Addio a Micol, la “Signora Sarta” della dolce vita
Se ne è andata il 12 Giugno scorso a 101 anni, nella “sua” Roma, Micol Fontana, una vera signora della moda internazionale, che preferì sempre definirsi sarta piuttosto che stilista. Lei e le sue sorelle Zoe e Giovanna (scomparse rispettivamente nel 1979 e nel 2004) furono tra gli artefici, negli anni ’50, del mito della moda italiana osannata in tutto il mondo. Insieme vestirono le grandi protagoniste della “dolce vita” capitolina all’epoca delle dive di Hollywood e delle teste coronate, e contribuirono a creare una leggenda – il brand Sorelle Fontana – che perdura ai nostri giorni, tanto che alcuni loro capi sono esposti in musei come il Louvre di Parigi, il Metropolitan e il Guggenheim di New York (per non parlare delle varie mostre dedicate alle loro creazioni).
Con Micol Fontana dunque se ne è andato un pezzo importante della storia della moda internazionale. Dotata di una tecnica sartoriale perfetta, con linee classiche ispirate all’Ottocento, trionfo di ori, argenti, perle e merletti, aveva cominciato a lavorare sin da bambina nella piccola sartoria della madre Amabile, in quel di Traversetolo (Parma), dove era nata nel 1913. Quando lei e le sorelle si trasferirono a Roma in un appartamento preso in affitto, cucivano fino a notte fonda abiti semplici, ma raffinati, che rapidamente le fecero apprezzare presso una vasta clientela. Così i loro modelli andarono impreziosendosi per soddisfare le esigenze della buona borghesia dell’Urbe. Malgrado la guerra, riuscirono brillantemente a fondare il loro atelier in Via Liguria, destinato a diventare celeberrimo, che cominciò ad essere frequentato anche da attrici di buon gusto, a partire da Linda Christian la quale fece confezionare alle sorelle Fontana un abito da favola per il suo matrimonio con Tyrone Power. E grazie all’eco di queste nozze, la moda delle tre sorelle entrò nel jet set internazionale.
Poi nel 1951 le Fontana furono tra i protagonisti della storica sfilata organizzata dal Marchese Giorgini a Firenze nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, che sancì la nascita dell’alta moda italiana. Ormai conosciute anche a Hollywood, esse vestirono le dive più belle ed eleganti, come Lauren Bacall, Ava Gardner, Rita Hayworth, Barbara Stanwyck, Debora Kerr, Audrey Hepburn, Kim Novak, Anita Ekberg, e poi tanti nomi prestigiosi della politica e della cultura, tra cui Gioia Marconi, figlia dell’inventore della radio, Margaret Truman, figlia del Presidente USA, Jacqueline Kennedy, la principessa Soraya, Maria Pia di Savoia, Marella Caracciolo Agnelli.
La “favorita” di Micol fu comunque Ava Gardner, «donna bellissima, elegante come nessuna, una diva opulenta» con cui instaurò anche un bel rapporto di amicizia, al punto che l’attrice «mi voleva sul set dei suoi film anche in Messico e cucinava per me» raccontava la stessa Micol, aggiungendo: «Una donna non deve essere soltanto vestita, deve essere vestita in modo giusto. Il vestito deve mostrare la sua personalità, la sua anima. Per questo noi sarte diventiamo come dei confessori».
Negli anni ‘60 le Sorelle Fontana affiancarono all’haute couture le collezioni prêt-à-porter e gli accessori (scarpe, borsette, cravatte), arrivando a disegnare le divise delle hostess di Alitalia e persino dell’ONU. Nel 1972 decisero di ritirarsi dalle sfilate, continuando però a collaborare alle creazioni della maison per qualche anno. Morta Zoe nel 1979, nel 1992 il marchio venne ceduto ad un gruppo finanziario.
Nel 2011 alle tre sorelle venne dedicata la fiction televisiva “Atelier Fontana. Le sorelle della moda”, a proposito della quale Micol commentò con la sua schiettezza emiliana: «Questo sceneggiato ha un neo … Inventa un po’… Io per novant’anni ho solo lavorato, cominciai che ne avevo sette. E loro, per rendere la cosa più interessante, hanno dovuto per forza metterci dell’altro».
Nel 1994 Micol, che era soprannominata il “piccione” o la “sarta viaggiatrice” per la sua infaticabile attività di ambasciatrice della maison nel mondo (Giovanna invece era soprattutto un’amministratrice e Zoe l’anima creativa del brand) aveva voluto costituire la Fondazione Micol Fontana, un grande archivio dei capi realizzati assieme alle sorelle (200 abiti dal 1940 al 1990, una vasta raccolta di figurini, ricami ed accessori, biblioteca, emeroteca, fondo fotografico), da mettere a disposizione dei giovani stilisti, per i quali aveva ideato anche altre iniziative – concorsi, borse di studio – volte a favorire il loro ingresso in importanti aziende italiane. Oggi sono i nipoti Giovanni, Roberta, Luisella, Cristina, Gabriele e Mario a portare avanti il progetto di questa “signora” Fondazione concepita dalla grande “sarta” di Traversetolo.