Il rosso del “Moulin Rouge” e i diamanti di Nicol-Satin-Kidman
“Diamonds are a girl’s best friend”: i diamanti sono i migliori amici delle ragazze. Lo cantava Marilyn Monroe ne “Gli uomini preferiscono le bionde”, film del 1953 di Howard Hawks; lo canta Nicole Kidman, in una versione rivisitata con qualche frase tratta da “Material Girl” di Madonna, in “Moulin Rouge!” di Baz Luhrmann, uscito nel 2001. Nel film la Kidman interpreta Satine, la stella del “Moulin Rouge”, il night-club della Parigi del 1899, dove ricchi e poveri si lasciano trascinare in una baraonda di piaceri proibiti con le ballerine del locale. Soprannominata il “diamante splendente”, Satine non è nient’altro che una cortigiana; di lei si innamora ricambiato, Christian (Ewan McGregor) uno scrittore squattrinato giunto a Parigi per aderire alla rivoluzione bohémien.
Zidle, proprietario del locale, promette al Duca di Monroth (Richard Roxburgh) una notte d’amore con Satine nella speranza che il nobile, in cambio, decida di finanziare il suo spettacolo e dare vita al suo sogno di trasformare il Moulin Rouge in un teatro. In cambio della trasformazione del Moulin Rouge in un vero teatro il Duca pretende di avere l’esclusività su Satine. Satine e Christian cercano di nascondere il loro amore, mentre proseguono le prove dello spettacolo inaugurale del teatro, “Spettacolo Spettacolare”, la cui trama rievoca la loro condizione (una cortigiana indiana, promessa sposa ad un marajaha, si innamora di un povero suonatore di sitar).
Il film è un musical, la cui colonna sonora è costituita da grandi successi di artisti come David Bowie, Madonna, i Queen e i Beatles fra gli altri. E’ l’episodio conclusivo della “Trilogia della Tenda Rossa” del regista australiano, dopo “Ballroom- Gara di ballo” del 1992 e “Romeo+Giulietta” del 1996. Il ritmo della vicenda è scandito da due esibizioni, quella iniziale (lo show di Satine) e quella finale (la prima di “Spettacolo Spettacolare”), che seguono lo stesso schema, entrambe nello stile sfarzoso, malizioso ed eccessivo del Moulin Rouge, adattato nella seconda all’atmosfera indiana. La prima parte è dominata dalle ballerine del locale, le cosiddette “cagne di diamante”: prostitute come Satine che alla raffinatezza di questa preferiscono un’appariscenza che arriva a toccare la volgarità. Un effetto voluto perché parte dello spettacolo ottenuto attraverso il trucco scuro pesante e i colori accesi degli abiti, scanditi da una forte presenza del nero ed accostati nei modi più bizzarri. Le ballerine sono simili solo in apparenza, perché ognuna di loro rappresenta un determinato carattere: dalla nana all’araba, dalla cinese alla scolaretta, per fare alcuni esempi. Durante lo show iniziale ballano il can-can in una tumulto di gonne svolazzanti tutte ruches, sollevate continuamente per far vedere le collant nere e le scarpe appariscenti quanto i vestiti; in “Spettacolo Spettacolare”, invece, sono vestite in scuri completi orientali e cariche di gioielli; il ritmo è meno caotico e le luci tendenti al blu creano un particolare effetto malinconico.
Lo showman è Harold Zidler (Jim Broadbent), il proprietario del locale, che all’inizio invita i clienti ad approfittare delle sue ballerine, mentre nello spettacolo finale interpreta il crudele maharaja; ma in entrambi i casi la stella dello spettacolo è Satine, che canta “Diamonds are a girl’s best friend”, arrangiata in due versioni differenti. All’inizio è lei a condurre lo show: circondata da una folla di uomini adoranti, passa da un body argento scintillante, con una lunga coda dietro, cascate di frange davanti e sui fianchi e risvolti neri sullo scollo, completato da guanti lunghi, calze a rete e cilindro maschile, tutti di colore nero, ad un altro rosa carne con una vaporosa coda di piume lunga fino a terra ed enormi cuori di strass argento sulle coppe e sull’incavo delle gambe. Alla fine, dopo essere stata costretta a rinunciare all’amore di Christian, non è più in grado di brillare come all’inizio: la parte della cortigiana succube del maharaja le calza a pennello. Nella scena di apertura porta una tuta indiana blu notte semitrasparente con brillanti applicati della scena d’apertura, che sembra un completo perché il corpetto con maniche corte gonfie e i pantaloni morbidi all’orientale sono interrotti sull’addome da un velo trasparente tempestato di brillantini dorati a forma di gocce, corredata dall’imponente collana di diamanti che Zilder le mette al collo (considerata il gioiello più costoso mai realizzato per un film). Nel numero di chiusura indossa il vestito nuziale bianco fasciante con strisce tempestate di brillanti ancora con la preziosa collana al collo.
Satine è sempre accompagnata da qualche gioiello di diamanti, perché sono il prezzo dei suoi favori di cortigiana. Quando li sfoggia, sta interpretando la sua parte: durante le prove e la prima di “Spettacolo Spettacolare” porta elaborati diademi indiani che arrivano addirittura a creare una sorta di aureola, più o meno grande, attorno alla sua testa, mentre durante l’esibizione iniziale si limita ad un paio di orecchini pendenti, sebbene anche il suo capello sia decorato con una fascia di diamanti. Ma non recita solo sul palcoscenico: la sua intera vita è una farsa. Così, in principio interpreta la parte della sensuale tentatrice quando si tratta di convincere il Duca a finanziare la trasformazione del “Moulin Rouge” in un teatro, che scambia però con Christian: completamente vestita di nero, porta un corsetto con bottoncini bianchi e calze con reggicalze coperta solamente da una vestaglia di pizzo trasparente, mentre come gioielli porta ancora orecchini pendenti. Questo tipo di gioiello, elegante ma allo stesso tempo pratico da portare, è una scelta sicura quando si tratta di vestirsi per il giorno, magari accompagnandolo con un sottile girocollo: essendo una creatura notturna, è il momento in cui smette la sua maschera, ed indossa eleganti completi alla moda, composti da giacca e gonna, in toni perlopiù scuri. Tuttavia, la presenza di gioielli anche in questo caso sta a significare che non ha completamente smesso di fingere: lo spettacolo deve andare avanti, deve ingannare il Duca per salvare il “Moulin Rouge” e la sua storia d’amore, ed infatti gli unici momenti in cui non sfoggia alcun gioiello sono quelli in cui si trova sola assieme a Christian. Quando si reca a cena dal Duca fingendo di amarlo, porta un lungo e raffinato abito di velluto nero, con scollo a cuore ed una sola manica corta scesa, con guanti lunghi dello stesso colore, orecchini pendenti ed un fermaglio nei capelli, ma lui le cinge al collo un’imponente collana di diamanti, così come gli avventori del Moulin Rouge facevano a gara a regalarle gioielli di diamanti per comprare il suo amore. Tuttavia, per la prima volta in vita sua non riesce a recitare, vinta dall’amore per Christian: la violenza del Duca la lascia quasi completamente nuda, con addosso solo il corsetto, smascherata.
Oltre ai diamanti, un altro elemento ricorre continuamente tanto nelle scenografie quanto nei costumi (entrambi realizzati da Catherine Martin e premiati con l’Oscar), è il colore rosso: rosso come il sipario del teatro, chiave di lettura dell’intero film; rosso come la lunga chioma di Satine; rosso come lo stesso “Moulin Rouge”; rosso come l’amore, filo conduttore della vicenda, ma anche come il sangue, perché il lieto fine dei due amanti viene distrutto dalla morte di Satine. È la stessa locandina del film a celebrare questo colore, immortalando Christian e Satine quando si dichiarano il loro amore: lei indossa un vestito scollato e senza maniche, con una serie di rouches sulla parte superiore della gonna dietro, ovviamente di colore rosso