Ironia da cantiere stradale da Moschino P/E 2016
Jeremy Scott si è completamente calato nel personaggio Franco Moschino: nel suo stile surrealista, nel suo modo sfacciato e ironico di approcciare la creazione, nel suo capovolgere i canoni comuni per sorprendere e stupire fino a sfiorare la parodia dello stesso mondo della Moda. Come non ricordare la campagna pubblicitaria del ’90 contro il sistema della moda. Denunciava la “Signora moda” che appariva come una vampira succhia sangue e soldi. E suggeriva alle donne di non esserne vittime facendo circolare le sue frasi “stop the fashion system” oppure “chi sfila avvelena anche te, digli di smettere”.
Come il suo fondatore Moschino di oggi, alias Jeremy Scott, ha imparato a rielaborare i capi classici, i più bon-ton che si possano immaginare, aggiungendovi dettagli sorprendenti se non irriverenti.
La collezione P/E 2016 ha divertito il pubblico per la sua esaltante ed innocua ironia. Originale l’ambientazione, a luci intermittenti che suggeriscono prudenza; caotica, sovraccarica di oggetti, come può essere un cantiere stradale dove sono depositati in disordine cartelli di segnaletica, indicazioni di pericolo, nastri bianchi e rossi gialli e neri delimitanti aree pericolose, semafori, coni divisori per le corsie in lavori, ecc.
Per attraversare il cantiere bisogna indossare l’abbigliamento adeguato, ma non è necessario rinunciare al ben vestire stile anni ’50, un po’ hollywoodiano nelle gonne corolla gonfie per i tanti strati di tulle rigido, o classicamente francese, nel tailleur chanel dai colori fluorescenti arancio, giallo, verde. Bisogna però indossare obbligatoriamente i caschi protettivi, ma ciò non significa rinunciare ad esprimere la femminilità: basta corredare il casco di una veletta che coprendo il viso restituisce alla donna la sua aurea di mistero. Se piove e si deve attraversare il cantiere non si può rinunciale ad un classico trench strizzato in vita, dalla gonna a campana, ma bisogna portare la borsa e le scarpe in giallo e nero per indicare agli altri di essere cauti, se si deve lavorare è necessario un modernissimo soprabito grigio metallo di materiale tecnico, ad un braccio, a mo’ di borsa, un minuscolo porta-attrezzi
Jeremy Scott sembra suggerire alle sue clienti di non prendersi troppo sul serio, ci si può vestire, ma con eleganza tutta femminile, con più inusuali oggetti.La rete di materiale plastico color arancio che delimita il cantiere può diventare un leggero soprabito traforato in macramè di cotone, o la tunica che doppia in arancio un petit robe noir, ed ancora un delizioso due pezzi. Il nastro segnaletico bianco rosso, decora egregiamente l’abito cocktail nero mentre delimita sulla gonna un nuovo triangolo segnaletico di pericolo; diventa un elegante fiocco in cintura su un abito grigio stampato in rete metallica; infine alle amanti degli stivali altissimi piacerà averli a grosse righe bianche e rosse. L’abbinamento giallo nero, espressione di massimo pericolo, si ripete su una serie di abiti neri: diventa il corpino di un abito corolla attraversato in tutta la lunghezza da un ampio nastro giallo con la scritta nera “caution, caution caution”; è stampato in versione mignon e si fa cintura sull’abito che raccoglie in un caleidoscopio di colori tutte segnaletiche stradali, diventano lunghi guanti per un sofisticato e complicato soprabito nero.
Anche gli accessori sono ambientati nel cantiere stradale; la modella porta in mano un piatto segnale rosso con scritto do not enter, oppure il contenitore di arnesi da lavoro sembra adatto agli oggetti essenziali del mondo femminile; il cono divisorio delle corsie è alternativamente copricapo o borsetta come succede per il casco protettivo. Le scarpe utilizzano i nastri segnaletici, bianco rosso, nero giallo o un segnale stradale e sono classiche chanel aperte dietro o decolté a punta; diventano sandali estivi o da sera in colori pastello nella seconda parte della sfilata .
L’ultima parte della sfilata, più che ironica è scenografica e zuccherosa; non si allontana però dal tema automobilistico, ma l’ambientazione è ora una stazione di lavaggio macchine americane effervescente come gli anni dell’American Dream. Jeremy Scott manda in passerella voluminosi abiti -rosa, giallo verde acqua- detti Cadillac corredati da fanali luminosi; abiti a frange come le spazzole dei car wash e lunghi abiti da sera ricamati con decorazioni o stampati con le bolle di sapone utilizzato per lavare appunto le Cadillac americane. Non dimentica l’autocelebrazione del marchio, ripetutamente stampato sui tessuti e per ultimo ironizza sulla nuova fragranza Moschino “Fresh” portandola in passerella in un contenitore dei prodotti per le pulizie domestiche.