Leggendo qua e là…..
“Accessorio” tra gli accessori, fedele compagno dei momenti dedicati al riposo e alla pausa, ricettacolo delle nostre riflessioni e delle nostre sottolineature.
È lui, il libro. Da mettere nella valigia delle vacanze ancora prima di tutto il resto, a fare da rigido fondo e stimolante sfondo di abiti, maglie, sandali, creme solari, visiere, occhiali, corde da arrampicata……..
Ogni cosa al suo posto. Ogni unità provvista di filo logico. Qualche certezza per non uscire troppo dal seminato. Qualche guizzo per volare con la mente e con la fantasia. Nei capi da indossare, nei libri da leggere. Qualche “pezzo” classico e rassicurante, qualche “pezzo” insolito e curioso. Regola da far valere per tutto.
L’estate è anche questo. Iniziare una cosa, sospenderla, ricominciarla. Dare inizio a un saggio impegnativo, infilare tra una pagina e l’altra un filo d’erba, prendere in mano un romanzo “leggero” o un “noir” mozzafiato, abbandonarlo di nuovo su una sedia a sdraio per rimandarne il finale al giorno dopo e dare senso all’attesa.
Comperare una cintura pazzerella -che mai avremmo considerato- vista nella vetrina di un carruggio o un libro magari sconosciuto che ci attrae solo per la copertina, o per il titolo intrigante, o per la singolare forma…….
Apertura massima, dunque. In una benevola “anarchia” che, grazie all’acutezza dei sensi ritrovata dopo qualche giorno di “assestamento” nei confronti dei nuovi ritmi, riparte con mille propositi e mille aspettative.
C’è il tempo, ora. Da riempire ma -perché no?- anche da svuotare. E non ci importerà, con questi presupposti, la condizione climatica contingente.
Anzi. Un temporale improvviso sarà motivo di “ripiego cartaceo”, agevole sostituto di una nuotata o di una scorribanda all’aperto.
Pronto a fare bene il suo mestiere: farci partire pur stando fermi.
“La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno”, scriveva Francis de Croisset.
Ed è proprio così. Incontro accidentale, esperienza gratuita, percorso terapeutico. Come accade nelle migliori “passeggiate”.
Da soli ma davanti a una folla che esce a ogni giro di pagina. Folla disposta ad abbracciarci completamente, ma anche a ritirarsi con discrezione al primo accenno della nostra mano che ne sposta la presenza a un tempo successivo…..
Tre titoli, giusto per entrare nel vivo dell’argomento. Tre titoli e tre differenti approcci inerenti il “mondo” da noi trattato. Lievi, ma profondi. Ironici, ma incisivi. Divertenti, ma rigorosi.
GLAMOURSOFIA, piccola filosofia della moda femminile –Il melangolo-, per cominciare.
Un librino dal titolo bizzarro che coniuga il tema della moda e dell’eleganza con la filosofia. Debora Dolci e Francesca Gallerani, le due autrici. Dottore di ricerca in scienze filosofiche la prima, esperta di moda la seconda. Un tracciato per cercare di dimostrare come dietro ogni aspetto frivolo -lo
shopping compulsivo, ad esempio- possa affacciarsi il volto “serioso” di grandi pensatori come Platone, Nietzsche, Arendt, Kant. E come certi comportamenti vengano da lontano….
Si può -per dirla come la direbbe Heidegger- “aprire un mondo” nella scelta tra un tacco dodici o una ballerina super-piatta e si può trasmettere moltissimo di sé attraverso la predisposizione ad indossare il marrone piuttosto che il beige. Sofisticherie antropologiche del tubino e digressioni intellettuali sulla foggia di un cappello. Tanti riferimenti anche al mondo del cinema e spunti intelligenti di natura sociologica.
E poi consigli pratici, tra una citazione e l’altra -il che non guasta e mette pace tra il sacro fuoco delle menti eccelse e il sacro fuoco delle
spese folli-..
Educazione e seduzione, adeguatezza e bon-ton, chic e kitsch. Un vero viaggio trasversale al tempo e alle mode. Un desideroso interrogativo sul
significato culturale del vestire andando a ritroso.
“Tu sei una gran dama: se il tuo vestire dovesse consistere solo nello star calda, qual bisogno avresti di portare sontuose vesti, che non son
fatte per tenere caldo?”, domandava Re Lear non proprio ieri!
Dal ricco incontro tra la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, ADI -Associazione per il disegno Industriale e Carthusia Edizioni, ha visto la luce un libro pieghevole cartonato di grande impatto emozionale dal titolo IL RAGAZZO CHE TRASFORMAVA LE COSE.
Un libro/racconto scritto da Sabina Collaredo e illustrato dall’artista Gianni De Conno al cui centro c’è il desiderio di trasmettere ai giovani l’amore per le professioni e i mestieri d’arte.
La bellezza come motore del riscatto, la reinterpretazione del già dato come nuova possibilità di far venire al mondo -di rimettere al mondo- qualcosa che ha “già” dentro moltissimo da mostrare. Il gioco che diventa passione, la passione che diventa vita.
Il racconto di una rinascita passata attraverso le mani e la fantasia di due giovanissimi fratelli che imparano a vedere la realtà degli oggetti usuali da cui
sono circondati con occhi nuovi e con cuore nuovo. La loro trasformazione, il fascino che ne deriva, la scoperta di essere improvvisamente adulti nella manualità, nella capacità di manipolare. Di creare bellezza. Per sé e per gli altri che ne potranno fruire.
24 pagine pieghevoli atte ad essere lette in modo duplice (fronte e retro) dai ragazzi e dai non più ragazzi accomunati da una inesauribile voglia di crescere.
Gli oggetti di design, illustrati con grazia e ironia, sono ora paesaggio, ora fiaba….
“Tutto si trasforma, vedete? E ognuno di noi, in modo più o meno consapevole, si sforza di rendersi riconoscibile per le cose che fa….”
E poi…..
I CRETINI NON SONO MAI ELEGANTI Giorgio Armani in parole sue.
Curato da Paola Pollo, giornalista di moda e di costume, e edito da Rizzoli, questo libro dal titolo così “imperioso” -con quella “bocca” può dire ciò che vuole- cattura l’attenzione e la curiosità di chi ama la coerenza e la raffinatezza di uno degli stilisti più amati e più rappresentativi del Made in Italy.
Da sfogliare anche senza seguire un ordine preciso. Citazioni, testimonianze, stralci di interviste rilasciate negli anni alle testate nazionali e non.
Pezzi di vita di un personaggio che con la sua genialità e la sua arte ha incantato donne e uomini di tutto il mondo. Ricco di un’ambizione spiccata ma sana e di un amore per la bellezza vista in chiave semplice e al contempo regale, rivela anche in questa “veste” nuova una fedeltà a se stesso ineccepibile. Nell’anno del suo ottantesimo compleanno, ci sembra di poter dire che tutto quel che ha creato ha il sapore del giusto e meritato successo.
“Lo stile è eleganza, non stravaganza. L’importante è non farsi notare, ma ricordare”.
Buone letture a tutte e a tutti, dunque!
E che, come affermava Montaigne, ognuno possa avere nella testa un registro nel quale tenere i conti dei propri pensieri e riesca a mettervi ordine.