Fior di seta sul lago
Già il titolo suona accattivante: Giardini di seta. Tessuti, abiti e botanica del territorio lariano. E’ la mostra “bicefala” (in scena contemporaneamente a Villa Sucota, Como, e a Villa Bernasconi, Cernobbio), organizzata dalla Fondazione Antonio Ratti (FAR) e dal Comune di Cernobbio, per esaltare la bellezza della natura e della creazione tessile. Infatti la rassegna, attraverso gli allestimenti curati da Margherita Rosina e Francina Chiara, intende esplorare il tema del rapporto tessuto-botanica dal Settecento ai giorni nostri indagando i diversi aspetti della decorazione floreale.
Le bellezze naturali del territorio lariano, i parchi e i giardini affacciati sulle acque sono da sempre un soggetto di culto per creativi e artisti, che vi hanno attinto senza posa suggestioni forti, ma non è sfuggita al fascino di questi luoghi neppure l’industria serica sviluppatasi a Como a partire dalla fine dell’Ottocento.
I tessuti floreali esposti in mostra (sino all’11 Ottobre) provengono dalle collezioni della Fondazione Antonio Ratti, da importanti raccolte private e dagli archivi storici dei setifici lariani, illustrati secondo un percorso fatto di “stanze” tematiche: la prima parte espositiva consente di ammirare squisite sete barocche lionesi in cui si intrecciano fiori e elementi architettonici, aerei taffetà decorati con tralci di rose o di bacche, cotoni per arredamento con realistici trionfi floreali del tardo Ottocento. La seconda parte, invece, è dedicata ai tessuti del XX secolo, un periodo che segna lo sviluppo delle seterie comasche, fornitrici dell’Alta Moda e del prêt à porter italiano e francese.
Nelle varie sezioni sono presenti stoffe con motivi legati ai prodotti dell’orto o decorate con erbe officinali, mentre un intero salone propone abiti e tessuti ispirati alle rose, un classico topos dalla decorazione tessile di ogni epoca. Ai tessuti sono inoltre accostati abiti a tema, selezionati per rappresentare l’Alta Moda italiana: ecco allora Biki, Capucci, Ferré, Valentino, l’Haute Couture parigina con Dior e Yves Saint Laurent, e poi il prêt à porter internazionale con Ken Scott e Leonard.
Come se non bastasse, per la prima volta è presentata al pubblico una selezione di tavole dall’erbario Fabani, concesso in prestito dalla Fondazione Centro Studi Nicolò Rusca di Como: una straordinaria collezione di circa 3000 tavole di erbe e piante raccolte a cavallo tra Otto e Novecento da Giuseppe Fabani, medico condotto di Cernobbio. Da ultimo, corredano l’evento alcune opere di arte contemporanea di autori che hanno frequentato l’Artists Research Laboratory della Fondazione Antonio Ratti (CSAV), a ulteriore conferma di come la botanica possa essere fonte di ispirazione continua per la creazione artistica.
La mostra “Giardini di seta” è accompagnata da un interessante programma di iniziative collaterali legate al verde, all’arte e ai tessuti, con il coinvolgimento di istituzioni del territorio (conferenze, performance teatrali, visite guidate a parchi storici della riviera lariana, concerti, iniziative per bambini).
La scelta delle sedi espositive non è casuale: Villa Sucota e Villa Bernasconi sono la prova mirabilmente concreta di come spesso gli imprenditori tessili comaschi abbiano scelto di svolgere la loro attività in luoghi immersi nel verde, per stimolare la creatività dei designer e offrire ai clienti la possibilità di godere delle bellezze lacustri. Villa Sucota, dove sono esposti tessuti e abiti del Settecento e Ottocento provenienti dalle collezioni del Museo della FAR e da raccolte private, è stata sede degli uffici creativi della Ratti S.p.a. dalla fine degli anni Cinquanta al 1998; dal 2010 ospita la Fondazione Antonio Ratti e il suo museo di tessuti antichi e moderni. Villa Bernasconi, che ospita tessuti di produzione comasca dal Novecento ad oggi accostati a capi serici di Haute Couture, costituisce uno dei più preziosi esempi di architettura Liberty in Italia: l’edificio, ora di proprietà del Comune di Cernobbio, fu costruito dall’architetto Alfredo Campanini nel 1905 per conto dell’imprenditore Davide Bernasconi, tra gli iniziatori della tradizione industriale serica comasca.
Per chi vuole approfondire il percorso tematico di questa eccezionale “mostra diffusa” (oltre a Villa Sucota e Villa Bernasconi, alcuni tessuti e abiti sono pure esposti al Museo didattico della Seta di Como, a Villa Carlotta di Tremezzo (CO) e al MVSA – Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio), ecco infine una rapida guida:
- Giardini barocchi: sontuose sete broccate lionesi del Settecento a motivi floreali mescolati con scorci architettonici; a corredo/contrasto tessuti contemporanei a tema di ortensie e un vestito-ortensia della maison francese Leonard.
- Giardini sinuosi: la leggerezza della seconda metà del Settecento esemplificata da sete a meandro dai colori brillanti, accompagnate da abiti maschili e femminili, tra cui una sontuosa robe à la française, i cui fiori hanno assorbito l’influsso dell’Oriente.
- Giardini romantici: rose, glicini, lillà decorano le sete di metà Ottocento che ispirano la creazione di abiti dalle gonne a corolla e preziose legature di libri destinati ad un raffinato pubblico femminile.
- Giardini alle pareti: tipica del gusto vittoriano la “casa serra”, che ospita sulle pareti lussureggianti decorazioni floreali di notevole realismo, qui espresse da cotoni stampati inglesi e francesi.
- Giardini ruggenti: fiori pennellati, astratti, in movimento, caratterizzano la produzione di sete stampate degli anni Trenta, l’età del jazz, presenti in mostra attraverso gli archivi storici delle seterie del territorio.
- Giardini di frutta e verdura: gli anni Cinquanta e l’esplosione di tessuti stampati ispirati da orti e frutteti, decori molto amati in particolare dal couturier francese Hubert de Givenchy.
- Giardini di erbe aromatiche: le erbe odorose e gli erbari ottocenteschi hanno ispirato nella seconda metà del Novecento i pattern di collezioni tessili di abbigliamento e arredo, in mostra accanto a un prezioso erbario, raccolto con passione dal medico Giuseppe Fabani di Cernobbio.
- Giardini pop: autore di brillanti disegni a tema vegetale, Ken Scott, prima per il marchio Falconetto e poi a suo nome, ha dato vita a collezioni memorabili che gli hanno valso l’appellativo di “giardiniere della moda”, collezioni qui rappresentate attraverso abiti e foulard.
- Giardini di rose: tema amatissimo dai creatori tessili, la rosa è stata raffigurata in molti modi nel corso del Novecento. Accanto ai tessuti, in questa sezione sono in mostra abiti di Capucci, Yves Saint Laurent, Valentino, Versace e di sartorie milanesi, realizzati con sete comasche.
- Giardini tropicali: stampe a disegno giungla dall’archivio dello Studio Tucano di Como fanno da sfondo a un mini–abito di Donatella Versace, interamente ricamato, sullo stesso soggetto.
- Giardini incantati: il gran finale della mostra, con spettacolari abiti da gran sera di Dior e Ferré Haute Couture, vere sculture da indossare.
“Ci sono legami di seta… che ti aspettano su incroci del destino che mai avresti immaginato” (Anton Vanligt).