso quella modella dal fascino atipico poteva compiere un percorso nella memoria della sua infanzia così riuscito da far apparire Marpessa una donna siciliana. Da lì appunto è nata la sua idea di narrare, tra la tentazione autobiografica e l’obiettività dell’inchiesta, la storia di entrambi, per cui dopo l’isola mediterranea di lui la coppia è risalita a nord, fino ad Amsterdam, la città di lei, dove ad essere indagata è stata la memoria di Marpessa.
Così la particolare sensibilità narrativa di Ferdinando Scianna gli ha permesso di comporre con le immagini, attraverso l’opportunità della moda ma trascendendola, il mosaico di un’avventura speciale qual è il legame intenso e senza tempo dell’artista (il fotografo) e il soggetto da rappresentare (la modella).
A guardarli tutti assieme, questi ritratti, viene in mente un quadro storico permeato di sguardi capaci di trasmettere gesti, atmosfere, emozioni, culture fieramente identitarie, ma pure in grado di dialogare tra loro sul filo dei ricordi e dei sentimenti. Un’impresa ardita in un’epoca in cui impazza il delirio del “selfie”.
Ha affermato Scianna: “Non ho mai fotografato la moda, ma una donna che indossa certe vesti […] la moda non è un oggetto se tu la inserisci nel mondo […] la fotografia di moda diventa una specie di metateatro della fotografia di reportage”. Il suo “mettere in posa” infatti è sempre volto a creare storie che possono essere raccontate attraverso il reportage. Come ha spiegato lo stesso Scianna, “quell’Itaca che hai lasciato, che non c’è più, non esiste più, perché nel frattempo è cambiata e continua a vivere solo nella tua memoria”. Le immagini possono ridarle vita, anima e corpo.
Un altro grande siciliano come lo scrittore Leonardo Sciascia scrisse a proposito di Scianna questa parole: “È il suo fotografare, quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e – in definitiva – al suo stile”. Tutto ciò emerge con stupefacente nitore dalla mostra “Sicilia Mondo”.