Un vero incanto per gli occhi
Davvero una delizia che può valere il viaggio l’esposizione temporanea senza precedenti che a Londra, all’interno della visita a Buckingam Palace delle State Rooms, offre allo sguardo dei visitatori in un percorso guidato -fino al 28 di settembre- la sua ricca collezione di “ricordi” legati all’infanzia dei reali d’Inghilterra.
Stiamo parlando di “ROYAL CHILDHOOD”, una carrellata di più di 150 oggetti inerenti il mondo dei più piccoli -tutte le nove generazioni di bambini che hanno vissuto a Palazzo!!-, di filmati inediti, di storie dolcissime, di giochi e trastulli, di tenere fotografie di famiglia.
Archivi reali e collezioni private messe a disposizione di chi voglia entrare in una sorta di “magico mondo”.
Dopo aver percorso le prime stanze e aver ammirato i superbi dipinti custoditi nella pinacoteca visitabili ogni anno in estate quando la regina è in Scozia -Rubens, Canaletto, Rembrant e via via-, si entra in questo spazio allestito e “dedicato” e l’impressione è quella di mettere piede nel “paese dei balocchi”.
Quel che immediatamente appare è la ricercatezza con cui, nelle vetrine cielo-terra in cui sono racchiusi i cimeli e nelle aree predisposte ad accogliere i “mezzi di trasporto” in miniatura, si è provveduto alla disposizione degli stessi.
Incredibili gli abitini -rigorosamente “gemelli”- di Elisabeth e Margaret, i cappottini di tweed con i colletti di velluto di Harry e William, le scarpe in velluto di Vittoria, i vestitini da fatina o da Robin Hood per le feste in maschera, i completini alla marinara così trasversali alle mode di ogni tempo, le cuffiette bordate di pelliccia abbinate ai soprabiti in tinta, le vesti di pizzo crema con cui sono stati battezzati quasi tutti -in mostra anche il fonte battesimale voluto dalla regina Vittoria per Victoria, la primogenita, e utilizzato poi per i successivi battesimi reali-……
Una passerella all’insegna del garbo e dell’eleganza, vien da commentare. E di un impeccabile stile British che, come abbiamo già una volta sottolineato, “deriva da un certo atteggiamento nei confronti della vita quotidiana: il giardinaggio, l’equitazione, i bambini, i cavalli e i cani“.
Stupiscono e ammaliano poi i quaderni con gli infantili primi scritti, i disegni appena accennati da manine cicciottelle, le seggioline con incisi i nomi, i libri figurati, le mini-carrozzine blu o in midollino color avana con adagiati i bambolotti di porcellana -che nei filmati vengono spinte dalle varie principessine con enfasi e serietà-, i cavalli a dondolo -persino quello regalato da Obama al piccolo George, l’ultimo nato che ha da poco compiuto un anno- su cui i principini iniziavano a prendere dimestichezza in vista di concorsi futuri e di galoppate nelle vaste e varie tenute reali, la mini-cucina attrezzata con tutti i perfetti ammennicoli con cui la futura attuale regina si dilettava a sfornare dolcetti e ad allestire merende a base di ciambelle e the, l’esatta riproduzione dell’auto di James Bond -una Aston Martin per un già intraprendente Carlo- super accessoriata, la piccola roulotte del 1955 donata ad Anna e all’erede al trono che pare finta tanto è imitazione del vero……
E poi la bellezza dei filmati, la delicatezza delle fotografie, la morbidezza dei ritratti….
Il Principe Filippo che su una micro-bicicletta va “in tondo” con i suoi bambini, Elisabetta adolescente che balla con la madre, Carlo piccino che, in sella a un trattore a pedali, insegue Filippo, giovane, sorridente e gioioso papà.
E la posa con tutti i bambini desiderata da William e Kate -di cui gli inglesi sono innamorati pazzamente- in forma moderna, spiritosa, divertente. Non convenzionale.
E Diana “pescata” in atteggiamenti affettuosi, amorevoli, materni.
250 anni che parlano insomma un linguaggio sempre attuale, che trasmettono i sentimenti che si vivono in famiglia, che affascinano -l’afflusso è sempre al top- perché mostrano una normalità dei legami e degli affetti, una intima felicità, un “come erano” che li rende più vicini e -bando al gioco di parole- “reali”.
Dunque, dando per scontato che, come si legge nel bel catalogo della mostra curato da Anna Reynolds e Lucy Peter, “As representatives of the royal family, royal children have always been expected to dress elegantly when out in public”, è veramente piacevole constatare che, nei momenti privati della vita, quelli in cui si mostra il vero sé e si concede spazio alla rilassatezza e all’aspetto ludico della condivisione, tutti i bimbi e i loro genitori “vestono” i panni universali dell’amore.