Maddalena Sisto, la “Signora” delle signorine.
Avvolgenti occhi neri disegnati su un volto intelligente, la figura sottile e l’eloquio elegante dipinsero una delizia di signora.
Mad era presente, curiosa, profondamente acuta.
Fuggì via dalle provincia con l’ intento di non tornarvi mai più, di liberarsi da quella patina di triste grigiore che annebbia le menti e intorpidisce l’anima. Ben presto si trasferì a Milano, dove tutto si muove con fantasiosa armonia, come in una danza i cui interpreti trasudano odore di Glamour. Milano aveva il fascino di una porta socchiusa, quel certo non so che, e poi sapeva di moda, di donna e di charme.
La sera, lucine multicolori illuminavano le vetrine dei negozi ammantandole di un tocco fatato, signore elegantissime percorrevano le vie della città, avvolte da quel fascino speciale tipicamente nordico che rapisce gli sguardi e ammalia le menti.
Maddalena Sisto studiò al Politecnico alla facoltà di architettura, si nutrì di arte e di incontri. E poi scrisse, scrisse una miriade di articoli. Un giorno lesse un’inserzione di ricerca di persone su Vogue gruppo Condè Naste, rispose e presto detto: -presa!-.
Scriveva Mad, ma ciò che le riusciva divinamente era -descrivere disegnando- una forma di espressione giornalistica che ha il fascino della schiettezza e arriva dritta al punto.
Il suo tratto era libero, elegante, sincero.
Lo stile drammaticamente comico, alla stregua di una pagina di giamburrasca e sintetico come la vita.
Disegnava l’universo a lei più vicino -quello femminile- e possedeva la rara capacità di penetrare il cuore e leggerne lo stato con pertinente delicatezza. Non di meno riusciva ad interpretarne sogni, entusiasmi e bisogni con rispettosa ironia.
Un’anima che sentiva le altre, le interiorizzava, poi le espelleva dipingendone i mille volti.
Disse una volta di sé “Io non riesco ad inserire delle battute per ridere di moda, mi piace invece disegnare personaggi che siano già intensamente espressivi in sé, da cogliere dopo un’attenta osservazione, un autentico interesse, un’occhiata stupita. E poi ridere non è deridere o sghignazzare: io gioco, mi diverto facendomi mille autoritratti, perché sono sempre io quella che ritraggo oppure una che conosco bene”.
Le sue signorine hanno figure eleganti , lunghe gambe e una simpatica flessuosità. Piroettano nel mondo come farfalle, ognuna con la propria stravaganza, tutte tra loro affini; c’è la zebratissima, la “cosa mi metto”, la “mi starà bene?”, la “pandorina”, la “ fiorita”, la “fatina volante” e molte altre.
In prima linea alle sfilate trovò naturale commentare la moda ritraendola e “la moda secondo Mad” fece il giro delle più importanti pagine patinate, da Vogue a Elle a Marie Claire a Glamour a The New Yorker ed altre, varcò le rubriche di Sette -il magazine del corriere della sera- e quella di Panorama.
Rappresentò Bulgari e Mont Blanc, per il quale realizzò la penna a forma di corpo femminile, e partecipò ad innumerevoli campagne pubblicitarie Italiane e tedesche.
Un’artista a tutto tondo Mad: giornalista, designer, illustratrice, scrittrice, viaggiatrice, così come emerge dal suo sito personale. Amata da stilisti del calibro di Armani, Missoni, Ferrè che con queste parole ne ricorda lo stile : “ Mad aveva bisogno di pochi segni, veloci, leggeri, un po’ nervosi. I suoi disegni racchiudevano tutto: ironia, eleganza, talento, non c’era solo lo stile dell’abito, ma il carattere del personaggio che rappresentava, i suoi capricci, la sua anima”.
Splendida mente, un linguaggio creativo, originale. Un’ indagine antropologica lunga una vita, la sua, sulla quale è stato realizzato un film : “Il mondo di Mad” di Anna Di Francisca e Andrea Zoltan.
All’ingresso del nuovo millennio questa signora, con la grazia che sempre l’ha contraddistinta e tanta dignitosa riservatezza ha tirato il sipario sulle sue amiche e proseguito il suo viaggio altrove. Là, dove nessuno sa. Angelo tra gli angeli, perché, chi si da agli altri, altro non è.